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Lazio – Bologna: non è il tempo di giudizi definitivi

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A sole 24 ore di distanza dal match dell’Olimpico, affiorano riflessioni che solo in parte possono aiutare a comprendere il risultato maturato nei novanta minuti giocati contro i biancocelesti di Maurizio Sarri: è, comunque, ancora troppo presto (disputata solo una sulle trentotto partite da giocare, un mercato ancora aperto per almeno due settimane e condotto da un professionista –  Giovanni Sartori – che fino a 3 mesi fa, gestiva affari e trattative per una delle migliori squadre del campionato) per arrogarsi il diritto di dare giudizi definitivi su quello che potrà essere il cammino di questo Bologna, nella stagione 2022/23. E la fretta è, da sempre, una cattiva consigliera.

Da quanto si è potuto (poco diremmo, visto il disastro di Dazn di ieri sera, con migliaia di utenti che non hanno visto la partita) vedere in campo, c’è ancora molto da lavorare: non nascondiamo il nostro stupore  quando la scelta è caduta su Charalampos Lykogiannis (al posto di Kevin Bonifazi) fra i centrali di difesa, non comprendendo  le motivazioni dell’arretramento dell’ex Cagliari in un ruolo che poche volte aveva ricoperto fra gli isolani. Il suo ruolo è quello di un cursore a tutta fascia sinistra, non declinabile in altre posizioni della difesa. Difesa che si è segnalata per un’età media molto elevata (si va dai 34 anni di Lollo De Silvestri ai 35 di Gary Medel, passando dai 30 anni di Adama Soumaoro ai 28 di Lykogiannis e ai soli 22 di Andrea Cambiaso, unico vero junior con un minimo di esperienza in serie A), in attesa dell’ambientamento di Jhon Lucumi, 24, e di Joaquin Sosa, 20, (arrivati stasera) che avranno il compito di inserirsi presto nei meccanismi del reparto arretrato e provare a rinforzare il muro davanti a Skorupski. E domenica ci aspetta, fra le mura amiche del Dall’Ara, il Verona che stasera, in casa al Bentegodi, ha preso 5 sberle dal Napoli di Luciano Spalletti.

Ma il problema per il Bologna di ieri non è circoscritto al solo pacchetto difensivo, ma anche nella mancanza di fantasia che potesse “accendere la luce” all’attacco rossoblù, che poco ha prodotto (anche se è giusto tenere a mente che si giocava contro una delle prime 8 squadre del campionato): al di là dell’azione del rigore, ci sono state solo due azioni nitide da gol e poco altro da segnalare. Il possibile arrivo di Josip Ilicic (le cui condizioni psicofisiche andranno comunque sincerate) potrebbe non essere sufficiente all’auspicata svolta offensiva rossoblù, ma potrebbe essere  un buon inizio, soprattutto se verranno pienamente recuperati e motivati i Musa Barrow e i Riccardo Orsolini (ieri un filo polemico sui social, rispetto alle decisioni di formazione del Mister), che possono essere due frecce all’arco di Sinisa Mihajlovic

Ma al 15 agosto, con Lucumi e Sosa già atterrati a Bologna e con Eldor Shomurodov possibile inserimento di qualità in avanti (e un Ilicic che davvero potrebbe essere una ciliegina sulla torta), diventa un gioco di stile iniziare una “caccia al colpevole”, quando il mercato è ancora aperto e con le difficoltà che l’area tecnica ha dovuto sopperire, vista anche la “non presenza”, per le cause purtroppo ben note, di Sinisa Mihajlovic. Come dice il proverbio “Il tempo è galantuomo”, lo è anche nel calcio: le prossime tre partite inizieranno a raccontarci di che pasta è fatto veramente questo Bologna, una volta trovato il modulo giusto per i giocatori presenti e che arriveranno.

Ma non prima.

 

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