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Statistiche e curiosità – Il due volte Campione del Mondo Max Verstappen

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Di questi giorni il mondo della Formula 1 sta attraversando la nuova ondata di polemiche dovuta alla clemenza con cui la Federazione sembra trattare la questione Budget Cup nei confronti della RedBull: una partita, sembra, ormai chiusa e già persa nell’inconcludenza da chi pretendeva un risvolto di tutt’altro tenore. Ma ciò che questa situazione ha in parte offuscato è stata la meritata vittoria del titolo mondiale 2022 da parte di Max Verstappen concretizzatasi la scorso domenica davanti al pubblico di Suzuka. E’ il secondo titolo iridato per il pilota olandese che raggiunge per titoli vinti mostri sacri come Ascari, Hakkinen e Fittipaldi. Ma a margine di meriti e recriminazioni, andiamo a scoprire alcuni dei dati che riguardano il neo campione del mondo rivivendo tratti della sua carriera.

Una gara, un record.

Verstappen si avvicina alla Formula 1 molto precocemente divenendo di fatto il primo di quella nuova generazione di piloti di Formula 1, nati nella seconda parte degli anni novanta, chiamati a sostituire i vari Hamilton, Alonso, Vettel e Raikkonen dopo un periodo improduttivo in termini di talento al servizio della categoria lasciato vuoto da chi li precedette. Così precocemente che il primo giorno che l’olandese scese in pista, il 15 marzo del 2015 al volante di una Toro Rosso, infranse già un primo record diventando il più giovane pilota ad essersi mai presentato ai nastri di partenza di una gara di Formula 1, precisamente all’età di 17 anni e 166 giorni, battendo il primato fissato a 19 anni e 125 giorni da Jamie Alguersuari nel 2009 e rimanendo tutt’oggi l’unico diciassettenne ad avere mai disputo un Gp di Formula 1.

RedBull e giovani talenti, accoppiata vincente.

Nel 2015 il solco tracciato dal percorso di Sebastian Vettel in RedBull comincia già a sbiadirsi (la casa austriaca impiegherà un altro mezzo decennio prima di portare una vettura capace di puntare al titolo) e la scelta di Kjvat come spalla di un compassato Ricciardo (i due disputeranno la peggior prestazione di squadra, ad oggi, dai tempi di Weber e del primo Vettel) non convincerà mai Horner. Nel 2016 la RedBull comincia la stagione con la stessa coppia di piloti dell’anno prima con gli occhi però puntati alla coppia della Toro Rosso composta da Sainz e proprio da Verstappen. Succede così che dieci giorni prima della quinta data di quel mondiale arriva l’ordine dirigenziale: Kvjat torna a maturare in Toro Rosso, Verstappen è promosso a spalla di Ricciardo. Il talento di Max è cristallino e, oltre ai buoni risultati conquistati nel suo primo anno in Formula 1, si è dimostrato un pilota affidabile in termine di gare portate al termine.

Alla RedBull non verrà mai il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata, Max mette subito a tacere le critiche ricevute alla casa austriaca per il precoce scambio di piloti, avvenuto appunto dopo solo quattro gare dal via della stagione, con la rocambolesca vittoria nel Gp di Spagna passato alla storia per la collisione tra i compagni di Mercedes Hamilton e Rosberg. Una gara, una vittoria, un altro record infranto: l’olandese diventa il primo e tutt’ora unico diciottenne (18 anni e 228 giorni) ad aver vinto una gara di Formula 1, il più vicino a questa statistica è ancora Vettel fermo a 21 anni e 73 giorni.

Verstappen si fa spazio così tra i grandi con uno stile di guida che lui stesso definisce “duro” nel duello, caratteristica che nei primi anni di RedBull ha finito per penalizzarlo in più di un occasione ma che specialmente nell’ultimo biennio, complice anche la superiorità della propria monoposto che di fatto ha messo l’olandese in una posizione più confortevole sia in difesa che in sorpasso, è riuscito a bilanciare e mitigare. Tutt’oggi Max è un pilota spigoloso che però riesce ormai ad evitare le situazioni di rischio. Maniaco della cura della gomma quanto Hamilton, Verstappen è capace di guidare ad alte prestazioni senza sollecitare in modo penalizzante i propri pneumatici riuscendo a tirare fuori dagli stessi prestazioni sopra la media, se non i giri migliori, anche quando chiunque altro cominciare a faticare a mantenere il proprio ritmo.

Il primo titolo mondiale per l’olandese, conquistato all’ultimo respiro nell’ultima gara della scorsa stagione, arriva quindi all’età 24 anni e 73 giorni, rendendo Verstappen di fatto il quarto pilota più giovane della storia di Formula 1 ad aver vinto un titolo iridato avanti di poco a mostri sacri come Fittipaldi, Schumacher e Lauda, preceduto invece da piloti più contemporanei come Vettel, Hamilton e Alonso. Una Formula 1 che si fa quindi sempre più confortevole per le nuove leve, lo conferma il bis del pilota Red Bull, raggiunto lo scorso 9 ottobre, che lo ha reso a 25 anni e 9 giorni il secondo pilota più giovane di sempre ad aver raggiunto questo traguardo, secondo solo a Sebastian Vettel che vinse però quattro titoli consecutivi appena atterrato dopo un solo anno di ambientamento nel mondo Red Bull. Al contrario del pilota di Happenheim, Verstappen, complice anche l’insuperabile Mercedes di fine secondo decennio di questo millennio, ci impiegherà sei stagioni di RedBull per centrare l’obbiettivo.

Verstappen ha disputato ad oggi 159 gare vincendone 32 (un tasso del 20%) e ottenendo 1923,5 punti e cioè 12 punti di media a gara, come se fosse arrivato 4° in ogni gp disputato dal 2015 ad oggi. Per fare un confronto puramente statistico e non di performance con altri piloti con all’attivo almeno due mondiali vinti e prendendo come riferimento le gare disputate fino alla stagione del secondo titolo mondiale, Verstappen si colloca, come tasso di vittorie, alle spalle di Vettel (25% di vittorie) ed Hamilton (22%), ma davanti ad Alonso (18%). Se l’olandese sarà un “crack” come lo furono Hamilton e Schumacher è presto per dirlo, altri grandi piloti hanno perso le motivazioni o la competitività della monoposto in questo momento della carriera, ciò che è sicuro è che se a Max piacerà guidare ancora per un decennio potrà fare le scarpe a Raikkonen e compagni anche sui record di longevità.

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