Basket
Una Virtus Segafredo sempre più in fiducia verso il proprio esame di maturità
La vittoria di martedì sera contro Gran Canaria non ha niente di risolutivo per la Virtus Segafredo, a questo punto della stagione e del suo cammino in Eurocup, ma è comunque un risultato che assume diversi significati di rilievo per la formazione di Sergio Scariolo. Il primo è quello di avere finalmente battuto una delle due prime della classe indiscusse, fin qui, del girone; all’andata la Virtus era tornata a casa dalle Canarie con un certo magone, avendo subito un pesante ventello, anche se in formazione largamente rimaneggiata. Pareva un limite della squadra, questo, che non si sapeva se tecnico o caratteriale: il modo col quale è giunta la vittoria ha fornito una chiara risposta in tal senso. Il secondo è aver vinto questo tipo di partita senza Teodosic e Belinelli, che potranno pure far sorgere qualche perplessità sulla loro attitudine difensiva, ma quando si sale di livello sono questi i giocatori che alla fine fanno la differenza; certo che attualmente con l’arrivo di Hackett e Shengelia si è raddoppiata la presenza nel roster di questo genere di campioni, ma dobbiamo anche ricordare che questi ultimi sono arrivati da pochissimo, quindi – soprattutto Shengelia – tutt’ora in via di inserimento. Che squadra potrà essere la Virtus Segafredo quando e se riuscirà a giocare finalmente al completo? Il terzo è che in squadra le gerarchie si stanno decisamente delineando, come ha poi più volte rimarcato lo stesso coach; è presto per parlare di bocciature o promozioni definitive, però quel discorso sui treni in partenza fatto nel post partita è parso alquanto esplicito ed in questo frangente sembra che la pattuglia degli italiani su cui fare vero affidamento si stia abbastanza assottigliando. Un’altra considerazione riguarda invece la fisionomia tecnico/tattica della squadra, che pare la “gemella diversa” di quella di prima di Natale, spumeggiante, divertente ma pure alquanto perforabile. Non sappiamo se si tratti di una metamorfosi imposta dall’assenza di Teodosic, se ci sia stato un ripensamento tecnico, se sia una risposta temporanea alla constatazione di quanto siano al momento bagnatissime le polveri di un po’ tutti i tiratori, fatto sta che la solidità difensiva palesata per l’intera gara è cosa nuova per questa Segafredo, che fra l’altro ha nelle proprie corde le potenzialità per esprimersi in velocissimi contropiedi. Soprattutto, però, possiamo notare come questa Virtus sia tutto fuorché una squadra monocorde, in grado cioè di adattarsi a giochi differenti, quindi potenzialmente ad avversari totalmente diversi. Così come è squadra che non dovrebbe fermarsi bloccando questo o quel suo giocatore, perché di protagonisti in grado di prendersi sulle spalle la responsabilità di gioco e risultato ne emergono sempre di più: a inizio stagione pareva impossibile stare senza SanTeo, poi si era aggiunto Jaiteh tra gli indispensabili, in certa misura Weems, ora Hackett, Shengelia, ma anche Hervey, Cordinier, lo stesso tanto discusso Sampson si stanno dimostrando in grado di fornire soluzioni nelle circostanze più intricate, sempre in attesa del Beli, il “killer” per eccellenza di questa Segafredo.
Tutto semplice, tutto a posto, dunque, da qui in avanti per la Virtus? Assolutamente no. Anzi, ora arriva il duro, giacché al di là del fatto che arrivi terza, quarta o quinta nel girone l’incognita delle partite secche resta una spada di Damocle per tutte le partecipanti a questa discutibile Eurocup. Se poi si aggiungono le mille incognite che presenta il contesto generale, è sempre più imperativo vivere alla giornata cercando di cogliere da ognuna il massimo possibile. Dopo di che, si vedrà, in questa stagione che aggiunge alle ormai conosciute incognite ulteriori stravaganze e follie. Per quanto riguarda il campionato, invece, aspettiamo con tanta curiosità la partita con Milano: mica che anch’essa sia decisiva per qualcosa, ma sarà interessante constatare lo stato di forma di entrambe le squadre e in particolare cosa sia maturato nel loro confronto tecnico, che è la cosa più interessante che possa offrire attualmente il contesto italiano.
Un’ultima considerazione non può infine non andare al palazzetto temporaneo che pare si stia provando a costruire in zona Fiera in attesa di quello progettato come definitiva casa Virtus: speriamo che sia davvero funzionale, se non proprio bello, visto che la sua provvisorietà potrebbe, come quasi sempre accade in Italia per mille motivi e nessuna responsabilità ufficiale, trasformarsi in transitoria permanenza. Ma se ospiterà 10000 tifosi e permetterà a tutti loro di vedere bene le partite ce ne si potrà anche fare una ragione.
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