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Chiacchiere da Bar…bieri – SIC: Simoncelli Immortale al Cinema
Le feste di compleanno sono occasioni speciali, dove si condivide un piacevole momento insieme al festeggiato turno, di festa e di gioia. Sono dieci anni che il popolo motociclistico festeggia un compleanno insolito. Sì, perché il festeggiato, fisicamente, non si presenta mai.
Il 20 gennaio 2022, per la decima volta, è stato il compleanno di Marco Simoncelli dopo il 2011. Negli anni passati solitamente la famiglia organizzava un evento di beneficienza in favore della Fondazione Marco Simoncelli; questo però non è possibile al momento, per i motivi tristemente noti. Allora hanno deciso di fare le cose ancora più in grande.
Il 28 e 29 dicembre è uscito nelle sale il docu-film “SIC”, prodotto da Sky Original e diretto dalla regia di Alice Filippi. A partire dal 20 gennaio poi, è disponibile on demand per i clienti della pay tv controllata dal gruppo americano Comcast.
Lo spettatore viene catapultato per ottantasei minuti a metà degli anni duemila, quando Marco Simoncelli cominciò a inseguire il suo sogno di bambino: diventare “World Champion”. I ricordi e le testimonianze di Paolo Simoncelli e della fidanzata Kate Fretti, insieme alle parole dell’idolo Valentino Rossi, dell’amico d’infanzia e collega Mattia Pasini e dello storico manager Carlo Pernat, tra gli altri, arricchiscono il racconto di quel ragazzo riccioluto che entrò a far parte delle famiglie di milioni di italiani. Lo fece con garbo, ma senza chiedere permesso, facendosi accettare così com’era da quasi tutti. Era genuino, non aveva filtri.
La cavalcata vissuta nel film, quella al titolo vinto nel 2008, coinvolse tutti gli appassionati italiani. Ricordo ancora la gara di Sepang e quel ragazzo di soli ventuno anni, pallido in volto e totalmente disidratato, che spiegò le braccia a cavallo del suo destriero di metallo, toccando il cielo con un dito. Per molti sembrava che avesse vinto il figlio del vicino di casa, uno di quei ragazzi che hai visto nascere e crescere fino a diventar capace di giocherellare con le emozioni di tutto il mondo.
Marco Simoncelli dopo aver conquistato il titolo nel 2008 (copyright: motogp.com)
Ce l’ha fatta anche questa volta, il buon Sic, a sgranare nello spettatore tutte le emozioni umanamente avvertibili. Gioia, sorpresa, attesa, timore, rabbia, di nuovo gioia ed estrema felicità. Ammetto di aver fatto fatica a rimettere il giubbotto, una volta uscito dal cinema, qualche giorno dopo Natale. La pelle d’oca faceva attrito con il mio soprabito, che non ne voleva sapere di infilarsi. I brividi non erano dettati dal freddo pungente. Era il SIC, che ancora una volta ci ha ricordato quanta vita abbia vissuto per abbracciare il suo sogno.
“Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera”, diceva Simoncelli. Aveva ragione. Quegli ottantasei minuti, riempiti magistralmente da tutti coloro i quali hanno lavorato alla realizzazione di questa opera, ce lo hanno ricordato.
Molti di noi non saranno andati cinque minuti su una di quelle moto lì, caro Marco. Sappi però che se, durante le gare, la tua moto sembrava più pesante, è perché avevi l’Italia intera che viveva con te, sul tuo codone con il numero ‘58’.
La nostra intervista a Kate Fretti, la storica morosa del Sic (Copyright: YouTube – 1000 Cuori Rossoblu)
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