Bologna FC
Il Resto del Carlino – John Lucumì:” I tifosi mi chiedono di portarli in Europa”
In una lunga intervista rilasciata al Resto del Carlino, Jhon lucumì si è raccontato, partendo dalla sua infanzia vissuta a Calì (complicata, perché complicato era il contesto), dove era la nonna che lo accompagnava agli allenamenti, mentre i suoi lavoravano duro per sostenere la famiglia.
Jhon nasce con la voglia di essere un calciatore e questa voglia lo ha portato lontano: prima approda in Europa e precisamente in Belgio (al Genk, fucina di campioni poi affermatisi con altre maglie, come Thibaut Courtois del Real Madrid e Kevin De Bruyne del City) dove gioca dal 2018 all’anno scorsa (la leggenda che era ad un passo dal Barcellona non è mai stata confermata dal diretto interessato).
Poi Giovanni Sartori approda al Bologna e con lui arrivano alcuni colpi di mercato: Jhon è fra i primissimi ad essere cercato, per rinforzare la difesa, viste le partenze di Arthur Theate e Aaron Hickey. Diventa titolare in poche partite e da allora ha sempre avuto la fiducia dei suoi mister (Sinisa Mihajlovic e Thiago Motta).
Ma l’intervista inizia alla rovescia cioè dall’ultima partita: quella vittoriosa con l’Inter (“L’emozione è stata grande, grandissima perchè come squadra abbiamo lavorato una settimana intera per regalarci una gioia così e riuscirci è stata una felicità immensa“) e del clean sheet nato dalla cooperativa Lucumì- Joaquin Sosa (“Noi li abbiamo marcati bene, ma il risultato è frutto del lavoro di tutta la squadra“), vittoria che porta inevitabilmente a parlare dell’attuale allenatore (“E’ un tecnico molto esigente e, dopo la vittoria con l’Inter, lo è molto di più: è molto esigente e si arrabbia, ma ha un grande feeling con tutti noi. Noi prepariamo tutte le gare allo stesso modo, lavorando al massimo: prestazioni così ti lasciano la convinzione di poter giocare faccia a faccia contro chiunque“).
Il settimo posto in classifica, per quanto in coabitazione con la Juventus, ha portato, soprattutto i tifosi a parlare di Europa (“E’ chiaro che stai in quella posizione in classifica ci pensi. Però sappiamo che è un campionato molto difficile. Noi pensiamo solo a lavorare e coltivare una mentalità positiva, siamo sicuri di poter rimanere in gioco fino alla fine“) e la bravura del tecnico è quello di fare pensare a tutti i componenti della squadra di essere importanti, come essere un titolare (“Non so se giocherò, decide il Mister. E’ positivo che siamo tutti pronti , questo ci offre più soluzioni e stimola la competizione, alzando il livello degli allenamenti“).
I tifosi, i suoi tifosi attuali, i suoi concittadini, Bologna differente da Genk (“Si sta benissimo in entrambe le città, ma Bologna è molto più grande e offre tante opportunità. In Belgio si pensa al calcio solo il giorno della gara, in Italia si vive di calcio tutta la settimana, come in Sudamerica“), le ultime domande cadono sull’aspetto umano della sua relazione con la città (“Vivo in centro sono contento qui, i tifosi sono molto carini con me, mi fanno molti complimenti e, ovviamente mi chiedono di portarli in Europa”), città dove nascerà il primo genito (“Io e la mia compagna Daniela non vediamo l’ora che venga al mondo Liam. Nascerà a Bologna a Maggio, una gioia meravigliosa”).
Bologna è pronta ad accogliere il piccolo Liam e fa in bocca al lupo al futuro neo papà: un’altra sfida, ma molto più importante, di quella che affronterà insieme ai suoi compagni, lunedì sera all’Olimpico Grande Torino.
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