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Le pagelle del giorno dopo: Mantova-Fortitudo

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Priva di Aradori e Davis, la Fortitudo non riesce a superare l’ostacolo Mantova (89-80) rimanendo in balia avversaria tutta la gara. Il tentativo di rimonta finale deve fare i conti con il cronometro e i ranghi ridotti biancoblu. Le pagelle del giorno dopo:

– Ygor Biordi (2 pt/2 rim/0 ass) 5,5:

Up: 4 falli in 8 minuti, con espulsione finale, non so se rispecchino una statistica da ascrivere nella parte “up” o “down”. Di sicuro sono sintomo di aggressività messa in campo. In questo senso, con il minutaggio concessogli, non perde tempo.

Down: quando giochi da ottavo uomo, un aiuto maggiore alla squadra sarebbe necessario, il suo non va molto oltre i falli fatti pur essendo in campo quando la gara sembra possa cambiare la sua inerzia in favore dei biancoblu.

 

– Marcus Thornton (8 pt/5 rim/2 ass) 4:

Up: è quasi impossibile salvare qualcosa della prestazione dell’americano: forse qualche piccolissimo dettaglio come 0 palle perse. Neanche lontanamente sufficienti per evitare una prova “flop su tutta la linea.

Down: appunto, tutta la linea. Non riesce a combinare qualcosa individualmente e nemmeno imbeccato dai compagni. Percentuali da dimenticare. Scompare lentamente dalla partita anche se probabilmente non ci è mai realmente stato.

 

– Simone Barbante (8 pt/0 rim/0 ass) 5,5: 

Up: come una settimana fa, è prezioso e determinante nelle ultime fasi della partita, quando la Fortitudo si riavvicina pericolosamente a Mantova e rimette in discussione l’incontro.

Down: un finale in crescendo non maschera (nonostante il look) le difficoltà incontrate nel resto della gara. Leitmotiv: 0 rimbalzi.

 

– Alessandro Panni (11 pt/1 rim/3 ass) 6,5: 

Up: si trova a dover giocare una partita in un ruolo ancora non ricoperto quest’anno. Lo fa con personalità e senso di responsabilità per i quasi 35 minuti in cui rimane sul parquet. Si districa bene nei momenti di concitazione. 

Down: se nel disordine emerge, nell’ordine viene meno. Esempio: ottimo il 3/7 da tre mentre l’1/6 da due non è quello che ci vuole. 

 

– Paolo Paci (4 pt/5 rim/1 ass) 5: 

Up: 5 rimbalzi sono sopra la sua media, almeno questo va scritto. 

Down: piacerebbe scrivere di un apporto attivo diverso e incidente. Non è possibile farlo nemmeno questa volta. Un centro di ruolo si muove come lui ma fa anche molto di più, in questa categoria.

 

– Matteo Fantinelli (23 pt/6 rim/6 ass) 8,5: 

Up: tutto nonostante tutto. Manca Aradori e lui fa il Fantinelli e l’Aradori al tempo stesso. Chirurgico in attacco, energico e trascinatore fino alla fine. Voto altissimo confortato da statistiche che indicano una valutazione finale di 38. 

Down: niente “down” per il capitano, non dopo la prova di ieri. 

 

– Nazzareno Italiano (12 pt/6 rim/1 ass) 5,5:

Up: il suo temperamento, capace di trarre energia dai momenti in cui la sfida si accende e di rendere molto concreta la sua energia.

Down: il suo temperamento, colpevole di farsi prendere troppo dai momenti in cui la sfida si accende fino a perdere la compostezza e farsi espellere. Fosse rimasto in campo fino alla fine magari qualche equilibrio poteva spostarlo.

 

– Valerio Cucci (12 pt/4 rim/1 ass) 5:

Up: quando scende in campo non passa inosservato, riuscendo a lasciare sempre un segno, nel bene ma anche nel male (sportivamente analizzando).

Down: nella straripanza si perde, oltre a 6 palle, anche il flusso offensivo avversario tentando di limitare gli avversari con i falli. Quando ne commette 5 si esaurisce una prova molto poco sostanziosa.

 

– Coach Luca Dalmonte 5,5: 

Up: orchestra come può la squadra nel limite delle proprie disponibilità.

Down: disponibilità che, come lui stesso ha dichiarato, non differirà nella prossima gara. Occorre preparare meglio la strategia offensiva e non farsi prendere dalla foga della partita come lui fa cadendo vittima di un fallo tecnico che doveva evitare. 

 

– Fortitudo 5:

Up: considerate le assenze e sommate alle espulsioni, essere arrivata a pochi possessi dal ribaltare una gara chiaramente indirizzata è un segnale che va preso, custodito e sfruttato come punto di ripartenza. 

Down: l’eccesso di nervosismo non permette alla Effe di giocarsi tutte le proprie carte nel momento più importante della gara. La solita alternanza tra blackout e luce nuovamente accesa tira ancora un brutto scherzo.

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