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Dalle vittorie di prestigio alle sconfitte pesanti, l’Eurolega della Virtus merita la sufficienza?

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“In generale penso che in funzione dell’organico e della salute generale abbiamo fatto una Eurolega più che accettabile, 14 vittorie è un numero molto rispettabile. Abbiamo avuto un approccio da debuttanti e quando le assenze sono diventate da 1-2 a 4-5 sono pesate abbiamo avuto un crollo che comunque siamo riusciti a diluire un po’ con la vittoria di oggi. Nella seconda parte della competizione siamo stati credo la sesta squadra di Eurolega. Abbiamo pagato all’inizio e siamo arrivati ad un momento con l’organico che non ci permetteva di competere in nessun modo: quando ti manca mezza squadra è diventato un Everest che non siamo riusciti ad approcciare. Non ho rimpianti perché non avevamo le condizioni per metterci come obiettivo di qualificarci ai playoff, ci abbiamo provato, abbiamo vinto grandi partite, abbiamo giocato grande pallacanestro per molte partite, non all’inizio e non alla fine, ma rimpianti non ci sono.”  

Con queste parole Coach Sergio Scariolo ha riassunto in maniera chiara la stagione Europea della sua Virtus Segafredo Bologna al ritorno in Eurolega, dopo aver conquistato la qualificazione con la vittoria dell’Eurocup 2021-22.  

Ieri si è vista sul parquet della Segafredo Arena una squadra capace, ancora una volta, di reagire ad un momento di estrema difficolta fisica e mentale, battendo l’Olimpia Milano e riaccendendo il suo pubblico dopo la brutta figura dello scorso sabato contro Napoli. Facciamo però un passo indietro e cerchiamo di analizzare la stagione Europea delle Vu Nere che ha visto tanti alti e bassi.  

Un inizio non senza problemi per le Vu nere che hanno pagato cara l’inesperienza come gruppo in una competizione di altissimo livello come l’Eurolega. Le sconfitte con Zalgiris e sopratutto quella con l’Asvel in casa lasciano ancora l’amaro in bocca, sopratutto se sommate a quelle con il Panathinaikos (persa ai supplementari) e il ritorno contro il Bayern. Quattro partite che se portate a casa, proietterebbero ora la Virtus a 18 vittorie, le stesse con le quali lo Zalgiris si gioca questa sera l’accesso ai playoff. Con i se e con i ma ha poco senso ragionare, cosa è mancato quindi alla Virtus per giocarsi l’accesso ai playoff, di cui per alcune settimane si è parlato? Il reparto lunghi si è dimostrato inadeguato al livello medio della competizione, Jaiteh ha pagato cara l’inesperienza e forse la poca forza mentale, lui stesso nella partita di ieri sera quando ha dato segnali di forza si è battuto il pugno sulla testa come a dire che il vero problema fosse lì. Mickey si è visto in due versioni completamente differenti durante la stagione, prima dell’infortunio alla spalla si è visto il giocatore di esperienza europea che la società aveva acquistato in estate, ma dopo l’infortunio alla spalla in campo è sempre sceso il suo gemello scarico, che bisticciava con il ferro e forse anche con se stesso. Bako è stato quello che ci si aspettava, ha creato un buon feeling con Teodosic (cosa che i primi due non hanno trovato) ma quando è mancato il serbo le sue prestazioni sono sempre state da cinque, rimane comunque un buon giocatore da rotazione, che potrà dire la sua nei playoff Lba e forse anche nella prossima stagione. Shengelia è l’uomo dell’esperienza, ha saputo mixare prestazioni di qualità accompagnate da ottimi numeri ad altre in cui si è dovuto sacrificare nella quantità che non si può ritrovare nei semplici dati statistici, affiancargli qualcuno che lo possa liberare da questi sacrifici rappresenterebbe uno step in avanti per il futuro bianconero. Negli esterni il “WHAT IF-FE” è sicuramente Lundberg, un giocatore che realizza 18 punti a Madrid e 20 a Barcellona qualcosa dentro ce l’ha, ma dopo i problemi alla mano la sua stagione è cambiata radicalmente, in lui è tangibile la paura di prendersi tiri aperti, che portano gli avversari quasi a battezzarlo, complicando così gli schemi d’attacco virtussini. 

Sicuramente tra i vari aspetti tecnici la componente degli infortuni ha caratterizzato il percorso Virtus in Eurolega, sopratutto nel finale che ha presentato un calo drastico delle prestazioni e una dura lezione della quale fare tesoro. L’organico, paragonato a quelli qualificati ai playoff non è a livello, ma è anche vero che questa squadra non si è mai potuta allenare al completo e nonostante questo ha raccolto 14 vittorie di cui alcune anche contro squadre di altissimo profilo, rischiando di vincere contro chi questa Eurolega probabilmente se la porterà a casa: quel fallo fischiato ad Ojeleye contro l’Olympiakos, oggi possiamo dirlo, era un recupero pulito che arrivava in un gran finale di partita da parte dei bianconeri.  

Cosa raccoglie di buono la Virtus da questa esperienza? Sicuramente il fatto di essere tornata sul palcoscenico più importante d’Europa, dimostrando in svariate occasioni di poterci stare e anche bene. Aver battuto Real e Barcellona in Spagna, il Fenerbahce, ma anche Maccabi, Stella Rossa e due volte l’Olimpia Milano, che pur non essendoci arrivata neanche vicino, quest’anno puntava final four, lascia sicuramente un bel segno nella stagione della Virtus. Potersi godere giocatori come Marco Belinelli e Milos Teodosic che alla loro età (va specificato) spiegano ancora il gioco nella massima competizione Europea, aver pescato un giocatore come Semi Ojeleye, che nonostante i tanti infortuni, sarà un ragazzo su cui puntare per le prossime stagioni. La solidità di Daniel Hackett, che se ancora ci fosse bisogno anche ieri sera ha fatto registrare una gara da ALL STAR. Far esordire Pajola in Eurolega e vederlo tra i candidati come miglior difensore della stagione, ma anche lo stesso Mannion, inserito nella lista dei migliori under21, ha fatto vedere che con un po’ di esperienza può dire ampiamente la sua. È stato un percorso in cui si è fatta l’esperienza che mancava, della quale non si può non essere soddisfati. Probabilmente si poteva fare qualcosa in più, ma ragionando sull’andamento della stagione si è raccolto quello che a inizio anno si è seminato. In generale il voto alla stagione Europea della Virtus Segafredo Bologna è quindi un 6. 

Le basi da cui ripartire sembrano essere chiare, la volontà è quella di continuare con Sergio Scariolo sulla panchina, al quale sarebbe forse il caso di lasciare maggior libertà nella costruzione del roster, ovviamente facendo i conti sulle possibilità d’investire da parte della società. Ancora la certezza di partecipare alla prossima Eurolega non è arrivata, ma nella Bologna bianconera c’è positività in merito, sopratutto per quelle che sono le dichiarazioni che arrivano da parte della dirigenza e ora anche dei giocatori, come emerge dallo stesso Hackett nel post partita di ieri sera: “ Le cose sono andate bene. È un peccato non poter continuare a giocare in EuroLeague, ma speriamo di tornare l’anno prossimo”. La società ha dichiarato di programmare la prossima stagione, come una stagione di Eurolega già da ora, anche questo sembra un ottimo segnale per il futuro, che ora vedrà le Vu Nere concentrarsi sul finale di campionato e poi nei playoff scudetto che inizieranno sabato 13 maggio. 

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