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Stadio – Mai così tante partite saltate in una stagione per Arna: fuori anche per Udinese, Atalanta e Milan

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Ancora una volta. La sensazione che sta provando può essere paragonabile all’entrata in un tunnel del quale non si vede la luce, o quando si vede, è semplicemente un’illusione. Marko Arnautovic salterà sicuramente le gare contro Udinese del 2 aprile in casa, la trasferta a Bergamo con l’Atalanta dell’8 aprile e molto probabilmente anche la successiva gara con il Milan del 16 aprile, di nuovo al Dall’Ara. L’austriaco è stato sottoposto a controlli che hanno dato una diagnosi impietosa: lesione del muscolo estensore del piede destro, con il Bologna che avrà il giocatore presumibilmente già domani all’Isokinetic per pianificare un ennesimo percorso di recupero di questo 2023 che lo ha visto in campo solo 132 minuti su 1170, da gennaio a sabato scorso. Con questo magrissimo minutaggio, Arna non vedeva l’ora di mettersi in luce con la propria nazionale, di caricare ulteriori minuti nelle gambe per poi tornare dopo la sosta e far quello che ha sempre fatto, e invece non accadrà nulla di tutto ciò.

Siamo in una fase della sua avventura a Bologna nella quale il suo nome viene accostato più all’infermeria che al campo, mentre tutti abbiamo nella mente un giocatore che, nella passata stagione, ha saltato solo tre gare per infortunio (e non consecutive, ma a distanza di mesi), così come nella prima parte della stagione corrente ha saltato solo due trasferte: quella di Napoli e quella di Monza, e gli orizzonti non erano certamente quelli che ci troviamo davanti oggi. Ma tutto questo per Marko è una novità, oppure nel corso degli anni si era già trovato ad affrontare problematiche simili con il suo fisico? Diciamo di no, ma la situazione è diversa ora per vari motivi. L’infortunio più grave della sua carriera è stata una rottura del legamento collaterale mediale del ginocchio nella stagione 2011/2012, quando il 23enne Arnautovic, al tempo in forza al Werder Brema, fu costretto a saltare ben 7 gare consecutive. Nelle due stagioni successive, una sempre in Germania e la successiva allo Stoke City in Premier League, Arna su 72 gare complessive ne saltò solo 5, per infortuni di lieve entità o malattia. Da quella prima stagione in Inghilterra fino alla stagione 2017/2018, con in mezzo il passaggio al West Ham, Arnautovic non salterà una gara per infortunio, per tornare proprio in quell’anno a saltare solo 4 gare e sempre per malattia o infortuni muscolari non gravi, visto che la sua assenza dai campi più lunga in quella parte di carriera è di due partite una dopo l’altra. Alle porte dei 30 anni, nell’ultima stagione nel massimo campionato inglese, vive i problemi maggiori, raggiungendo le 7 gare saltate nell’annata 2018/2019 per infortunio, come ai tempi del Werder. Nel suo passaggio in Cina, allo Shanghai SIPG, in due stagioni salta una sola partita per infortunio. In questo excursus della sua cartella clinica negli anni, abbiamo visto quindi che a livello di infortuni, soprattutto muscolari, non ha mai sofferto come quest’anno, con l’appunto sul fatto che il fisico in base all’età reagisce in modo diverso, e nel fiore dei suoi anni Marko ha passato anche tre stagioni consecutive senza alcun tipo di infortunio.

Ma dobbiamo parlare dell’attualità, perché oggi è sotto le Due Torri, e se il massimo di giornate saltate per infortunio in una stagione sono state 7 per lui, questa cifra l’ha raggiunta solo da gennaio ad oggi, attualmente. Il numero di partite fuori diventa 9 con le gare in cui è stato out nella prima parte di stagione, e con le prossime tre sale a 12. La sua importanza nel Bologna è nota a tutti, per questo la società ha voluto fortemente che tornasse il prima possibile per partire subito con il recupero, l’ennesimo, che affronterà con la tenacia che lo ha sempre contraddistinto, perché ora riparte da zero con Motta, e Arnautovic lo sa bene. Si era parlato tanto del loro rapporto, ma il lavoro (tanto caro al suo mister) lo aveva portato a riassaporare finalmente il campo a Salerno: era entrato per risolvere la partita, e invece di nuovo il buio. La luce era solo un miraggio.

Fonte – Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport – Stadio

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