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Il Resto del Carlino – Saputo, l’occhio è al bilancio

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“Nonostante la pandemia siamo solidi”, è il messaggio alla squadra del presidente Joey Saputo alla cena di Natale di giovedì. Una frase che ci si attenderebbe pronunciata di fronte ad un Consiglio di Amministrazione, non ad una squadra di calcio. Ma tant’è. Saputo non appartiene alla categoria dei presidenti-allenatori, quelli che in virtù della propria quota di maggioranza amano entrare nel discorso tecnico. Berlusconi ogni lunedì non mancava di sottolineare come preferisse questo calciatore a quello, che il suo Milan dovesse giocare con il trequartista, fino al celebre motto “Attaccare!”. Il rapporto che lega questo genere di presidenti alla squadra è da tifoso, ancora prima che da amministratore. Saputo, e non si intende fargliene una colpa, appartiene alla schiera opposta, quella dei manager. Infatti il primo pensiero è ai conti, non al gioco: quando dice “siamo solidi” non si riferisce alla linea difensiva, peraltro appena sforacchiata da Morata e Cuadrado, ma al bilancio.

Dopo lo 0-2 subito dai rossoblù, alla terza sconfitta consecutiva, il patron è filato alla cena organizzata per gli sponsor nella terrazza Bernardini del Dall’Ara, a cui ha partecipato anche il sindaco Matteo Lepore. Al triplice fischio, il presidente, non ha trovato un momento per scendere negli spogliatoi e dire una parola alla squadra, confrontarsi con il mister. Il pensiero era all’impegno istituzionale più che alla nebbia del campo.

L’impronta della visita del patron è testimoniata dall’interlocutore a cui ha scelto di dedicare le poche ore a sua disposizione. Nei giorni precedenti alla sfida di sabato, Saputo, è stato protagonista di intense sessioni di confronto con l’Amministratore Delegato Claudio Fenucci. Sul piatto tante questioni burocratiche, e — da quello che filtra — nulla che abbia a che fare con il mercato di gennaio. Anzi, il messaggio del presidente in merito è stato piuttosto chiaro: non è previsto un extra budget per i trasferimenti. La riga tirata in fondo al bilancio di giugno lascava in bella vista un passivo superiore ai trenta milioni. Con la pandemia che promette di tornare ad insediare gli introiti, la prima preoccupazione è stata quella di accarezzare gli sponsor, altroché pianificare esborsi.

Le attenzioni che il presidente riserva alla parte economica sono assolutamente dovute. A pochi chilometri da Bologna, nel corso dell’ultimo decennio, si ha avuto la prova di cosa accada ad una squadra quando la parte amministrativa viene tralasciata o addirittura gestita in modo sconsiderato. I casi Parma e Modena sono moniti di come il calcio sano sia legato a doppio filo ad una gestione virtuosa della contabilità. Sarebbe soltanto apprezzato un minimo di interesse per la parte tecnica. Perché va bene che una squadra di calcio vada gestita come una azienda, perché a tutti gli effetti lo è. Ma non è una azienda che produce scarpe, bensì emozioni. O almeno dovrebbe.

 

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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