Mottastics: i numeri (e le considerazioni) ai tempi di Thiago Motta
La vittoria di sabato contro i blucerchiati per 1 a 2 è la terza, con il medesimo punteggio, in trasferta del 2023: con l’Udinese in rimonta, con Fiorentina e Sampdoria prima in vantaggio in entrambi i casi, poi subendo il pareggio, infine siglando la rete della vittoria. Questi sono i fatti. Un percorso virtuoso che, forse, non rende ancora merito al lavoro svolto prima da Giovanni Sartori e poi dal subentrante Thiago Motta, accolto da scetticismo della piazza che, col fiorire dei risultati positivi, lo ha eletto come autentico valore aggiunto di questa squadra e dei suoi attuali successi.
In questa rubrica, qualche settimana fa (prima del Derby dell’Appennino, per la precisione, quando si era noni) si invitava a pensare in grande ma non in grandissimo e, comunque, si ragionava sull’ipotesi che la nostra classifica poteva essere migliore se quei quattro pareggi con squadre che lotteranno per non retrocedere (per la cronaca Verona, Salernitana,Sampdoria, Cremonese, tutte fra le mura amiche del Dall’Ara e tutte e quattro finite 1 a 1), fossero finiti con l’1 in schedina e non con l’X.
Se.
Nel frattempo, nel web ovviamente, alcuni “arditi” stanno ragionando in queste ore (a proposito di pensare in grande), che se prendessimo la classifica delle ultime 13 giornate, il nostro Bologna risulterebbe in zona Champions League (quarto per la precisione), dietro ai marziani partenopei (che solo loro possono perdere questo scudetto) e ai nerazzurri milanesi e ai penalizzati bianconeri, ma davanti al Milan, ai giallorossi capitolini e ai nerazzurri di Gasperini (che oggi hanno perso e male, secondo noi, da un Lecce di buon comando ma nulla di irresistibile).
Se.
Peccato che la classifica ufficiale, quella ad oggi, parli di 23 partite già giocate e in quelle 10 mancanti si possano contare ben 5 sconfitte, tutte con squadre di altissima classifica (Lazio, Milan, Empoli, Juve e Napoli), tranne quella subita in casa contro i toscani, la prima con Motta in panchina, ma non la peggiore, per cui occorre quanto meno invocare l’attenuante.
La teoria dei “se” potrebbe continuare, ma ci porterebbe nell’incoerenza di una realtà apocrifa e parziale, che piega ai nostri desiderata situazioni che invece si sono tradotte in partite (perchè di questo stiamo parlando) che hanno sviluppato tutto il loro percorso: quello di una squadra, con 8/9 innesti estivi, che ha vissuto l’avvicendamento (poi la tragica scomparsa) di un allenatore e la ripartenza con un altro mister che ha avuto la necessità di calarsi in una realtà nuova, commettendo errori e cercando soluzioni, come un allenatore deve poter avere il tempo di fare.
Ed ora questa classifica è la riprova che la squadra, questa squadra, su cui nelle prime giornate (ma non solo) si erano sollevati dubbi e istruito processi sommari, era stata finita di costruire con logica (sarebbe ingiusto verso Bigon non riconoscergli almeno una parte del merito) da un Direttore Sportivo, quel Giovanni Sartori, che ne capisce di calcio e ora i fatti gli stanno dando pienamente ragione.
I fatti, non i se.
E questo ci permette di pensare in grande, anche se non in grandissimo, perchè la realtà è finalmente questa, con l’auspicio che a questa stagione segua un’altra stagione di investimenti mirati e non di “smantellamenti”, perchè a noi, pensare in grande, incomincia a piacere.
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