Seguici su

Basket

Dell’Aquila e il Leone S2 #16 – Senza Aradori la Effe gioca meglio? Falso

Pubblicato

il

Pare di gran tendenza, tra tifosi e soprattutto non tifosi, attribuire il merito dell’ottimo inizio d’anno della Fortitudo all’assenza di Aradori. Tra scherno e battute al limite dell’accettabile (forse oltre), il protagonista degli ultimissimi giorni biancoblu è proprio l’ex azzurro fermo ai box per microtendinite achillea. Sebbene manchi ancora qualche giorno al suo rientro completo in gruppo, sembra che qualcuno già rimpianga il roster senza il veterano sottolineando come questa Effe giochi molto meglio a ranghi ridotti. 

E’ ora di sfatare quello che è diventato un mito in una settimana: la Fortitudo non gioca meglio senza Aradori. 

Ovviamente l’affermazione va spiegata con ordine, a partire dal più grande dei classici che ruota attorno alla figura del numero 4 ossia la poca presenza difensiva. “Senza di lui la Effe finalmente è più presente in difesa”. A conti fatti, non è vero. La media punti subiti dalla Fortitudo in stagione è 75,7, nelle ultime due gare (con Aradori assente) scende a 72,5, appena due punti e mezzo che non giustificano il pensiero. Se poi si vuole unire alla statistica anche la terza gara nella quale Aradori non è sceso in campo, contro Mantova, il numero sale a 78, leggermente sopra la media. 

Matematicamente, quindi, l’efficienza della retroguardia biancoblu è invariata. Si può poi estrapolare un ragionamento laterale che verte sulla responsabilizzazione del collettivo in assenza del go-to-guy, vero ma semmai evidente passando al lato offensivo.

A sorprendere, infatti, può essere il dato riguardante i punti segnati dalla squadra in queste tre partite: 87,3, nettamente più alto rispetto alla media di 78,9. Anche qui, però, la distribuzione dei canestri non risulta sensibilmente sbilanciata né in un verso né nell’altro in questo confronto. Quasi sempre la Fortitudo riesce a portare in doppia cifra circa cinque giocatori, evento che si ripete con e senza il numero 4 sul parquet.

Conseguente o meno all’infortunio di Aradori, riprendendo il discorso di responsabilizzazione di tutta la formazione, vanno però segnalati tre upgrade molto importanti e interessanti in chiave sia futura sia immediata.

Il primo è sotto gli occhi di tutti e oggettivamente slegato all’assente presente: Steven Davis. La sua evoluzione quasi improvvisa riaccende le speranze ormai perse di rivedere l’americano di Biella capace di fare il bello e il cattivo tempo in A2. Atletismo ben indirizzato, presenza mentale in campo ed impressione di vederlo finalmente inserito nel gioco della Kigili. Il tutto da una partita all’altra, da 0 a 90 (per dire 100 serve conferma) in tre giorni. La miglior notizia del breve finora 2023 fortitudino che si unisce ad altre due evidenze che, invece, si possono legare maggiormente all’assenza del cagnaccio perché ci si muove attorno ai suoi ruoli di competenza. Una è la crescita di Panni. Non però da playmaker ma da guardia tiratrice, molto più capace di rilevare Thornton in attacco che di alternarsi a Fantinelli in cabina di regia. Questo suggerisce un suo cambio di utilizzo anche quando Aradori tornerà a disposizione? Un dubbio interessante come interessante l’ultima prestazione dell’appena citato Marcus Thornton. Da lui ci si potevano aspettare tanti tiri presi ed un protagonismo da “prima donna” in attacco ed invece è l’assistman perfetto che preferisce il giro palla alla soluzione individuale. I soli 8 punti, uniti alla frequente solidità difensiva, nascondono una prova da giocatore di sistema straordinario per la categoria, quello che non nessuno si aspetterebbe mai da una guardia americana. 

Scenari inediti e risultati convincenti ma, in definitiva, la Effe gioca meglio senza Aradori? No, gioca diversamente. Non molto diversamente ma con accorgimenti atti a rimediare alla sua mancanza. Il merito però non è dell’infortunio ma di Dalmonte e il suo staff, in grado di lavorare su un piano partita coinvolgendo tutta la squadra per 40 minuti senza perdita di lucidità. A questo si aggiunge la necessità trasformata in virtù, che si traduce nelle intuizioni offensive andate a segno (in tutti i sensi): Panni e Thornton su tutte.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *