Bologna FC
Stadio – L’amico Milito racconta Thiago: «In campo vedeva già tutto»
Lungimirante. Una delle parole che descrive meglio Thiago Motta dagli inizi della sua carriera di allenatore è lungimirante, perché sin dalla primavera del PSG l’italo-brasiliano non ha avuto timore di innovare lo stile di gioco. Non ha avuto timore di dire, nella conferenza stampa di presentazione con il Genoa, che il suo calcio era un 2-7-2 ma visto orizzontalmente, non verticalmente, prendendosi tutto ciò che è venuto dopo. Ma poi arriva lo Spezia, e da essere in bilico nel periodo natalizio, lui salva la squadra a maggio con una giornata d’anticipo, e infine ecco il Bologna: sappiamo tutti cosa è successo qui prima, poi arriva lui e ora se guardi la classifica vedi i Rossoblù al settimo posto. Tutto questo può stupire molti, uno sicuramente no, e risponde al nome di Diego Alberto Milito, “El Principe”, che Thiago lo conosce molto bene, visti i trascorsi. In un’intervista direttamente dalla sua Argentina, più precisamente da Buenos Aires, Milito da una visione esterna sul Bologna di Thiago e chiude con un pensiero sulla sua Inter e sul campionato italiano.
La loro amicizia parte da lontano, e chi meglio di lui può definire com’è l’attuale allenatore Rossoblù: «Uno di grande carattere, capace di farsi rispettare, una persona di grande serietà», e sulla domanda che aleggia maggiormente dalle parti di Bologna, e cioè l’Europa, il Principe risponde così: «Non lo so, soprattutto in Serie A è molto difficile arrivare in Europa. Ci sono tante squadre forti. Ma bisogna dirlo: sognare si può sempre, E poi il Bologna è una buona squadra. Secondo me non sarà facile, ma Thiago ci proverà. L’ho detto: era forte caratterialmente quando giocava e questo temperamento lo sta dando alla squadra. Quindi cercherà di arrivarci fino all’ultimo». Per l’intelligenza che Motta ha sempre dimostrato quando ancora calcava i palcoscenici italiani ed europei con la palla al piede, non poteva non basarsi sulla tattica il suo calcio, e incalzato sul tema, Milito oltre che la tattica analizza lo spessore da allenatore che si è creato Thiago, utilizzando un termine in particolare: «(La tattica) È importante, questo sicuramente. Ma non più di tanto. Devi capire come giocare, che squadra hai di fronte, che giocatori hai. Ma deve esserci un equilibrio interno, altrimenti i moduli lasciano il tempo che trovano […] Anche qui: dipende anche un po’ dai giocatori che hai. Io penso che in parola giusta sia una sola: equilibrio. Si, la parola giusta e quella. Perché nel calcio il punto è che devi capire le personalità di tutti, i momenti, le situazioni. E a volte ci sta che devi essere un po’ più duro». E chi può aver ispirato questa ideologia che traspare dalle parole dell’ex bomber argentino ma anche nel lavoro di Thiago? Il loro maestro al Genoa, Giampiero Gasperini, a cui Milito dedica queste parole: «[…] Infatti non è un caso che tanti ex giocatori di Gasperini stiano allenando. Vedi Palladino, Thiago e altri (Juric, nominato precedentemente nell’intervista). Lui è uno che insegna calcio, uno che ti fa innamorare del calcio, e fa giocare bene le sue squadre. Per me è stato tantissimo».
L’autore della fatidica doppietta in finale di Champions League nel 2010 ha voluto parlare anche di due giocatori che conosce bene e che oggi sono colonne nella squadra Rossoblù, parliamo di Nico Dominguez e Marko Arnautovic, ex compagno di Triplete. Su Dominguez spende belle parole, anche in prospettiva nazionale, che lo aveva visto vincitore della Copa America 2021 ma non presente tra i convocati nello scorso mondiale, poi vinto: «È ancora giovane, ma penso che Nico abbia dimostrato il suo valore lì a Bologna. È importante, gioca spesso, dà il suo contributo. E sarà così quando rientrerà. […] Penso di sì (che sia da Argentina), è già stato nel giro e ha fatto molto bene. La Serie A può essergli molto utile, è un giocatore che sarà in corsa per la maglia della Nazionale». Conosce bene invece Arnautovic, sulla sua gestione, che lo ha visto tutto il tempo in panchina lunedì a Torino, il Principe si allinea alle idee di Motta, Marko può fare panchina: «Eh certo, come no. Marko è un ottimo giocatore, ma le situazioni le devi gestire sempre. Era un ragazzo straordinario, divertente, un ottimo giocatore, veramente ottimo». Diego lo ha visto da giovane, e sa come è di carattere l’oggi 33enne: «Era arrivato molto giovane all’Inter Aveva bisogno di tempo, di crescere. Ma se parla così è perché ha fatto un per corso e ha capito. Il tempo aiuta sempre. Non mi stupisce, anche Marko è una persona di qualità».
Nel corso dell’intervista Milito tocca l’argomento ovviamente più caro a lui, l’Inter, dando valutazioni attuali sull’altalena di risultati che si porta dietro in questo 2023, enfatizzandone più i risultati positivi rispetto a quelli negativi ed elogiando più che altro il Napoli per quello che sta facendo. Da un consiglio alla sua ex squadra, quello di non porsi limiti nemmeno in ambito europeo, lì dove lui ha vinto con loro guidato dallo Special One, quel Jose Mourinho che Milito descrive come un lottatore e un vincente, visto che al suo primo anno a Roma ha portato la Conference League. L’ex 22 nerazzurro sottolinea come lui abbia fatto il DS del Racing in Argentina, lavoro per cui si sente portato, e che non si veda allenatore come il suo Thiago, a cui affida esplicitamente i sogni europei dei Rossoblù: se lo dice uno che di Europa ne sa qualcosa, forse ci si può fidare.
Fonte – Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport – Stadio
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