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Non è per forza la difesa il problema di questa Virtus Segafredo

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La sconfitta di ieri sera della Virtus Segafredo contro un Cedevita/Olimpija Lubiana di piacevole eleganza cestistica non è di banalissima interpretazione. Imputare tutto a una difesa colabrodo, come verrebbe immediato fare, non sarebbe del tutto corretto: a fronte di un primo quarto da incubo (31 punti subiti contro i 24 realizzati), ne sono seguiti uno da 20-20, un altro da 14-17, l’ultimo da 16-18: non proprio cifre catastrofiche sotto l’aspetto dei canestri subiti. Ci sono stati momenti, in verità, di pressoché totale asfissia in attacco che probabilmente sono stati la causa prima di una débacle abbastanza inattesa nonostante il Cedevita sia tutto tranne che una brutta squadra, come si è potuto constatare (fra l’altro, è la prima sconfitta contro cinque vittorie con Lubiana nella storia recente della Virtus targata Segafredo), anche perché le aspettative generali dopo gli arrivi di Hackett e Shengelia si sono elevate esponenzialmente. Non bisogna dimenticare, però, che le alchimie di una squadra di basket sono assai complesse e non sono unicamente il risultato aritmetico di cifre statistiche. Inserire due nuovi giocatori, ancorché grandi campioni, richiede in ogni caso un certo tempo; si è ben visto ieri che Shengelia, per quanto alla fine sia risultato il miglior marcatore della squadra, in attacco ha spesso interrotto una proficua circolazione della palla e in difesa ha faticato a seguire i movimenti dei compagni in campo (esemplare la schiacciata di uno sloveno con lui sotto canestro girato a guardare il proprio uomo). Hackett, poi, dopo le più convincenti prestazioni con Venezia e Fortitudo, ieri si è esibito in uno 0 su 8 al tiro imbarazzante innanzi tutto per lui, tornato a fine gara sul parquet per una sessione di tiro più autopunitiva che funzionale.

Alla fine, infatti, la vera differenza fra le due squadre, pari ai rimbalzi (48-48), pressoché pari nella media da tre (34 contro il 35%) è emersa nel tiro da due, da parte di giocatori che si presume vicini all’infallibilità dalla media o sotto canestro, come Cordinier, Mannion, Teodosic, Alibegovic e lo stesso Shengelia. Il 19 su 49 complessivo è roba da amatori, da scarse minors, con i lunghi in verità precisi (Sampson 4 su 6, Jaiteh 5 su 8, Tessitori 1 su 2), Weems di consueta affidabilità (3 su 4) e gli esterni che hanno invece fallito gli appoggi più banali. La situazione si sarebbe mimetizzata con una piccola serie di triple normalmente nelle corde di Hackett (0 su 5) o Weems (1 su 4), soprattutto nei momenti cruciali, come siamo stati abituati a vedere, e invece ieri niente di tutto questo.

Cosa significano lo 0 su 5 di Cordinier, lo 0 su 3 di Mannion, Hackett e Alibegovic, il 2 su 6 di Teodosic da dove parrebbe impossibile sbagliare, in una squadra abituata a toccare facilmente i 90 punti? È lì che lo staff tecnico deve interrogarsi. Problemi di testa, di condizione fisica? Azzardiamo un’ipotesi, che a tanti potrà sembrare puramente giustificativa ma in verità cerca di sondare lo stato attuale delle cose. I giocatori sono uomini, non macchine né personaggi di videogame; la Virtus continua a passarne di tutti i colori, non riesce ad avere serenità in palestra ed un organico funzionale a svolgere allenamenti di vera consistenza. Ora per gli infortuni, ora per il Covid è un perenne bollettino di guerra. È vero che alla fine sulla carta si presenta in partita con formazioni di enorme spessore, ma in quali condizioni? Se li si guarda uno per uno – sempre che questo abbia un senso – con chi è scesa in campo ieri? In quintetto Hackett e Shengelia, appena arrivati e da completare nell’inserimento; Shengelia praticamente fermo da gennaio per infortunio, Hackett reduce da due incontri in quattro giorni di grande tensione sotto l’aspetto sia emotivo che tecnico; Teodosic, che è abbastanza alla frutta, nonostante i 10 assist, per una sovraesposizione causata dalla necessità di sopperire alle ripetute assenze altrui; Weems, per il quale vale in parte il discorso di Teo ma è anche stato uno tra i “meno dannosi! (16 di valutazione e solo -2 di +/-) così come Jaiteh. In panchina Mannion, ancora alla ricerca di sé stesso, Pajola, frenato ieri da una sequenza rapidissima di falli, Cordinier, forse il più enigmatico, ieri, Alibegovic, per il quale vale un discorso simile a quello di Mannion e Sampson, in definitiva con Jaiteh il migliore, ieri sera, coi suoi 9 punti, 6 rimbalzi, 15 di valutazione, una stoppatona spettacolare e una più che discreta applicazione difensiva. Da ricordare i suoi due contropiedi condotti come una guardia e terminati in scarichi vanificati dalle triple pur aperte dei compagni. A questi si aggiungono i 3 minuti di Tessitori e l’n.e. di Ruzzier. Che dire? Avrebbe cambiato qualcosa la presenza di Belinelli e Hervey? Sul piano dell’attacco, verrebbe da dire di sì, viste le loro caratteristiche, ma è chiaro che la Virtus Segafredo stia ancora dentro ad un tunnel causato dalla miriade di inconvenienti con cui sta combattendo in questa stagione. È altrettanto palese che se vuole ottenere almeno in parte i risultati che si è posta come obiettivi occorrerà accelerare la ripresa. La mollezza con la quale è scesa in campo ieri, causa prima della difesa goliardica del primo quarto ma probabilmente anche dell’approssimazione balistica di tutto l’incontro, non le permetterebbe di certo di continuare a sognare. Tuttavia prima di emettere sentenze, come già si comincia ad intravvedere sui social e su certa stampa, si aspettino i risultati conclusivi.

In ogni caso non sono i suoi meccanismi difensivi ad essere carenti oggi come oggi, tutt’al più una loro esecuzione limitata da uno stato psico/fisico di cui si fa enorme fatica ad accusare lo staff tecnico e che è anche all’origine delle lacune al tiro: si fa canestro con le gambe e con la testa quanto e più che con le mani, sa bene chiunque abbia giocato. Gambe e testa che per tanti motivi in questa fase sarebbe un miracolo se fossero al top, se si vuole essere obiettivi e non ragionare solo sulla carta. Tra l’altro, avendo davanti un percorso che si è fatto leggermente più in salita, forse, ma non è sostanzialmente cambiato da come si presentava prima della sconfitta di ieri sera.

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