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Wimbledon, Djokovic è re per la settima volta. Si infrange in finale il sogno di Kyrgios: 4-6, 6-3, 6-4, 7-6
Nell’avvincente finale andata in scena questo pomeriggio al Centrale di Wimbledon, Nole Djokovic si è imposto per 3-1 sul collega australiano Nick Gyrgios. Per il campione serbo è il 21° Slam in carriera. Il record di Rafa Nadal è ad una sola lunghezza. Questa la nostra cronaca del match.
SPREGIUDICATEZZA. Primo set molto combattuto, entrambi i tennisti sembrano non voler concedere nulla all’avversario. Da una parte l’esperienza e la tattica di Nole Djokovic, dall’altra la fantasia e l’aggressività di Nick Kyrgios. Sarà lo stile di gioco offensivo e spregiudicato del tennista australiano ad essere premiato dal campo, al termine del primo set. Kyrgios diverte e si diverte, con smorzate, pallonetti, colpi da sotto le gambe ed un’eccellente battuta (7 ace e 77% di prime). Dopo aver vinto il break a Djokovic, riesce a tenere il servizio fino al termine del set. 6-4 per l’australiano.
ESPERIENZA. Nel secondo set Kyrgios inizia a sentire la pressione del match: errori sotto rete, servizi sbagliati e palle lunghe. Nole, che aveva perso il primo set sia ai quarti con Sinner che in semifinale con Norrie, inizia a macinare gioco e viene fuori tutta la tecnica e l’esperienza del campione serbo. Colpo su colpo, break su break, con tecnica e relativa tranquillità Djokovic controlla il set: 6-3. Il match torna in parità. Un set a testa.
QUESTIONE DI NERVI. La tensione è alle stelle, i nervi sono tesi, il pubblico rumoreggia: questo non è un match qualsiasi, questa è la finale di Wimbledon. E pare rendersene conto anche un nervosissimo Nick Kyrgios che litiga con il pubblico, con l’arbitro e pure con se stesso. Durante un combattutissimo e spettacolare terzo set, trova anche il tempo per lamentarsi con l’arbitro di uno spettatore “fastidioso”. Djokovic non si lascia distrarre e mostra maggiore tranquillità e consapevolezza rispetto al collega. Il set prosegue e il pubblico si lascia deliziare da giocate spettacolari, ace, palle ad effetto e tanta, tantissima tecnica da entrambe le parti. Nessuno dei due tennisti ci sta a perdere questo set. Dopo i primi 8 game, l’iconico tabellone Rolex del campo centrale di Wimbledon segna il risultato di 4-4, parità assoluta. Ma c’è troppo Nole per Nick e la superiorità tecnica, tattica e soprattutto mentale di Djokovic prevalgono sull’estro dell’australiano. 6-4 per il campione in carica del torneo.
IL FINALE. Il quarto set sembra ricalcare il copione del precedente, ma non sarà così. Questa volta Kyrgios non concede nessun break al rivale e rimane disperatamente aggrappato alla gara con ogni sua forza. 6-6. Si va ai tie break. Nole ancora una volta si rivela superiore al collega. Gyrgios cede fisicamente e mentalmente ai colpi del fenomeno serbo ed il sogno di vincere il suo primo Slam si infrange. 6-3 ai tie break. Come nell’ultima edizione Nole Djokovic spense il sogno di gloria del nostro Matteo Berrettini oggi demolisce le speranze dell’irruento Kyrgios, confermandosi ancora una volta nell’olimpo del tennis: 7-6 per il serbo.
LUCI ED OMBRE. Nick Kyrgios, personaggio eccentrico e controverso – multato durante il torneo per uno sputo verso il pubblico – aveva stupito tutti e contro ogni pronostico si era regalato la finale di uno dei tornei di tennis più prestigiosi al mondo. Entrato nel torneo da outsider, era diventato il primo tennista ad affacciarsi sulla finale di uno uno Slam senza essere testa di serie dal 2008 (quell’anno fu il francese Tsonga ad arrivare in finale agli Australian Open e venne sconfitto – amara coincidenza del destino – proprio da Nole Djokovic). Nello scontro tra genio e sregolatezza di Kyrgios e costanza, tecnica ed esperienza di Djokovic ha prevalso la seconda, ancora una volta. Il momento di Kyrgios non è ancora arrivato: sfortunatamente per lui deve rimanere dietro le quinte perché sul palco di Wimbledon c’è posto solo per Nole Djokovic. Dopo un anno turbolento (sconfitta contro Zverev alle Olimpiadi, finale persa agli US Open contro Medvedev, Australian Open negati perché non vaccinato), Nole può tornare a sorridere. Il re di Wimbledon è ancora lui
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