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Recensione Libri: Sentendo che il campo di battaglia – 14 Apr
Sentendo che il campo di battaglia
Autore: Paco Ignacio Taibo II
Editore: Tropea
Genere: Giallo
Anno: 1996
Sinossi
Olguita è una ragazza meravigliosa, basta non farsi spaventare dai suoi modi irruenti, dal suo linguaggio piuttosto colorito e dalla temibile tenuta da centauro con cui si aggira per la metropoli più smisurata del mondo: Città del Messico. Professione: giornalista, con un intuito formidabile per scegliersi i casi dai quali sarebbe bene tenersi alla larga. Per esempio, il ritrovamento di quattro cadaveri che galleggiano in uno scolmatoio di periferia. Sono veramente solo un gruppo di fanatici adepti di riti satanici? E per quale strana magia questi morti viventi prima di sparire hanno tutti deciso di prosciugare i loro conti in banca? L’enigma è eccitante, le risposte della polizia poco persuasive, ma Olguita vuole vederci chiaro.
Recenisione
Il libro ha un ritmo incalzante che non lascia scampo, si è obbligatoriamente trascinati assieme alla protagonista all’interno della storia. Una Città del Messico appena accennata è comunque sempre presente nella storia diventandone una parte fondamentale. L’amore/odio verso questa immensa città che è viva e pulsante si percepisce costantemente. Anche chi non sia avvezzo al contesto messicano degli anni 80, riuscirà comunque ad immaginarsi tutto senza troppa fatica, dato che quel Messico ricorda tristemente anche altre realtà, e non solo del passato.
Una giornalista che si occupa di spettacolo finisce all’interno di una storia di cronaca nera, attirando su di se l’occhio di personaggi scomodi: persone importanti, potenti, corrotte e decise a mantenere la propria posizione privilegiata.
La bella Olguita si trova così in un gioco che appare più grande di lei, riuscendo però ad apparire all’altezza dei suoi avversari. Fino al finale, che sinceramente non mi aspettavo e che lascia ahimè, un po’ di amaro in bocca, nonostante sia fin troppo credibile… o forse proprio per questo.
Un altro bel romanzo appassionante di Taibo II il cui finale stavolta però ha un sapore differente dai soliti. Comunque bello. Comunque particolare.
Attenzione: trovarlo potrebbe risultare forse difficile, sia per l’età del libro, sia perché purtroppo i libri di Paco Ignacio Taibo II hanno meno diffusione di quanto (a mio parere) meriterebbero.
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