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Il Resto Del Carlino – Ulivieri: “Tra Arna e Motta tutto normale. I tecnici vogliono solo il bene della squadra”

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L’ex mister fa un’analisi sul momento di Arnautovic e prova a spiegare i motivi delle sue panchine anche attraverso la sua storia personale

Renzo Ulivieri, ex tecnico rossoblù dal 2005 al 2007 e dal 2006 presidente dell’Associazione Allenatori, sa bene cosa serva per mantenere un buon rapporto con i propri giocatori o cosa significhi remare contro la squadra. Così commenta quanto sta accadendo a Bologna tra Motta e Arnautovic con un piccolo accenno alla sua esperienza: “Cecconi mi taceva le battute, Marazzina una volta si sdraio in panchina, Baggio invece prese e andò via. Ogni escluso ha il suo modo di reagire: ma non conosco un solo allenatore al mondo che quando fa la formazione decide di tagliarsi i c.… da solo. Intanto non è un caso che questo dibattito si accenda proprio a Bologna. Bologna ha cultura, ha storia, si appassiona nella dialettica del confronto ed è attratta dal genio dell’artista. E infatti mica si divide su un difensore, che è un ruolo proletario: no, si divide sugli attaccanti.”

Ulivieri ebbe a che fare con Baggio con il quale nacquero alcuni screzi: “Ma la cosa fu semplice. Affrontavamo una Juve fortissima, nel primo tempo l’idea era quella di tirare pallonate in avanti con la  speranza di giocarcela un po’ nella ripresa. Per questo partii con Andersson e Fontolan e prevedevo di mettere Baggio e Kolyvanov dopo l’intervallo. Fu un gesto forte e a quel punto non riguardava più solo l’allenatore, ma coinvolgeva la società. E lì il presidente Gazzoni, da uomo acuto quale era, se ne uscì con una delle sue battute più belle: ‘Ha ragione Ulivieri, però io sono per Baggio’.”

Baggio all’epoca però spostava opinione pubblica e folle: “Cito il vostro Stefano Biondi, che in quei giorni mi disse: ‘Caro Renzo, devi sapere una cosa: se fa gol uno dei tuoi orfanelli (come venivano etichettati i figliocci del tecnico, ndr) io ci faccio tre righe, se segna Baggio una pagina’. Un allenatore capisce bene quel ragionamento, ma non può andargli dietro.”

Ma quindi cosa deve fare un allenatore per avere la coscienza apposto? “Se vuole essere pulito e dormirci sopra la notte deve scegliere partita per partita, cancellando la memoria delle partite precedenti. Quello che il mio giocatore ha fatto prima non conta, per me allenatore conta solo schierare migliore formazione possibile per la prossima gara. Ai miei giocatori dicevo: ‘Non venite mai a chiedermi: mister, perché non gioco?’ Perché la risposta non vi piacerebbe: ‘Non giochi perché domenica voglio vincere’.”

Per questo Ulivieri non è colpito dal fatto che Arnautovic stia in panchina: “Per me è tutto nella norma. Penso che Thiago non lo veda ancora pronto, ma penso anche che quando Arnautovic sarà pronto tornerà a giocare e ricomincerà a segnare”.

Non sarà mai ne il primo ne l’ultimo giocatore a prendersela per non essere entrato: “Ogni calciatore ha il suo modo di reagire. Cecconi che è un ragazzo intelligentissimo e che sapeva quanto fosse importante il ‘noi’ nel mio spogliatoio, un martedì, alla ripresa degli allenamenti, venne e mi fece: ‘Mister mi fa male una gamba’. In quella battuta c’era dello spirito, ma era anche il modo di lanciarmi un segnale: avevo capito ciò che chiedevo a tutti. A Marazzina invece garbava solo tirare in porta e non gli si poteva chiedere un grande lavoro in fase difensiva. Però alla fine accettava le mie scelte”.

Come si suole dire sbagliare è umano: “L’allenatore comanda, poi nessuno è infallibile: anche l’allenatore sbaglia. Ma sbaglia la scelta tecnica: non sbaglia per antipatia”.

Fonte: Il Resto Del Carlino, Massimo Vitali

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