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Il Resto Del Carlino – La bella Italia sul tetto del mondo

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La nazionale maschile di Volley rimonta la Polonia e si aggiudica l’oro con un bellissimo 3-1 sinonimo di sofferenza, tenacia e forza. Un favola meravigliosa iniziata già l’anno scorso con la vittoria all’Europeo

È proprio vero gli italiani specie quelli che indossano la maglietta azzurra non hanno mai voglia di arrendersi, anzi non esiste proprio come opzione o parola nel loro vocabolario. Oggi è tempo di festeggiare Fefè De Giorgi e i suoi ragazzi che ci hanno portato sul tetto del mondo del Volley Internazionale. Per la quarta volta il tecnico azzurro si è coronato Campione del Mondo dopo i tre vinti da giocatore tra il 1990 e il 1998. Questo è il quarto e il primo da allenatore e maestro per i suoi ragazzi. Questo titolo come l’europeo di un anno fa è uno schiaffo in faccia a chi sostiene che i giovani non abbiano fame e rispetto. Oggi alle 12.45 la delegazione azzurra di ritorno da Katowice incontrerà il presidente Mattarella, ormai un amico dello sport, pronto a ricevere la squadra per riconoscergli “il grazie” di tutto il paese.

Non ci si spiega come una banda di ragazzi che rappresenta il sestetto più uno titolare della nazionale faccia fatica a trovare posto nei club di Superlega, eppure i “ragazzi terribili” hanno conquistato il tetto del mondo e dominato un mondiale pallavolistico. Un discorso che si potrebbe allargare anche alle società o in una prospettiva più ampia anche ad altri contesti sportivi. Ma non oggi, perché in questo giorno si celebra la vittoria di un gruppo giovane che ha dimostrato di essere alla pari di tutti: della Francia Campioni Olimpici in carica e anche della Polonia che aveva concesso il bis mondiale nel 2018 e nel 2014. Nessuno avrebbe scommesso un euro sull’impresa di Giannelli e compagni e invece questo mondiale è arrivato quasi inaspettato come quello di Julio Velasco di trentadue anni fa. In quell’occasione De Giorgi c’era in campo e il titolo conquistato in Polonia non è altro che la dimostrazione che ai giovani la fiducia non va negata perché pur sbagliando a volte la ripagano sempre.

Ci sarà tempo per capire anche la grandezza individuale di ognuno dei giocatori facente parte della spedizione mondiale. Giannelli, premiato come miglior giocatore del mondiale e miglior palleggiatore, che da quando ha 19 anni calca i parquet più importanti in Italia e nel mondo. Michieletto che da venti mesi a questa parte gioca ininterrottamente, sempre con il sorriso sulle labbra e da veterano. Daniele Lavia che a tratti ci ha ricordato Lollo Bernardi per la sua completezza. Anzani, Galassi e Russo che con i loro muri hanno stoppato gli attacchi avversari e fatto tremare i pavimenti dei palazzetti. Fabio Balaso, l’uomo con la maglia diversa, che ha giocato un mondiale pazzesco prendendosi il premio come miglior libero e il simbolo di un Italia che non molla mai. E poi il nostro opposto, il martello monzese Yuri Romanò che al momento, sembra incredibile dirlo, ma ha trovato spazio da titolare solo nella nazionale, e intanto si è messo via un Europeo e un Mondiale. Ci sarà modo di ringraziarli tutti uno ad uno quando rientreranno in Italia con al collo un’altra medaglia d’oro, ma stavolta una che pesa tantissimo.

L’uomo su tutti a cui fare un plauso e un ringraziamento è senza dubbio Ferdinando De Giorgi. Emigrato in Siberia per allenare poi tornato in Italia. Da quando è alla guida della nazionale ha preso un gruppo di giovani e lo ha portato in alto, anche contro una Polonia spinta da un intero palazzetto biancorosso. Lo ha fatto con parole normali, con la forza dell’educazione e la fiducia riposta in ragazzi che di fiducia facevano fatica a trovarla in altri spazi. Così ha costruito un grattacielo da dove ora guarda gli altri abbagliati da tanta grandezza.

Fonte: Il Resto Del Carlino, Doriano Rabotti

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