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Chris Amon – IL TALENTO OSCURATO DALLA SFORTUNA

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Un giovane predestinato con la velocitò e il talento per poter arrivare tra i grandi e scrivere il suo nome a caratteri cubitali nella storia della Formula 1, ma la dea bendata aveva altri programmi per lui

Christopher Arthur Amon è considerato uno dei piloti più veloci che abbiano mai corso in Formula 1, ma purtroppo a volte la sfortuna corre molto più veloce dei piloti stessi. Il pilota neozelandese è uno dei più stimati nella storia delle competizioni automobilistiche, in quanto ha ottenuto prestigiose vittorie in molte competizioni, ma mai valevoli per il campionato mondiale di F1.

 

Amon su Ferrari 312 F1 al Gran Premio di Spagna 1969 (Historic Racing News – Sconosciuto)

Sin da giovane Amon risulta essere un talento. Già a 17 anni il padre gli regalò una Maserati 250F di Formula 1 con la quale il ragazzo si fece notare nelle gare locali per poi a 19 decidere di spostarsi in Europa, precisamente in Inghilterra, per provare a correre in Formula 1. Riuscì ad ottenere un posto con una Lola del Team di Reg Parnell, ma la scomparsa prematura del proprietario non gli permise di correre la stagione del campionato Formula 1 1963. In quel periodo provò a correre con Lotus, Brabham e Cooper ma mai con un posto fisso bensì sempre come sostituto. Nel frattempo Chris dimostrò tutto il suo talento e la sua velocità in gare di altissimo livello come la 24 Ore di Le Mans, nella quale correva con l’amico Bruce McLaren su una Ford GT 40. Vinse l’edizione del 1966 che fu dominata dalla Ford a con tre auto sul podio a discapito della Ferrari che perse la lotta con il grande rivale americano. Amon vinse anche la 24 Ore di Daytona nel 1967, questa volta con la casa del cavallino, dimostrando ancora una volta le sue qualità nelle competizioni di Endurance.

La vittoria di Amon in coppia con McLaren alla 24 ore di Le Mans 1966 in un filmato dell’epoca (Duke Video su YouTube)

Fu proprio nella epica gara di Le Mans ’66 che il pilota statunitense fu notato da Enzo Ferrari, il quale decise di dargli un’occasione alla guida del cavallino in Formula 1 e nelle gare di durata, dove avrebbe corso in coppia con Lorenzo Bandini, poi scomparso tragicamente. Amon avrebbe tra l’altro voluto dedicargli una vittoria nella 24 ore di Le Mans del ’67, ma a causa di una foratura fu costretto al ritiro. Nello stesso anno in Formula 1 ottenne 4 terzi posti che lo classificarono quinto alla fine del campionato. Il 1968 si dimostra invece un anno terribile per Amon che per tre volte partì dalla Pole Position ma non concretizzò nessuna delle tre in una vittoria. In Spagna si ruppe un fusibile che lo costrinse a ritirarsi dopo aver dominato per 58 giri. In Belgio invece si trova all’inseguimento di Surtees per la vittoria ma un sasso sollevato dal rivale gli buca il radiatore e lo costringe nuovamente a ritirarsi. In Canada deve abbandonare la testa della corsa e la gara per un malfunzionamento della frizione che gli causerà la rottura del cambio. Durante i suoi anni in Ferrari altre sfortune ostacoleranno il suo cammino alla vittoria e l’avventura con la scuderia di Maranello si chiuderà nel 1969, non con pochi malumori. Nonostante tutto sia Ferrari che Forghieri ricorderanno Chris come uno dei piloti-collaudatori più forti mai avuti in Ferrari, esaltando le doti di sviluppo e messa a punto del pilota neozelandese.

 

La storica parata delle Ferrari ai primi tre posti della 24 ore di Daytona 1967. La vettura vincente era condivisa da Chris Amon e Lorenzo Bandini (ROSSOautomobili – Sconosciuto)

Nel 1970 passò alla March con il campione del mondo in carica Jackie Stewart. Ma la differenza di trattamento tra i due impedì ad Amon di brillare. Infatti Stewart, dopo essersi accorto che la monoposto a sua disposizione gestita dal Team Tyrrell non era una macchina competitiva, poté correre con una vettura del tutto nuova progettata dalla stessa squadra, trasformatasi in costruttore. Chris invece continuò la stagione nel team ufficiale March senza ottenere risultati di rilievo. L’anno successivo passo alla francese Matra, ma la sfortuna non smetteva di perseguitarlo. A Monza durante la volata finale ha un problema alla visiera che gli impedisce di terminare la gara. Sempre con la Matra nel 1972 la vittoria gli sfugge sempre per un problema tecnico. Gli ultimi anni in Formula 1 li passa latitando tra vari team minori che non gli concedono una vera e propria opportunità di riscatto dalla sfortuna. Nel 1973 approderà nuovamente nella Motor Valley, firmando per il team bolognese Tecno, ma con scarsi risultati. Si dedicherà anche alla carriera di pilota-costruttore. Ma la Dalton-Amon, la sua vettura, non ottenne i risultati che si aspettava Chris. Le sue ultime scodate in Formula 1 non sono conosciute per i numeri o gli obiettivi raggiunti, bensì per alcuni episodi che lo legano in qualche modo alla storia della categoria. Nel 1976 correndo per la Ensign, nel Gran Premio di Germania fu uno dei soccorritori durante il terribile incidente di Niki Lauda. Mentre nelle sue ultime gare con la Wolf, scuderia canadese, conobbe un giovane Gilles Villeneuve e a fine del 1977, quando Enzo Ferrari lo chiamerà personalmente per chiedergli chi fosse il sostituto perfetto per Lauda che sarebbe approdato alla Brabham, Amon rispose con il nome del giovane canadese.

Chris Amon tornò nella Motor Valley per accasarsi alla Tecno. Un’altra esperienza sfortunata (Lastflag.com su Twitter – Sconosciuto)

Chris è rimasto nel cuore degli appassionati di corse e degli addetti ai lavori del tempo per le sue doti da pilota, collaudatore ma anche per la velocità dimostrata in pista anche se mai concretizzata in F1. Ha avuto le sue soddisfazioni scrivendo pagine della storia del motorsport e per questo lui e le sue gesta non verranno dimenticate dagli amanti di questo meraviglioso ma a volte crudele sport.

Amon con la Ferrari 612 nella Can Am 1969. Otto anni dopo in questa categoria avrebbe conosciuto un giovane Gilles Villeneuve (Alfistas.com su Pinterest – Sconosciuto)

 

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