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Meteore: Lajos Detari

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Nel mondo del calcio se si pensa all’Ungheria viene subito in mente lui, il più grande, Ferenc Puskàs. Ebbene, se pur non paragonabile a uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, la meteora rossoblù di cui parleremo oggi viene ancora considerato il miglio calciatore ungherese degli ultimi 25 anni.

Lajos Detari nasce a Budapest il 24 aprile 1963. Da subito pare evidente il suo immenso potenziale, così che a soli 10 anni entra a far parte delle giovanili del Honved, non a caso squadra della leggenda Puskàs.

A 17 anni viene aggregato in Prima Squadra, ma non passa molto tempo prima che Detari conquisti la maglia da titolare. In soli tre stagioni in Ungheria sigla la bellezza di 64 reti, numeri spaventosi per un ragazzo così giovane.

Vincemmo per 3 volte il campionato e una volta la Coppa d’Ungheria. A livello personale fui tre volte capocannoniere e venni nominato ‘Calciatore ungherese dell’anno’ nel 1985. Questo spinse il regime comunista magiaro a permettere ai giocatori ungheresi di trasferirsi all’estero”.

Nel 1987, dopo 170 presenze e 98 gol, lascia Honved con destinazione Germania. Il numero 10 ungherese viene acquistato dall’Eintracht Francoforte, con cui continua ad ammaliare il pubblico grazie a giocate da fantasista puro.

In Germania vince anche una Coppa di Germania, siglando il gol vittoria in finale. “Probabilmente quello fu il momento più alto della mia carriera, ma io volevo giocare in Serie A”.

Il nome di Detari si sparge per tutta Europa. La Juventus, alla ricerca dell’erede di “Le Roi” Michel Platini, si fa avanti. La trattativa sembra quasi conclusa, ma, come spesso accade, qualcosa va storto, e la Vecchia Signora vira su un giovane promettente in arrivo dalla Fiorentina: tale Roberto Baggio.

Detari, nel mentre, riceve una super offerta dall’Olympiacos e inizia così la sua parentesi in Grecia.

In terra ellenica le cose non vanno affatto male: in due stagioni prende parte a 78 partite siglando 43 gol, vince una Coppa di Grecia e viene votato ‘miglior giocatore del campionato’ nel 1989.

Le sue prestazioni rimangono dunque ottime, tanto che i suoi nuovi tifosi iniziano a chiamarlo “Il Divino” (ironia della sorte, visto che a Torino iniziava la leggenda del Divin Codino).

Dopo i Mondiali del ’90 arriva la grande chance per trasferirsi in Italia, non più alla Juventus bensì al Bologna, reduce da un fantastico ottavo posto (conquistando così la qualificazione in Coppa UEFA).

Sono riuscito a fare bene anche in Grecia, ma quando è arrivata l’offerta del Bologna non ci ho pensato due volte ad accettare. Finalmente avrei giocato in Serie A”.

Come tutte le storie tragicomiche, l’impatto in Italia è da sogni: un gol fantastico da distanza siderale nella prima amichevole precampionato in casa contro il Napoli di Maradona.

Detari viene subito idolatrato dai suoi nuovi tifosi, che inventano subito un coro in suo nome sulle note della sigla della “Famiglia Addams”: ‘per vincer la partita, non c’è nessun problema, se c’è Detari gol, Detari gol, Detari gol…

Poco dopo l’inizio del campionato però, Detari subisce un grave infortunio al ginocchio destro, che lo costringe a stare fuori del rettangolo verde per tutta la prima parte di stagione.

L’annata rossoblù è a dir poco particolare: rendimento bassissimo in campionato (sancito da un ultimo posto con 18 punti e conseguente retrocessione), ma decisamente positivo in Europa e Coppa Italia, dove i rossoblù raggiungono i quarti di finale in entrambe le competizioni.

Rientrato dall’infortunio, Detari cerca di dare il suo contributo concludendo la stagione con 6 gol in 20 presenze in tutte le competizioni. Il fato lo porta addirittura a sbagliare un rigore al Dall’Ara proprio contro la Juventus, che si impone per 1-0 con un rigore segnato da (ovviamente) Roberto Baggio.  

Al termine della stagione Montezemolo si presenta a Casteldebole e propone al 10 ungherese di aggregarsi alla Juventus per una tournée estiva negli Stati Uniti.

Detari accetta, potrebbe finalmente essere la realizzazione del suo sogno. Con la maglia bianconera disputa 3 partite con la 10 di Baggio (assente per il torneo), ma con l’arrivo di Trapattoni in panchina il magiaro vede sfumare nuovamente la possibilità di trasferirsi alla Vecchia Signora.

Il mio sogno era vestire la maglia bianconera, non esserci riuscito resta il mio rimpianto più grande”.

Ritornato alla base, Detari riesce a trovare spazio e continuità in Serie B, concludendo con 29 presenze e 10 reti. Un giornalista dopo una partita gli chiede come faccia a trattare il pallone con quella classe, e lui risponde: “Amico, quando io tocco il pallone quella è musica che tu non hai mai sentito”, a conferma che il carattere a dir poco “particolare” del magiaro.

A seguito di una partita contro il Messina, dopo aver sprecato una palla gol incredibile, un giornalista gli chiede come sia stato possibile sbagliare un’occasione così ghiotta. “L’ho sbagliato apposta, così i miei compagni impareranno a passarmi di più la palla”, risponde con tutta sicurezza.

Dopo la mancata promozione in rossoblù, nel 1992 il fantasista passa all’Ancora, ottenendo un’altra retrocessione. Al termine della stagione, fa ritorno in patria e viene acquistato dal Ferencvaros, dove vince una Supercoppa d’Ungheria. Successivamente si trasferisce al Genoa, senza mai trovare spazio e concludendo con appena 8 apparizioni.

Pare ormai chiaro a tutti che la fine della carriera del magiaro è vicina. Si trasferisce in Svizzera, poi in Austria e Slovacchia, dove appende gli scarpini al chiodo all’età di 38 anni.

Sfiorato per ben due volte il suo sogno di giocare nella Juventus, Detari rappresenta il classico esempio del talento che ha preso la strada sbagliata. Poca dedizione, umiltà e… qualche gol sbagliato davanti alla porta. Viene ricordato in patria come il più grande talento ungherese dopo Puskàs, ma per noi comuni mortali rimane e rimarrà per sempre una meteora nell’universo rossoblù.

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