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L’altro spogliatoio: la Sampdoria di Marco Giampaolo

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Il proverbio popolare “una rondine non fa primavera” descrive perfettamente il posticipo del Bologna, in scena questa sera al Renato Dall’Ara, contro la Sampdoria. La squadra di Sinisa Mihajlovic, ancora impegnato nelle terapie per combattere il ritorno della leucemia, deve confermare quanto di buono fatto vedere a San Siro contro il Milan 7 giorni fa.

Una prestazione gagliarda e tenace, un cambio di rotta rispetto al recente passato, che non è stato figlio di un cambio di modulo di gioco, come è spesso capitato negli ultimi anni, ma piuttosto di una reazione al momento più difficile della stagione. C’è da confermare che il Bologna è tornato a crederci e saper fare bene. Non basta una prestazione, figlia di un momento emotivo difficile e della sfida alla prima classe, serve qualcosa di più.

Di fronte però ci sarà una Sampdoria alla ricerca di punti fondamentale, che le darebbero la certezza di poter vivere con tranquillità questo finale di campionato. La squadra guidata, dallo scorso gennaio da Marco Giampaolo, ha ripreso immediatamente vigore dopo il ritorno del tecnico ex Torino e Milan, salvo poi adagiarsi su una situazione classifica stagnante. Col ritorno di Giampaolo i blucerchiati sono tornati ad orientarsi su quel 4-3-1-2 che è il dogma del tecnico abruzzese.

La squadra, rispetto alle passate stagioni con Claudio Ranieri in panchina, ha sottolineato carenze evidenti soprattutto nel reparto difensivo. La Sampdoria si fa cogliere spesso impreparata in difesa, essendo particolarmente vulnerabile quando le squadre la attaccano in profondità. La linea a quattro, soprattutto nei singoli, sembra inadatta a tenere la linea troppo alta, rischiando spesso di subire gol.

In mediana, con l’avvento di tecnici diversi da Giampaolo nelle ultime due stagioni e mezzo, la società ha intrapreso una linea di mercato diversa con la ricerca della fisicità piuttosto che della proprietà di palleggio. Il risultato conseguito è stata la necessità di trovare qualità negli avanti e di adattare giocatori su esterni e trequarti per cercare di far arrivare palloni pericolosi agli attaccanti. Giampaolo ha così immediatamente chiesto l’arrivo di due uomini qualità, in grado di giocare a centrocampo e fare la differenza tra linee, come Sabiri dall’Ascoli e Sensi dall’Inter. Arrivi sicuramente interessanti e corrispondenti alle necessità del tecnico, ma per motivi diversi non particolarmente incisivi in questi mesi. Sabiri è certamente un trequartista con ottime doti balistiche e tecniche, in grado di segnare e fa segnare ma l’impatto con la Serie A è stato abbastanza traumatico. Per Sensi, nonostante buone prestazioni, è mancata continuità a causa delle continue problematiche muscolari del giocatore di proprietà dell’Inter. 

In avanti, la Samp ha vivacchiato sui gol di Ciccio Caputo. Il numero 10 blucerchiato ha sopperito alla stagione difficile di Quagliarella, probabilmente giunto agli sgoccioli della carriera ad alti livelli. Caputo è stato in grado di essere presente sia come legante del gioco, sia come finalizzatore, non facendo quasi mai mancare il suo apporto in una di queste aree. 

Difficile per la Sampdoria, in questa situazione tecnica, andare oltre una salvezza tranquilla. Per i rossoblù, è l’occasione per confermare quanto di buono fatto vedere a San Siro e portare 3 importantissimi punti, non tanto per la situazione di classifica quanto per il morale di questo finale di stagione.

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