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Bologna FC

Serie A: La Generazione Q, la Generazione Alpha e l’uomo venuto da Floridsdorf

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Se di sfuggita buttate un occhio sul percorso del Bologna Football Club degli ultimi 40 anni, vi renderete conto che, in termine di mera soddisfazione pallonara, gli ultimi 20 anni sono stati “molto magri”, dal punto di vista dei risultati; insomma una buca emotiva, una malinconia pluridecennale che solo sporadiche presenze di giocatori che oggi definiremmo “top player” (Beppe Signori, Marco Di Vaio) hanno parzialmente mitigato. 
E allora, senza scomodare raffinati sociologi, intere generazioni di “cinni bolognesi”, generazioni Q (dal 2000 al 2010) e generazioni Alpha (gli ultimi 10 anni) , sono cresciute a “successi” delle strisciate (giusto per dare un paio di numeri dal 2001 alla scorsa stagione, 11 scudetti alla Juve e 6 all’Inter), mentre il Bologna inanellava campionati di retrovie, condite da ben due retrocessioni. Insomma pochissimo di quello che serve per far entusiasmare le giovani leve verso i colori rossoblù.
Quest’anno, toccandoci le ginocchia, sembra stia accadendo l’esatto opposto: in 12 partite è stata raggiunta la quota siderale di 18 punti (negli ultimi 15 anni centrati al massimo i 14 punti, due volte, mentre le altre stagioni si rimaneva a cavallo dei 10 punti), con quattro punti (contro Genoa e Udinese) lasciati “come mancia” sul campo e mai rivendicati. 
Insomma parte sinistra della classifica fissa (tranne la parentesi della tratta Milano-Napoli,  le due capoliste), con una proiezione che ci porterebbe a circa 60 punti, , a cavallo di quella zona che si chiama “strada per la Conference League“, manifestazione oscura e non di eccelso livello ma che chiama l'”Europa“.
Adesso la pausa per le Nazionali e il recupero dei “grandi” acciaccati (in primis Jerdy Schouten la cui presenza a centrocampo, anche come sostituto, è vitale) ci permette di guardare con ancora maggior ottimismo per la continuazione del campionato, che crei discontinuità con il recente passato.
E tanto sta facendo e può fare quel “Ninja” venuto dall’Austria, Marko Arnautovic, giocatore che per carattere, attitudine, classe e grinta può permetterci di farci fare il famoso e atteso come il Messia “salto di qualità”, senza dimenticare i giovani talentuosi che finalmente popolano l’organico di Sinisa Mihajlovic, giovani dal sicuro avvenire.
La storia per adesso finisce qui: col Venezia ci potrebbe essere il prossimo e promettente capitolo, che non solo noi vecchi ma, probabilmente, anche le nuove generazioni, di cui abbiamo accennato sopra, stanno aspettando, per ricreare quell’orgoglio territoriale che riporti il tifo (non importa di quale età) a tornare a credere nei nostri colori e nella possibilità di lottare per qualcosa di importante. Fino ad adesso siamo rimasti ancorati ad un glorioso passato: facciamo che quel passato si coniughi ad un presente altrettanto glorioso e, perchè no, ad un prossimo futuro.

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