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Il Personaggio della settimana – Loris Capirossi, animo delicato dal polso pesante

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Un maestro delle categorie minori. In 500 ha scritto pagine di storia meravigliose per il motociclismo italiano insieme a Biaggi e Rossi. È stato il primo alfiere Ducati a vincere una gara nel motomondiale. Un animo gentile, rispettoso e sempre pronto a dare il massimo in pista. Doti che unite al suo talento lo hanno reso uno dei personaggi più amati della storia delle due ruote italiane

Re di categoria

Loris Capirossi nato e cresciuto nel cuore Motor Valley non poteva che innamorarsi dei motori. Precisamente delle moto. Sale in sella da bambino e inizia dal motocross, ma ciò che gli interessa davvero è la pista. Per questo già molto giovane nel 1987 si iscrive al Campionato Italiano Sport Production e da lì inizia la sua storia. Nelle categorie minori si mostra subito molto veloce, tanto che nel 1990 esordisce nel motomondiale classe 125. Ad oggi è considerato il signore delle categorie inferiori e la sua stagione di debutto nel mondiale ne è la prova. Conquistò infatti la sua prima corona iridata al debutto con la Honda. Stabilì il record del campione del mondo più giovane nella storia con 17 anni e 165 giorni insidiato proprio nel 2021 da giovane fenomeno spagnolo Pedro Acosta che per pochissimo non è riuscito a strapparglielo. L’anno successivo si riconferma campione del mondo nella classe cadetta con dodici piazzamenti a podio e ben cinque vittorie. A soli diciotto anni Loris poteva vantare ben due mondiali vinti. Cosa non da poco e statistica di cui pochi al mondo possono vantarsi. In 250 fatica un po’ di più a trovare il ritmo vincente e deve fare i conti con dei fuoriclasse della categoria come Biaggi e Harada con i quali combatte per la corona iridata, ma non riesce a batterli. Ottenne qualche vittoria tra il 1993 e il 1994 ma in entrambi i casi dovette cedere prima al giapponese all’ultima gara e poi al pilota romano che dominava la categoria di mezzo, complice anche un infortunio rimediato verso la fine della stagione. Dopo una breve parentesi non fortunata in 500 rientra in 250 nel 1997 con Aprilia. Al primo anno non ottiene grandi risultati se non qualche podio, ma nel 1998 torna a giocarsi il titolo con un più giovane ed esordiente Valentino Rossi, suo compagno di squadra e Harada, anche lui nello stesso team. Alla fine il pilota di Castel S. Pietro Terme riesce a vincere il titolo iridato, ma non senza polemiche. Infatti all’ultima curva dell’ultimo giro del gran premio decisivo Capirossi compie un sorpasso in cui il giapponese ha la peggio e che gli permette di mettere fine al discorso mondiale. Accusato dal compagno di squadra e anche da Aprilia di una condotta non regolare a fine stagione i rapporti si chiusero e per il 1999 Loris torna in Honda nel team di Fausto Gresini per la sua ultima stagione nella quarto di litro.

500 e poi MotoGP

Prima dell’inizio del nuovo secolo Capirossi aveva già avuto un’occasione nella classe regina con Honda e Yamaha, con la quale ha vinto la sua prima gara in 500 nel gran premio di Australia. Torna definitivamente in top class nel 2000 con il team di Sito Pons in sella ad una Honda. Ottiene grandi risultati e vittorie mettendo in scena battaglie epiche con i suoi connazionali Rossi e Biaggi. Alla fine del 2001 riuscirà anche a guadagnarsi il terzo posto nella classifica finale. Dopo tre stagioni con la casa di Tokyo decide di sposare il neonato progetto della Ducati, salendo in sella alla moto di Borgo Panigale. Una coppia tutta targata Motor Valley. Riesce a far sognare i tifosi ducatisti fin da subito ottenendo la prima vittoria della rossa in assoluto nel motomondiale già al primo anno a Barcellona nel 2003. Lui su quel primo gradino del podio, che già molte altre volte lo aveva visto protagonista, in ginocchio in lacrime rimane una delle scene più iconiche del motomondiale. In Ducati rimane fino al 2007 e in quattro stagioni ottiene sette vittorie e un terzo posto nella classifica finale targata 2006. Questo prima di buttarsi in una nuova avventura tutta giapponese con le frecce azzurre Suzuki. Non riesce a raggiungere la vittoria e l’unico risultato di spicco rimane un terzo posto in Repubblica Ceca nel 2008. Prima di appendere il casco al chiodo decide di tornare in Ducati nel 2011 con il Team Pramac. Sarà quella la sua ultima stagione su una moto da corsa. Un annata terminata tragicamente con la morte dell’amico Marco Simoncelli. Evento che ha preceduto la sua ultima gara in MotoGP a Valencia, dove ha deciso di abbandonare il suo storico 65 in cambio del 58 per onorare il Sic.

Post Pista

La sua vita oltre la pista è continuata all’indirizzo dei motori. Tra il 2014 e il 2015 ha fatto il commentatore per Sky Sport MotoGP e invece dal 2017 è parte della Direzione Gara come rappresentate della Dorna insieme a Franco Uncini. La sua è stata una vita ed è tutt’oggi dedicata alle moto e alle corse motoristiche. Una passione più forte di tutto che nella vita gli ha regalato gioie miste a delusioni. Tante soddisfazioni più che meritate per un pilota capace di dominare la scena mondiale per anni ma soprattutto di entrare nei cuori di tutti gli appassionati con quella delicatezza e calma che lo contraddistingue e lo rende ancora oggi uno dei piloti e delle presenze più amate nella storia delle moto.

L’intervista a Loris Capirossi a Team Radio (Copyright: YouTube – 1000 Cuori Rossoblù)

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