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Chiacchiere da Bar…bieri – AAA cercasi responsabili
Nello scorso “Chiacchiere da Bar…bieri” parlavo del silenzio che veniva da Ferrari in merito alla guida della propria Gestione Sportiva, in un momento nel quale i quotidiani italiani stavano fornendo indiscrezioni sul futuro di Mattia Binotto. Meno di 24 ore dopo sono stato prontamente smentito dalla Casa di Maranello, che ha comunicato le dimissioni di Binotto, comunicando inoltre di aver iniziato il reclutamento di un nuovo Team Principal.
I livelli di analisi di questa situazione sono almeno tre. Partiamo con ordine: perché Ferrari non ha già individuato il nuovo Team Principal? In tanti analisti danno il tecnico italo-svizzero come licenziato da Ferrari, quando il comunicato dice che è stato Binotto a lasciare il proprio posto di lavoro, dando disponibilità a mantenere il proprio ruolo fino al 31 dicembre. Considerando come rispondenti al vero le parole dell’azienda modenese, il messaggio affidato al comunicato stampa che solo in questo momento Ferrari sta cercando un nuovo responsabile della Scuderia è perfettamente in linea con le circostanze. Non avessero inserito questa precisazione, si sarebbe dato per scontato che Ferrari stessa fosse già in cerca di un successore di Binotto quando questo era ancora in carica, smentendo di fatto la smentita, perdonatemi il gioco di parole, fatta dalla Scuderia nel fine settimana del GP di Abu Dhabi. Da questo punto di vista la situazione pare esser stata gestita in maniera impeccabile, almeno verso l’esterno. Io in genere mi limito a commentare i fatti per come vengono esposti ufficialmente dalle parti in causa, naturalmente fino a prova contraria, quindi su ciò mi baso. Diverse fonti parlano di John Elkann e Benedetto Vigna sfiduciati nei confronti di Binotto e questo penso ci possa stare. D’altronde il reggiano non è stata una figura scelta da Vigna ed è lecito che l’Amministratore Delegato non fosse in sintonia con il vertice del progetto F1.
A questo punto viene il secondo punto: come mai Ferrari ha deciso di farsi sfuggire un talento come Mattia Binotto, nato e cresciuto in azienda? I temporeggiamenti possono essere imputabili alla doppia funzione di Binotto che a tutti gli effetti era sia Team Principal sia Direttore Tecnico. Rinunciare a lui equivaleva a dire dover cercare due sostituti all’altezza per due ruoli di primissimo piano in una scuderia di Formula 1, nonché mettere alla porta una memoria storica dell’azienda. È una di quelle scelte che non si prendono a cuor leggero, in nessuna realtà imprenditoriale. Soprattutto se la risorsa in questione può andare a finire alla concorrenza. In tanti puntano il dito contro la decisione della Ferrari. Ribadisco quanto sopra: per quanto ne sappiamo, la decisione è stata di Binotto, non di Ferrari. Molti contestano a Ferrari il fatto che non si sia provato a mantenere Binotto in rosso come Direttore Tecnico. La domanda mi sorge spontanea: voi come fate a sapere che non ci sia stato un tentativo in tal senso? E se così fosse, secondo voi un’azienda come Ferrari non ha valide ragioni per non cercare di trattenere uno dei suoi migliori uomini, formato fin da giovane tra le proprie mura?
È bello pensare che noi esterni siamo gli unici capaci, coloro che sanno sempre tutto e sanno sempre come si doveva fare, mentre i professionisti siano dei veri e propri sprovveduti. Mi piace pensare che, se loro sono i protagonisti di questo business mentre io sono solo un osservatore, qualche talento in più di me questi ce l’abbiano.
Terzo capitolo: come sostituire Mattia Binotto? Innanzitutto, bisogna sostituire sia il Team Principal che il Direttore Tecnico, come scritto sopra, compito tutt’altro che semplice. In secondo luogo, le voci maligne parlano di diversi professionisti, possibili futuri Team Principal, che avrebbero declinato le lusinghe di Elkann e Vigna. Tra questi, ci sarebbe Christian Horner. Credo che siamo nella classica situazione delle voci incontrollate in sala di fantozziana memoria, quando durante la proiezione della Corazzata Kotiomkin si sussurrava di un goal di Zoff di testa contro l’Inghilterra sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Al momento un papabile successore di Binotto potrebbe essere Frederic Vasseur, in uscita dalla Sauber, mentre ci sarebbero anche due profili in lizza, dei quali ancora non si è fatto il nome.
Francamente, mi appassiona di più il totonomi del prossimo Festival di Sanremo che questo. Chiunque arriverà a Maranello sarà chiamato a gestire il prossimo campionato senza poter di fatto incidere sulla stagione 2023, durante la quale dovrà anche creare le basi per il futuro. Fondamenta gettate da Binotto, che ha deciso di non proseguire il lavoro iniziato. Lo aveva detto, l’attuale Team Principal a scadenza: prima costruiamo una macchina competitiva, poi mettiamo a posto la squadra. Il primo obiettivo era stato raggiunto, mancava il secondo. Per il futuro, ricordo però a tutti, dalla dirigenza Ferrari che di certo non ha bisogno dei miei consigli, fino agli appassionati, che anche Jean Todt impiegò otto anni per instaurare un ciclo vincente. Chris Horner in Red Bull ha impiegato sei stagioni, mentre Mercedes cinque, prima di vincere un titolo. Nessuno ha la bacchetta magica, di certo sarà difficile per chiunque dare un’immediata sferzata all’ambiente rosso. C’è bisogno di tempo e di molta calma.
Infine, mi permetto una riflessione. Mentre noi appassionati ci accapigliamo sulla Scuderia Ferrari e sulla mancanza di risultati, quanto preoccupa alla proprietà questo digiuno di vittorie? A mio modestissimo parere, poco. Stiamo parlando di un’azienda in salute, che apparentemente non deve mettere mano ai bilanci per farli quadrare (e di sti tempi in Exor è grasso che cola), che ha un eccesso di domanda per alcuni propri prodotti. La scuderia di Formula 1, in questo contesto, sembra essere un accessorio, un mezzo pubblicitario. John Elkann, tra le altre cose, mi sembra un Presidente che non ha capito questo sport, al contrario di Luca Cordero di Montezemolo, suo maestro durante il periodo di praticantato nelle aziende di famiglia. D’altronde, come si può essere soddisfatti per un giro più veloce in gara?
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