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Il Personaggio Della Settimana – Patrick Tambay
Sciatore a quattro ruote
Quando viene a mancare un personaggio amato e che ha fatto parte di un qualcosa di immensamente vasto come la storia della Formula 1, inevitabilmente lascia un vuoto non solo per chi vicino a lui ha vissuto tutta la sua vita ma anche per chi fuori dalla cerchia familiare ne ha apprezzato le gesta e ammirato l’esempio. Domenica casa Ferrari ma più in generale il mondo della Formula 1 e del motorsport si è vestito a lutto per la scomparsa di Patrick Tambay, storico pilota francese che si è dilettato in moltissime avventure diverse nel sorso della sua carriera oltre ad aver abbracciato la Motor Valley, in un momento in cui a Maranello su respirava tutt’altro che aria di spensieratezza e gioia.
Partito dagli sci
Il parigino classe 1949 è sbarcato molto presto nel mondo dei motori appassionandosi alle quattro ruote. Alla neve dei monti ha preferito l’odore della benzina, il rombo dei motori e i trucioli di gomma sull’asfalto dimostrando subito una velocità impressionate. Il primo traguardo raggiunto fu la vittoria al Volante Elf e da lì iniziò la scalata verso la vetta del motorsport. Dopo la trafila nelle formule minori e una parentesi nella CanAm nel 1977 arriva la grande occasione in Formula 1 con una Surtees nel Gran Premio di Francia dove partecipa ma non si qualifica per la gara. Dopo la scuderia britannica ottenne un’altra occasione con la Theodore Racing, squadra che correva con le Ensign, dimostrando di essere un pilota che apprendeva molto facilmente arrivando ad ottenere piazzamenti importanti e i primi punti iridati. Il suo cammino proseguì in McLaren con lo storico team inglese che ormai viveva un momento di declino dopo gli anni di vittorie con Hunt. Il rapporto sin dagli inizi non fu idilliaco e di fatto dopo due stagioni deludenti Tambay decide di correre nuovamente per il team di Hong Kong prima di tentare anche il passaggio dalla scuderia di casa, la Ligier. Purtroppo i risultati non sono dei migliori e la sua stagione 1981 termina con otto ritiri e un solo punto conquistato. Dopo vari passaggi e ritorni alle competizioni tra il 1980 e il 1982, stagione che aveva lasciato già all’inizio dopo l’ingaggio della Arrows perché deluso dal circus della massima serie. Arriva un’occasione da sfruttare al massimo, quella chiamata che ti può cambiare la vita.
Sostituto di lusso
Il suo stile di guida ricordava già un uomo che in Ferrari fece la storia del Cavallino: Niki Lauda. Tambay in pista assomigliava all’austriaco nella pulizia e delicatezza con cui disegnava le sue traiettorie e quando la Scuderia di Maranello passò attraverso la tragedia di Zolder con la morte di Gilles Villeneuve fu lui l’uomo eletto per prendere la monoposto del canadese accanto al suo connazionale Didier Pironi. Sulla Rossa della Motor Valley Patrick riesce a tirare fuori quelle qualità innate che lo portano ai vertici della competizione. Ottiene un podio alla sua seconda gara in Inghilterra prima di consacrarsi definitivamente vincendo la sua prima gara in Formula 1 a Hockenheim. Con la Ferrari passa due stagioni a livello altissimo dal punto di vista della performance ottenendo anche la sua seconda vittoria nel cuore della valle dei motori a Imola, tra le curve dello storico circuito Enzo e Dino Ferrari. Il resto furono altri buonissimi risultati con podi e piazzamenti che gli consentirono di chiudere la stagione 1983 al quarto posto.
Patrick Tambay con Renè Arnoux con la loro Ferrari 126 C3 pronti per la stagione 1983 – Credits to Ferrari.com
Post F1
La sua carriera continua in Renault dove continua la striscia positiva su quanto ottenuto in Ferrari anche se il suo albo di vittorie si ferma alle due conquistate in rossa e quelle rimangono. Con la Scuderia francese Tambay porta a casa gli ultimi risultati utili della sua carriera prima di finire il suo percorso nella massima categoria alla Lola e chiudere con gli ultimi punti della sua carriera. La sua era post F1 recita gare rinomate come la Dakar e la 24h di Le Mans corsa con la Jaguar, ma anche una vita al di fuori della pista che lo ha portato ad essere impegnato come commentatore per la Formula 1 e come personaggio attivo nella politica. Il suo animo rispecchiava lo stile visto in pista. Patrick era un uomo delicato e di buone maniere tanto da prendersi il titolo di “Pilota Gentiluomo” benvoluto da tutto il paddock anche per il suo carattere schietto e il coraggio di saper rimanere in disparte quando il mondo che rappresentava non rispecchiava i suoi valori e le sue idee.
La vittoria di Patrick Tambay a Imola nel 1983, la seconda della sua carriera e l’ultima – Copyright: YouTube,gibomber
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