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Il derby dice ancora una volta Virtus Segafredo: 76-70 alla Fortitudo Kigili

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – FORTITUDO KIGILI BOLOGNA  76 – 70  (19-20; 38-35; 57-55)

Virtus Segafredo: Tessitori 6, Belinelli 12, Pajola 4, Alibegovic 3, Ruzzier 9, Jaiteh 10, Alexander 10, Ceron n.e., Barbieri n.e., Sampson 9, Weems 5, Teodosic 8. All. Scariolo

Fortitudo Kigili: Zedda n.e., Gudmunsson, Aradori 20, Mancinelli n.e., Durham 12, Procida, Manna n.e., Benzing 4, Feldeine 17, Charalampopoulos 2, Groselle 10, Borra 5. All. Martino

Arbitri: Lanzarini, Bongiorni, Valzani

Tiri liberi: BOV  12/17; BOF 5/13

Falli: BOV 20; BOF 17

Rimbalzi: BOV  52; BOF 39

Tiri da 2: BOV 17/37; BOF 16/36

Tiri da 3: BOV  10/30; BOF 11/37

Il derby di quest’anno è partita in teoria segnata, in pratica tutta da vedere perché la Virtus Segafredo è squadra capace di complicarsi da sola il cammino. La Fortitudo Kigili ha la possibilità di approfittarne, ma ci riesce solo per un po’, d’altronde davanti aveva quella che potrebbe definirsi una corazzata che anche sbagliando molto rimane comunque avversario di livello superiore. Ma il derby è bello anche perché in panchina siedono due signor allenatori: quello virtussino giorno dopo giorno non fa che confermare la bontà della scelta della società, Antino Martino da parte sua ribadisce di meritare un posto nel gotha del basket italiano con una gara preparata benissimo e scelte in itinere sempre precise. Poi, i roster sono quelli che sono.

In partenza la Virtus si schiera con Pajola, Teodosic, Weems, Alibegovic e Sampson; la Fortitudo invece con Durham, Feldeine, Aradori, Charalampopoulos e Groselle. A Pajola l’onore di aprire le marcature, ma dopo due minuti e mezzo scarsi è già time out per Martino, con un sonoro 8-0 sul tabellone. La Kigili è inizialmente frastornata con le Vu Nere che stanno interpretando la gara proprio come un derby; poi però un paio di belle azioni, a partire da una tripla di Feldeine, la rimettono in carreggiata. Quando iniziano i cambi da entrambe le panchine il divario è così di soli 3-4 punti, a 1’24 dalla prima sosta il tabellone segna 19-17, con inevitabile timeout questa volta di Scariolo. E il primo quarto termina 19-20.

È partita vera, insomma. Il secondo periodo ricomincia infatti molto equilibrato. Lavorano bene, però, i “cambi” bianconeri, perché quando a metà quarto rientrano SanTeo e Pajola il divario è tornato 29-22. Sembra quasi un pronti-via: invece i “titolari”, soprattutto Teodosic, riprendono la strada dell’inconcludenza, con qualche palla persa o tiro forzato di troppo, per cui dal 30-22 si arriva al 36-35 a 30” dall’intervallo, poi 38-35 con tripla di Belinelli declassata a tiro da 2. Da segnalare Feldeine prestissimo in doppia cifra (ora a 14) e le medie generali di tiro alquanto modeste per entrambe le squadre (45 e 47% da 2, 31 e 29% da 3, rispettivamente per Virtus e Fortitudo.

In queste partite, tecnicamente di fascia “b”, per la Segafredo rende più la panchina che i titolari. Poi, ci si mette anche una certa sfortuna, con Sampson che si scaviglia dopo due minuti dall’inizio della ripresa. Di là, ci si limita a fare ciò che viene permesso da una difesa non sempre attentissima, con Aradori che inizia a crescere a referto e riporta avanti la Kigili, 43 a 41, al 24°. Sul 43-48 Ruzzier e Alexander rilevano Pajola e Teodosic. È tutta la gara che la zona biancoblu pare un rebus irrisolvibile per i virtussini, obbligati a cercare i tiri dalla distanza che alla fine arrivano da Alexander e Ruzzier. Fatto sta che il 43-51 diventa un 55-53 entrando nell’ultimo minuto del periodo, che finisce 57-55 anche grazie ad una bellissima entrata del play bianconero ex biancoblu. Il parziale dal loro ingresso è comunque stato di 14-7.

Aradori riporta avanti la F a d avvio ultimo periodo; Ruzzier, su assist del Beli, la Virtus immediatamente dopo. Aradori replica, Belinelli pure: che stia diventando finalmente una bella partita? Macché, resta solo la tensione, che è in ogni caso imprescindibile in un derby. Ci sta da ricordare un “tiro da 4” per il pareggio a 69 di Aradori. A 3’25 dalla fine è appunto pari, fermi al time out di Scariolo. Il finale è in linea col resto della partita, un errore dietro l’altro, facendo a gare a chi sbaglia di meno. Poi a 1’22” SanTeodosic cerca e mette la tripla del 74-70. Quindi, dopo una serie di liberi falliti da Groselle, Belinelli salva una palla quasi cacciata via dallo stesso Teodosic e Jaiteh realizza da sotto. 76 a 70 è il punteggio definitivo, di un derby che si è chiuso come ci si poteva aspettare, ma in realtà a Kigili ha realmente rischiato di vincere. Le è mancato un pizzico di cinismo nel finale, deciso, come si diceva, da chi faceva meno errori. Il campionato ripartirà per lei da una certezza, però, quella di essere tornata ad essere una squadra di pallacanestro di serie A, cosa che ad avvio di stagione poteva essere messa in discussione.  La Segafredo invece ha di sicuro già la testa a Gran Canaria, test fondamentale per il prosieguo della propria Eurocup. Partita difficile, ma per sua fortuna in panchina ha un coach come Sergio Scariolo che queste sfide le conosce come pochi.

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