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F1 – Gp del Messico: la Mercedes restituisce la spallata alla Redbull, Gasly è quinto

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Doveva essere il weekend delle Ferrari, l’aria leggera e povera di ossigeno della Valle del Messico, una pianura ad oltre 2000 metri di altitudine dove si trova proprio Città del Messico ed il circuito Autodromo Hermanos Rodriguez, doveva essere un aiuto considerando la perdita di potenza del motore endotermico delle vetture a cui dovrà compensare il turbo compressore che nella Ferrari è superiore quasi al pari di RedBull, mentre quello di Mercedes, per esempio, è più piccolo e affetto da un maggiore surriscaldamento.

Ma tra la teoria e la pratica ci sono una serie infinita di variabili e di sicuro le differenze tecniche non si fermano ad un paio di, comunque importanti, considerazioni.

Q1. Alle 21, ora italiana, la prima della serie di qualifiche. Rispetto a quanto visto in alcune delle ultime occasioni a gommare la pista sporca ci pensano i team minori e dopo sette minuti, con Leclerc detentore del miglior tempo, vengono sventolate le bandiere rosse per un violento incidente occorso a Lance Stroll: il pilota alla fine ne esce indenne mentre per la monoposto, andata a sbattere in testa-coda contro le barriere, riporta diverse parti gravemente danneggiate; la qualifica del canadese finisce qui. Si ricomincia quasi una mezz’ora più tardi, Sainz rischia grosso a causa di un malfunzionamento tecnico mentre Leclerc sfiora la miglior prestazione, davanti a lui solo Bottas, dentro ai primi 15 anche le Alpha Tauri ed entrambe le Alfa Romeo, fuori invece a sorpresa Fernando Alonso.

Q2. Mercedes, RedBull e Ferrari rientrano con le medie e si comincia a fare sul serio. E’ subito duello Verstappen Hamilton che nei primi tentativi fanno già registrare tempi di mezzo secondo migliori rispetto quello di Bottas nella prima sessione. Dietro ai due contendenti al titolo si infila di prepotenza, con le soft, un incredibile Yuki Tsunoda che domani dovrà comunque partire dal fondo per la sostituzione del motore ma che prova fin qui del giapponese che si mette alle spalle Bottas, Gasly e Leclerc. Solo nono Sainz, fuori le Alfa Romeo.

Q3. Tutti subito dentro per paura delle bandiere gialle, tutti con le soft: la gara alla pole comincia con Tsunoda e Norris (anche l’inglese partirà dal fondo per la sostituzione del motore), che fanno da scia ai compagni. Le Mercedes, fuori da ogni pronostico vo-la-no; la spallata subita sul circuito amico statunitense viene restituita in una pista che doveva essere a tutti gli effetti a vantaggio della RedBull. Hamilton e Bottas si giocano la prima posizione mentre Verstappen non riesce mai a dire la sua. Dietro Leclerc è anche sfortunato e scivola fino all’ottava posizion mentre Sainz riesce a conquistare la sesta. Bottas vince il duello in casa Mercedes e domani potrà dare un aiuto fondamentale al compagno di squadra e alla scuderia alla ricerca dell’ennesimo bis di titoli mentre inaspettatamente la Red Bull dovrà ridiscutere le proprie strategie e decidere se rischiare o fare una gara di contenimento come quella di Hamilton negli States. Nota di merito all’Alpha Tauri che riesce a portare Gasly in quinta posizione, davanti ad entrambe le Ferrari – che avranno comunque grandi possibilità di aggancio e sorpasso sulla McLaren nella classifica costruttori in vista di domani -, e Tsunoda in nona ma con il sesto miglior tempo di tutte le qualifiche.

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