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L’altro spogliatoio: il Bologna fa visita al Napoli capolista di Luciano Spalletti

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Il Bologna nella tana del lupo. I rossoblù questa sera giocheranno la partita forse più complicata di questo avvio di stagione, contro la capolista Napoli. La squadra azzurra vive un momento di assoluta onnipotenza tecnica, giocando un calcio spettacolare e conseguendo una serie di risultati incredibile che non l’hanno ancora vista uscire sconfitta dal campo in questa stagione e le hanno permesso di qualificarsi agli ottavi di finale di Champions League con ben due turni d’anticipo e facendo già il record di gol fatti da una squadra in un girone della massima competizione europeo.

MOMENTO MIGLIORE. Di fatto, al momento la formazione guidata da Luciano Spalletti, sta dominando ma non sta guardando troppo al turnover. Ed in effetti, per la sfida col Bologna, il tecnico toscano perderà due pedine importanti del suo undici-tipo: infatti, contro il Bologna, non ci saranno il mediano Franck Zambo-Anguissa e il centrale difensivo Amir Rrahmani. Due elementi dell’asse centrale degli azzurri, che di fatto dovranno rinunciare a due elementi importantissimi della loro formazione tipo: il camerunense è l’equilibratore naturale della squadra, mentre Rrahmani è l’alunno di Koulibaly, che tra lo scetticismo generale, si è preso la titolarità a suon di ottime prestazioni.
Non solo le assenze, il Bologna si presenta al San Paolo con il Napoli al massimo del suo entusiasmo, un po’ stanco dal numero di partite giocate negli ultimi giorni. Insomma, tutti gli ingredienti extracampo per mettere un freno alla capolista e trovare la prima clamorosa vittoria della gestione Motta.

IL MODULO. Il Napoli ha sostituito due elementi della formazione titolare delle precedenti 6 stagioni, come è noto hanno salutato i partenopei Kalidou Koulibaly e Lorenzo Insigne. Se Kim Min-Jae in difesa sembra non far rimpiangere KK, il georgiano Kvicha Kvaratskhelia ha fatto dimenticare Insigne e sta deliziando il pubblico della Serie A col suo funambolico modo di giocare. Il Napoli di Spalletti gioca con un 4-3-3, con tre centrocampisti con tre compiti diversi: un regista (Lobotka) che gestisce tempi e spazi del gioco, un equlibratore box-to-box (di solito Zambo, ma per il Bologna è possibile che sia Ndombélé con caratteristiche leggermente più offensive) e Zielinski, riportato al ruolo di mezzala, rivitalizzato sia in fase di rifinitura che realizzativa.

PUNTI DI FORZA. La squadra di Spalletti sfrutta le fasce con l’uno contro uno dei suoi esterni (Kvaratskhelia e, di solito, Politano) che creano superiorità numerica grazie alle sovrapposizioni dei terzini, oppure venendo isolati nell’uno contro uno con i terzini avversari. Entrambi gli esterni sanno sia andare sul fondo, che servire il compagno accorrente per mandarlo a sua volta sul fondo oppure accentrarsi per andare al tiro.
Non solo le fasce, gli azzurri attaccano in maniera pericolosissima anche centralmente. Tutti i centrocampisti a disposizione di Spalletti sono in grado di portare palla e ribaltare l’azione, giocare in verticale spezzando le linee di pressione avversarie e inserirsi in area di rigore, grazie agli spazi creati dalla continua spinta degli esterni.
A tutte queste armi, Luciano Spalletti, per necessità a causa dell’infortunio di Osimhen, ha inserito come numero nove il bolognese Raspadori. Con caratteristiche fisiche completamente diverse, Raspadori sta segnando con una continuità mai avuta in carriera. Esaltato dalla possibilità di duettare con esterni e centrocampisti, Jack sta mettendo in mostra capacità tecniche e balistiche ancora inespresse e in area di rigore grazie alla tecnica e alla rapidità di gambe è pericolosissimo. Sarà un ballottaggio fino all’ultimo tra lui e Osimhen, ma per il Bologna il problema di tenere sotto controllo uno o l’altro rimane intatto e molto importante nell’economia della partita.

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