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Alé Bulåggna – La veritè l’à da èser fté
La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. “La veritè l’à da èser fté” significa che anche la forma vuole la propria parte e che non sempre la verità può essere detta nuda e cruda
Accade spesso che il nostro dialetto usi termini volgari o comunque molto forti, in questo caso la nostra frase è pesante sotto un altro punto di vista in quanto a qualcuno potrebbe sembrare cinica. E’ però molto spesso una frase davvero azzeccata.
“La veritè l’à da èser fté“, significa che la verità deve essere vestita, cioè che dire verità nuda e cruda può essere difficile da accettare e persino offensiva. Ecco che quindi serva vestirla per renderla più delicata. E’ un po’ come dire “indorare la pillola” in poche parole.
Vi proponiamo il detto “la veritè l’à da èser fté”, perché anche in ambito sportivo, e quindi sui gradoni del nostro stadio, questo adagio dialettale ha la sua ragione di essere. A volte fa male ad un tifoso sentire che la propria squadra è stata rifiutata da un giocatore o che non c’è la possibilità di fare un salto di qualità. Ed ecco che quindi a volte, succede che dirigenti, giocatori e perché no, anche alcuni giornalisti, debbano un po’ arrampicarsi sugli specchi per non raccontare in modo troppo crudo quello che accade.
“La veritè l’à da èser fté”, quindi a volte ad esempio, anche un calciatore potrebbe mancare dal campo a lungo senza una reale motivazione apparente perché per mille motivi è meglio “vestire la verità”. Il che non vuole per forza dire una bugia, ma semplicemente addolcire la reale situazione, perché in fondo, “la veritè l’à da èser fté”.
Potete ritrovare tutte le uscite della rubrica “Alé Bulåggna” al seguente link, dove trovate non solo modi di dire e proverbi, ma anche altro collegato alla nostra rubrica dialettale che vide le sue prime uscite nel 2014.
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