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Esclusiva – Bonacini: “Sono ottimista per la ripresa. Voglio migliorarmi ogni giorno”

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Elena Bonacini, classe 1998, è uno dei perni del centrocampo del Bologna che, fino a questo momento, ha ottenuto grandi risultati nel suo girone di Serie C. Bonacini è stata una degli innesti estivi rossoblù dopo una stagione giocata in Serie B con il Pink Bari, categoria che speriamo possa presto riabbracciare con il Bologna.

Quando è cominciato il tuo rapporto con il calcio? C’è qualche figura particolarmente significativa che ti ha aiutata nell’inserimento?

 Ho iniziato già a sei anni, da piccola, in una squadra di maschi: la squadra della mia parrocchia. Poi ho un fratello due anni più grande di me e giocava sempre con i suoi amici allora ho detto «Anch’io gioco con loro!». Da lì ho fatto un po’ di stop e poi ho iniziato col femminile.

Hai trovato difficoltà nell’inserirti in squadre miste?

Probabilmente ero così piccola che non ho neanche fatto caso al fatto che loro [i maschi] si cambiassero tutti in uno spogliatoio e io ero in uno spogliatoio da sola, però non mi è per niente pesato. E poi comunque no, ero in un ambiente parrocchiale, molto familiare e conoscevo tutti, quindi ero molto tranquilla.

Tu sei di Reggio Emilia e quindi fai avanti e indietro: quanto è difficile per te? Quanto ti crea problemi questa ora di strada?

È un po’ stancante anche perché ci alleniamo di sera, non è tanto la strada da fare quanto l’orario perché dobbiamo fare un’ora in autostrada al buio. Poi di pomeriggio lavoro anche un pochino, quindi le cose si sommano.

Il calcio femminile, è uno sport che non è riconosciuto, se non al massimo livello, come professionistico in Italia, il che implica impegni extra-calcistici. Come vivi questa cosa? Ti crea delle problematiche con la gestione del tempo?

Sicuramente a livello fisico è impegnativo, si sente: arrivo a casa la sera che vado a letto diretta. Però, a livello emotivo, ti dà tanto.

Ti senti ottimista su un possibile sviluppo a livello di riconoscimenti del calcio femminile?

Nel breve periodo non saprei, sicuramente ci vuole ancora parecchio tempo. È già stato fatto questo passaggio con il professionismo in Serie A, secondo me per un ulteriore sviluppo ci vorrà ancora un po’ di tempo.

La vostra stagione per ora sta andando a gonfie vele. Quali sono le tue sensazioni sulla ripresa?

Domenica abbiamo la Coppa che è già un test in vista del campionato. Personalmente sono ottimista, abbiamo già fatto una buona prima parte e con gli innesti, le ragazze che sono arrivate, si può fare ancora meglio.

Il linguaggio del calcio è prettamente maschile e non inclusivo. È una cosa che ti infastidisce?

Personalmente non la sento tanto, non è una tematica che mi tocca più di altre. Legato ai ruoli, penso a “portiere” e portiera” suona un pochino male più che altro perché non ci siamo abituati per una questione culturale.

Hai avuto modo di vivere la città?

Ho vissuto un pochino la città perché ho fatto la triennale qua a Bologna, da pendolare, però mi è sempre piaciuta perché è una città abbastanza grande, ma non troppo. Non è Milano o Roma e neanche una città piccola dove tutti conoscono tutto di tutti. È abbastanza grande e si vive bene.

Un tuo sogno? Un tuo augurio a te stessa per il futuro?

Continuare sempre ad avere sempre la voglia di migliorarmi ogni giorno, perché credo davvero che così si possa migliorare.

Le tue passioni extra-calcio?

In generale direi lo sport, qualsiasi, e stare sempre in movimento: penso che per me sia il modo migliore di entrare in relazione con gli altri.

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