Basket
Dell’Aquila e il Leone S2 #8 – L’importanza della Second Unit
“Siamo partiti due mesi fa con una squadra nuova, ma sono orgoglioso di quanto fatto in questo primo periodo, siamo cresciuti molto e stiamo creando un gruppo unito e coeso. La Effe per me ha un posto nel cuore.“
La frase è pronunciata da Nazzareno Italiano, ospite ieri sera di Icaro Tv. (qui il resto dell’intervista: http://www.1000cuorirossoblu.it/news/55-basket/40844-fortitudo-italiano-a-icaro-tv-orgoglioso-di-questi-primi-due-mesi-c-e-grande-voglia-di-vincere)
Questa è la sua settimana; dopo la prestazione da MVP contro Rimini, l’intervista che suggella il protagonismo in biancoblu e rimarca il legame con la Effe. Un legame bi-univoco, ancor più forte al termine della 7°giornata, quando NazzBuzz, come viene chiamato affettuosamente dai tifosi, resta sul parquet 39 minuti (tutta la partita escluso il garbage time) e chiude con 17 punti e 7 rimbalzi. Un segnale positivo non solo per il giocatore ma per l’intero roster, ora anche limitato da alcuni infortuni. Avere la consapevolezza, parola tanto amata e usata da coach Dalmonte, di poter contare su una cosiddetta Second Unit che sa incidere in modo significativo sulla sfida e non limitarsi a far rifiatare il quintetto titolare è fondamentale per una squadra che punta, più o meno velatamente, ad una post-season importante.
Ma che cosa vuol dire Second Unit? Banalizzando il termine, sono i giocatori di riserva (il quintetto di riserva) anche se nella pallacanestro il ruolo della riserva è decisamente più attivo e coinvolto in una gara rispetto ad altri sport. Scende in campo per rilevare chi tendenzialmente gioca all’inizio e nei momenti topici di un incontro. Parlando sempre di teoria e sapendo che poi le situazioni di una partita sono sempre variopinte, se questa unità si dimostra all’altezza della titolare allora si parla di una squadra dal roster profondo e spesso questo determina ed eleva il valore di una formazione. Non a caso, la forza dei cugini virtussini proviene anche dall’interscambiabilità dei propri atleti.
Tornando alla Fortitudo, dopo un iniziale rodaggio durante il quale andava definito il ruolo di molti giocatori, ecco la gara che certifica quanto possa diventare un prezioso protagonista un cestista come Italiano, determinante nella crescita del gruppo. Non è l’unico. Non si può non vedere, ed infatti è sotto gli occhi di tutti, l’apporto di Valerio Cucci, ultimamente forzato da pivot ma sempre in grado di ferire dal perimetro. Apporto che rende meno pesante il deficit a rimbalzo da parte di coloro che, invece, dovrebbero essere le prime scelte sotto le plance.
“Il problema a rimbalzo? Lo avevo notato sin dai primi minuti in campo, ma stiamo cercando di migliorare anche in allenamento, e continueremo a migliorare nel tempo” ammette lo stesso Italiano.
Quello del rimbalzo è, in effetti, il principale limite tecnico della Kigili, quello che entra tra le cause primarie delle sconfitte, contro le big della categoria in particolare. Le difficoltà di Panni e Barbante (ora out per infortunio al naso) unite all’assenza di Davis hanno costretto Dalmonte a schierare la coppia Italiano-Cucci rispettivamente da 4 e 5. Risultato vincente, nonostante l’avversaria non fosse tra le più quotate del girone. Oltre ai due che maggiormente saltano all’occhio per impatto sulla e sulle partite, va citato anche Alessandro Panni, meno incisivo ma con l’esperienza necessaria da poter esprimersi senza paura in cabina di regia e prendere e segnare canestri dal peso specifico notevole e i momenti focali.
Ci si approccia quindi alle prossime sfide sapendo di poter contare, ora senza più dubbi, quantomeno per molte uscite della regular season, su una Second Unit in grado di giocare da protagonista.
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