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L’altro spogliatoio: l’evoluzione della Roma di Mourinho

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Quartultima giornata di campionato per i rossoblù, che fanno visita alla Roma. I giallorossi arrivano in questo momento della stagione ancora in corsa per un posto in Europa, ma soprattutto ancora in corsa per la Conference League dove i giallorossi aspirano concretamente alla finale dopo aver pareggiato 1-1 in casa del Leicester 3 giorni fa. Il Bologna dal canto suo è in uno dei momenti migliori della stagione, avendo portato a casa ottimi pareggi in casa di Juventus e Milan, e le vittorie con Sampdoria e Inter, in mezzo il pareggio con l’Udinese, una delle formazioni più in forma dell’intero torneo.

La Roma di Josè Mourinho dopo una lunga ricerca dell’assetto migliore ha trovato il suo miglior “abito” nel 3-5-2 o 3-4-1-2, che si basa sulla linea difensiva a 3 già adottata da Paolo Fonseca nelle passate stagioni. La squadra del tecnico portoghese, nonostante la disposizione con la linea a tre, grazie alle caratteristiche dei suoi esterni nelle ultime settimane, è diventata una squadra dall’atteggiamento prevalentemente offensivo. Inoltre, l’arrivo di Sergio Oliveira, oggi out per squalifica, ha dato la possibilità a Mourinho di schierare due mezzali offensive e due punte.

La linea difensiva tuttavia, rimane spesso scoperta, subendo spesso la forza offensiva degli avversari. Il centrocampo pur equilibrato dal portoghese o da Cristante, non fornisce la dovuta copertura, anche perché soprattutto sulla sinistra, nel ruolo di esterno a tutta fascia, Mourinho ha preferito la qualità del talentuosissimo Zalewski, alla presenza di Vina, delusione del mercato estivo. La Roma si è dunque scoperta molto pericolosa in avanti e vulnerabile dietro. Una situazione che ha costretto Mourinho ad adottare un modo di giocare improntato alla ricerca costante delle due punte in verticale. Abrasame è un punto di riferimento fondamentale sia per attivare il contropiede, che pero giocare il pallone spalle alla porta e cercare la sponda per l’inserimento del compagno di reparto Zaniolo e le mezzali. L’altra grande fonte di gioco offensiva è diventato proprio Zalewski, che dalla fascia sinistra è in grado di ribaltare l’azione, creare superiorità numerica saltando l’uomo e trovando tracce verticali illuminanti. Un uomo offensivo aggiunto in attacco, che ha cambiato gli equilibri della squadra. Tuttavia, oggi almeno inizialmente potrebbe partire dalla panchina, lasciando “tranquillo” De Silvestri. 

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