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Carspillar – Ferrari 308 GTB/GTS, bestseller del Cavallino

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Una strada nuova

A metà anni Settanta per la Ferrari era giunto il momento rinnovare la gamma di vetture in produzione sperimentando soluzioni innovative. Seppur non apprezzatissime dal pubblico, le Dino 308 e 208 GT/4 avevano consentito alla casa di Maranello di utilizzare il propulsore 8 cilindri a V di 90° in posizione posteriore centrale, scelta senza dubbio valida tecnicamente. Meno riuscite risultarono invece le linee di quelle vetture, firmate da un maestro come Bertone ma molto lontane dai gusti della clientela. Nel frattempo erano nate altre creature rombanti decisamente più riuscite come la 365 GT/4 BB e soprattutto il prototipo P6 Berlinetta speciale, proposto da Pininfarina. A metà decennio si decise di unire il riuscito esperimento stilistico alla validissima meccanica, ricreando il connubio tra il costruttore emiliano e il carrozziere piemontese che aveva dato vita a veri capolavori. Il risultato fu un altra pietra miliare nella storia dell’automobile: la Ferrari 308 GTB.

 

Cuore a otto cilindri

Il progetto nasceva come detto intorno al V8 di cilindrata 2926,9 cc che derivava direttamente da quello installato sulla monoposto 158 F1, iridata con John Surtees nel 1964. Dotato inizialmente di due valvole per cilindro comandate da altrettanti alberi a camme in testa ed alimentato con quattro carburatori Weber 40DCNF, tale propulsore era capace di sviluppare una potenza di 250 CV a 7700 giri/min ed una coppia masssima di 30 kgm a 5000 giri/min. Il rapporto di compressione era pari a 8,8:1, mentre la lubrificazione sui primi esemplari era di tipo a carter secco. Un propulsore compatto e potente che, installato in posizione posteriore centrale ed orientato trasversalmente, riprendeva l’impostazione di sportive di grande successo come Lamborghini Miura e Lancia Stratos.

Una meccanica equilibrata

La base strutturale della 308 GTB era costituita da un telaio a traliccio in tubi d’acciaio al quale erano ancorate le sospensioni a ruote indipendenti con bracci triangolari sovrapposti, barra antirollio, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici sia all’avantreno che al retrotreno. Il cambio, a 5 rapporti più retromarcia, era in blocco col motore ed era collegato ad esso tramite una frizione monodisco a secco, mentre la trazione era posteriore come su ogni vera sportiva. La frenata era assicurata da un impianto con dischi autoventilanti sulle quattro ruote, dotate di cerchi sportivi a cinque razze calzati da pneumatici di dimensioni 205 / 70 VR 14, mentre lo sterzo era a cremagliera. Il passo di 2340 mm e le carreggiate anteriore e posteriore di 1460 mm assicuravano dimensioni compatte e grande bilanciamento. Con un peso complessivo a vuoto di 1300 chilogrammi che portava il rapporto peso/potenza a 5,1 kg/CV, la velocità massima raggiungeva i 252 km/h: valore in linea con le rivali dell’epoca.

L’appuntito anteriore della 308 GTB/GTS. Nelle versioni più recenti la plastica nera dei primi esemplari lascia spazio alla colorazione in tinta con la carrozzeria (Foto AutoMotorFargio)

Griffata Pininfarina

Un vero successo fu lo stile, connubio di eleganza, aggressività e funzionalità. Pininfarina disegnò una berlinetta biposto con una carrozzeria formata da due gusci sovrapposti, sintesi del meglio di quanto la Ferrari aveva prodotto nel decennio precedente. All’ avantreno basso e appuntito, caratterizzato da una sottile calandra rettangolare in plastica nera in cui erano incastonati luci di posizione ed indicatori di direzione, faceva da contraltare un posteriore bruscamente troncato, proteso verso l’alto e sovrastato da uno spoiler appena accennato. Si trattava di un particolare ininfluente ai fini aerodinamici, ma funzionale al carattere sportivo della vettura. Nello specchio di coda, leggermente incassato, era inserita la fanaleria di forma circolare, con due coppie di elementi ai lati della targa di circolazione che racchiudevano luci di posizione, stop ed indicatori di direzione. La vista laterale era caratterizzata dalle linee curve dei parafanghi che avvolgevano dolcemente i passaruota creando un insieme pulito, grintoso e sensuale allo stesso tempo. Caratteristica era la profonda presa d’aria a spicchio che scalfiva la carrozzeria tra le porte ed i parafanghi posteriori in modo da rendere più “cattivo” l’insieme senza alterarne l’equilibrio estetico. Il parabrezza fortemente inclinato e gli ampi cristalli laterali rendevano luminoso lo sportiveggiante abitacolo, arricchito da rivestimenti in pelle e strumentazione corsaiola.

L’ abitacolo della Ferrari 308 GTB / GTS unisce il lusso dei rivestimenti in pelle alla sportività della strumentazione (Foto AutoMotorFargio)

Bestseller anni Ottanta

La 308 GTB venne proposta per un decennio (dal 1975 al 1985) rivelandosi un enorme successo di vendite (oltre 12000 esemplari prodotti) che consentì alla Ferrari di raggiungere volumi di produzione e fette di mercato fino a quel momento inesplorati. Il successo della berlinetta “made in Motor Valley fu corroborato dalle successive versioni. Due anni dopo la presentazione nacque infatti la 308 GTS, versione “targa” con tettuccio rimovibile ed alloggiabile tra i sedili e la parete parafiamma del vano motore. Un mezzo nato apposta per i climi della “West Coast” americana che divenne un simbolo grazie alla serie televisiva “Magnum PI”, tra sgommate e incontri romantici nei tramonti hawaiani. Nel 1980 l’alimentazione a carburatori venne sostituita dall’iniezione Bosch (308 GTBi/GTSi), quindi raddoppiò il numero di valvole per cilindro con la “Quattrovalvole” , prodotta dal 1982 fino all’uscita dai listini. Nello stesso anno nacque anche la versione Gruppo 4 che la Michelotto di Padova preparò per competere nei rallies e che, riprodotta in miniatura, sarebbe finita nelle mani di tutti i bambini degli anni Ottanta. Ma come si suole dire, questa è un’ altra storia.

La Ferrari 308 GTS protagonista sul piccolo schermo con le scene d’azione di “Magnum PI”, fortunata serie televisiva degli anni Ottanta (Ferrari Dino su YouTube)

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