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Chiacchiere da Bar…bieri – Gresini Racing e il sogno di Fausto

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La vita ci regala certe storie che nemmeno a immaginarle potrebbero essere così amare e terribili. La vita, però, ci regala anche altre storie. E anche queste, nemmeno a sognarle, potrebbero essere così dolci, così belle.

Il primo fine settimana di marzo ci ha regalato l’inizio di una nuova stagione del motomondiale. La prima d.V.R., potremmo dire così. Senza voler scomodare paragoni troppo alti, c’è un prima e c’è un dopo l’avvento di Valentino Rossi. Cosa ci riserverà il mondo della MotoGP dopo il dottore, diventato da pochissimo padre di Giulietta, lo scopriremo solo vivendo. La nuova alba mondiale è stata a tinte tricolori, con le vittorie di Andrea Migno, Celestino Vietti Ramus, come mi piace chiamarlo ricordandomi le griglie di partenza che mi venivano consegnate in pista quando correva ancora nel CIV, ed Enea Bastianini.

Ce ne sarebbe un mare da dire su questi bellissimi trionfi, tutti entusiasmanti e fantastici. Uno però tocca ancor più da vicino la nostra amata Motor Valley. Da dove partire? Iniziamo dalle cose più emotivamente “semplici”. La Ducati, la vecchia GP21, si è dimostrata ancora migliore del nuovo esemplare. Ci sta, il progetto è ancora giovane ed ha bisogno di tempo. E’ bello ritrovarsi però con la consapevolezza che la Casa di Borgo Panigale può contare su molte frecce al suo arco.

Le cose a livello emozionale cominciano a complicarsi cominciando a parlare di chi ha portato quella GP21 al trionfo. Io a Enea Bastianini voglio bene, sportivamente e umanamente parlando. Non mi scorderò mai il suo sguardo sotto il casco dopo aver vinto il suo primo Gran Premio in Moto3, il 13 settembre 2015, a Misano. Non è un modo di dire però, il suo sguardo lo incrociai davvero. Ero lì, come commissario di percorso alla curva del Tramonto. Nel giro d’onore corremmo a complimentarci con lui, dandogli alcune amichevoli pacche sulle spalle e aiutandolo a ripartire perché gli si era spenta la moto durante i festeggiamenti. Era emozionato, poco più che bambino, per aver colto il suo primo successo iridato nel suo circuito di casa, essendo nativo di Rimini. Quel ragazzino ora è un uomo e dà spettacolo in campo, riprendendo una vecchia canzone. Averlo visto vincere anche in MotoGP, con lo stesso team che lo aveva lanciato nel mondiale, dopo esser diventato campione mondiale Moto2 nel 2020, è una goduria e una gioia grandissima.

 

Il siparietto della conferenza stampa post qualifiche del GP di Misano 2015 tra Enea Bastianini e Valentino Rossi (YouTube – Alessio B; copyright to the owners)

 

Ora però impazzisco definitivamente. Non ho la lacrima facile, ma nella mente piangevo di gioia insieme a Nadia Padovani, durante gli ultimi tre giri della Bestia. Fausto Gresini è imolese ed è un appassionato come me, prima ancora di essere un campione del mondo sia da pilota che da proprietario della Gresini Racing. Il suo team, in MotoGP, non vinceva dal 2006 con Toni Elias, in quel GP del Portogallo che, con il senno di poi, tolse quello che sarebbe potuto essere l’ottavo titolo mondiale a Valentino Rossi. Dal 2015 la struttura di Faenza appoggiò le attività sportive dell’Aprilia, rinunciando al suo status di team indipendente. Poi, nel 2019, arrivò la scelta di Fausto Gresini di tornare a correre con i colori della sua scuderia, cercando di portarla nuovamente ai vertici del campionato come successe nella prima metà degli anni duemila.

Nel febbraio 2021 Fausto perse la sua gara più importante e lasciò questo mondo. Il suo sogno non fu lasciato lì, incompiuto. Con una decisione che dire coraggiosa è dir poco, la moglie Nadia scelse di prendere in mano il Gresini Racing, diventando lei stessa proprietaria, gestendola con i figli e i più fidati collaboratori. Da ieri è anche la prima proprietaria donna di una scuderia a vincere una gara nel più importante campionato motociclistico. La gara di Lusail non sarà senz’altro il coronamento del sogno, perché è impossibile credere che dalle parti di Via Pana decidano di accontentarsi. Riaprire questo capitolo della storia della squadra in questa maniera però, senza Fausto sulla terra ma con Fausto di fianco, sempre e comunque, è una libidine non spiegabile a parole. Le lacrime di Nadia e i suoi cenni con la testa, sul podio, come a voler dire che nemmeno lei poteva credere di avere in mano il trofeo del vincitore, valgono più di mille altre frasi e pensieri.

I complimenti e le congratulazioni della nostra redazione vanno a tutta la Gresini Racing e alla Famiglia Gresini, che non hanno mai smesso di lottare anche quando la vita ha reso loro le cose quasi impossibili. Ora avanti, che ci sono altri obiettivi da conquistare, altre gare da vincere, altri trofei da alzare. 

Nadia Padovani, proprietaria del Gresini Racing, posa con Enea Bastianini al termine del GP del Qatar 2022 (credits e copyright: gresiniracing.com)

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