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Calcio

Racconti Mondiali – 22 giugno 1974, lo scontro tra le due Germanie (3/3)

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Il 5 gennaio 1974, a Francoforte, desta scalpore il sorteggio volto a delineare le componenti della prima fase a gironi del Mondiale. Questo si sarebbe svolto nella Repubblica Federale Tedesca di lì a sei mesi, e la sorpresa è l’inserimento della nazionale di casa nello stesso gruppo della Germania Est. Quella RDT che, seppur lontana anni luce sotto mille punti di vista, in realtà era appena al di là del muro.

La Repubblica Democratica Tedesca, lo stato a Est a trazione sovietica sorto dopo le ceneri della Seconda guerra mondiale, aveva da tempo investito sull’ambito sportivo. Anzi, la questione sportiva si era resa traino di una logica identitaria portata avanti dal governo centrale a più riprese, volenteroso parallelamente di espandere e migliorare la propria immagine dinanzi agli occhi stranieri. Tuttavia, il focus veniva sistematicamente spostato sulle discipline individuali, considerate più abbordabili rispetto al trionfo collettivo e complesso ricercato dal calcio.

In ogni caso, la selezione del ’74 non pecca di talento, e anzi la notizia dell’inserimento nel medesimo girone della Germania Ovest viene accolta con favore dalla stampa filoccidentale. Non si temono, insomma, potenziali figure drammatiche, ma anzi si prospetta quello che può essere simbolicamente un ulteriore ponte volto ad avvicinare le due Germanie.

Detto ciò, la tensione all’alba del 22 giugno è palpabile, in quanto la partita è nonostante tutto carica di tensioni politiche e ideologiche, ed ambedue le selezioni (nonché i tifosi) risultano vogliose di affermarsi sull’altra. L’unico precedente risale a due anni prima, nel match valevole per le Olimpiadi di Monaco, dove però la selezione occidentale scese in campo nella sua versione olimpica, al contrario di quella Est poi vittoriosa per 3-2.

Ventiquattro mesi più tardi, ad attenuare i bollori interviene (in parte) la posta in gioco sul piano sportivo, quasi nulla in quanto l’incontro non pregiudica la qualificazione al turno successivo per entrambe. La selezione Ovest, infatti, ha agevolmente superato prima il Cile e poi l’Australia, mentre gli orientali giungono all’ultima gara forti di un bottino di quattro punti, ergo da giocarsi rimane unicamente il primato nel girone. 

Tuttavia, l’indicazione circa l’importanza della gara proviene ad esempio dall’atteggiamento dei vertici della RDT, che decidono addirittura di rilasciare circa 8.000 visti turistici al fine di supportare la squadra dagli spalti, dove ad affiancare gli esponenti federali appare anche l’ambasciatore filosovietico.

Alle 19.30 locali l’arbitro uruguaiano Ramon Barreto dà inizio alle ostilità. A muovere la palla sono i padroni di casa della RFT, favoriti alla vigilia, che cercano di instradare subito la partita dalla loro parte: al 3’ di gioco sfiorano il goal con un tiro da fuori di Gerd Muller, e sette minuti più tardi Grabowski in spaccata non trova la porta di un nulla. Con lo scorrere della gara, tuttavia, gli attacchi dei bianconeri si fanno sempre più sterili, e il portiere avversario Croy non corre particolari pericoli. Anzi, al 32’ sono gli orientali a recriminare per l’errore a porta spalancata di Kreische, a cui però risponde il palo colpito sempre da Muller qualche minuto più tardi. Sul finire del primo tempo sono ancora gli uomini in casacca blu a rendersi pericolosi, con il numero 13 che sfiora il goal con un diagonale mancino, rendendo così l’idea di un equilibrio in campo molto più marcato rispetto alle previsioni.

La seconda frazione si sviluppa proprio in tal senso, sulla scia di una partita bloccata, dalle tante conclusioni dalla distanza. Almeno sino a quando Jürgen Sparwasser decide di cambiare la partita, iscrivendo per sempre il suo nome nella storia.

Al minuto 78, la mezzala tedesco orientale si invola sul lancio di Kurbjuweit, supera con una gran giocata Hottges e Vogts, e scarica un bolide di destro che si insacca alle spalle di Maier. Esplodono i pochi tifosi selezionati dell’Est, ammutoliscono gli oltre 50.000 di casa. A poco serve il forcing finale attuato dalla squadra allenata da Helmut Schön: il risultato rimane di 1-0.

La vittoria della RDT arriva tra lo sbigottimento generale, con un’insperata esplosione a bordo campo e l’incredulità che aleggia negli occhi dei tedesco occidentali. La stampa della Germania Est, conscia della superiorità avversaria, non aveva eccessivamente caricato di pathos il match per timore di cadere in un passivo pesante, e invece si era ritrovata un gruppo incredibilmente solido e organizzato, capace di tenere testa a larghissimi tratti alla controparte, senonché addirittura di superarla in diverse fasi.

Ciò nonostante, anche dopo la partita, non vi sono eccessivi incensamenti per la squadra, che tra l’altro si ritrova – proprio a causa della vittoria sulla RFT – nel girone di ferro comprendente tra gli altri Argentina, Brasile, e lo spauracchio orange rappresentato da Cruijff e compagni. Paradossalmente, infatti, la sconfitta favorisce gli occidentali, che inseriti in un gruppo più morbido diverranno poi campioni.

Ma al netto del proseguire del torneo, la gara e il nome del centrocampista saranno destinati a rimanere per sempre nella storia del Mondiale. Qualcuno raccontò che a distanza di anni, i tedeschi poi riuniti finirono spesso col chiedersi “E tu dov’eri al goal di Sparwasser?”, mentre le malelingue che il governo di Berlino Est gli intestò addirittura una casa, un’auto e un conto in banca.

Il giocatore, intervistato in seguito, smentirà. Ma il tabellino porta il suo nome, e la Germania Est ha incredibilmente, e per sempre, vinto 1-0.

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