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Il Corriere di Bologna – Michele Paramatti: “per il salto di qualità è necessario battere le più forti”
Michele Paramatti, la vittoria in casa contro la Juventus manca da 25 anni, sarà questa la volta buona?
” Può esserlo, speriamo. La Juventus arriva da tre sconfitte in fila in campionato e già di per se è un anomalia, significa che non è la schiacciasassi a cui siamo abituati.”
29 novembre 1998, Bologna-Juventus 3-0: il primo gol fu suo.
” Segnammo 3 gol in 28 minuti, fu una giornata speciale. Noi in quegli anni davamo fastidio a tutti e con le grandi ci esaltavamo. Segnai dopo 3 minuti di testa e indirizzammo la partita nel modo giusto: fummo bravi ad approfittarne, chiudendola con Signori e Fontolan. Fu davvero la tempesta perfetta, come la chiamarono.”
In quegli anni il Bologna faceva sempre paura alle grandi: qual era la ricetta?
” La nostra voglia di stupire era tale che volevamo fare l’impresa contro tutti, come dimostra il raggiungimento di una semifinale di Coppa Italia e soprattutto della semifinale di Coppa Uefa.”
Nel 2000 la acquista la Juventus: andò sui loro taccuini con quel gol?
” Può essere, ma forse hanno apprezzato di più i tanti che segnai all’Inter nel corso degli anni (ride, ndr)”
Spesso si racconta il salto di Torricelli, dalla D alla Juve. Anche il suo, dall’Equipe Romagna fino alla Juve, non fu banale.
” Arrivai a Bologna da disoccupato e gli anni in rossoblù mi permisero di affermarmi: la gavetta nelle categorie inferiori mi è servita tantissimo per arrivare a vincere lo scudetto con i bianconeri, quello del famoso 5 maggio.”
Cosa cambiò, con il suo approdo ai bianconeri?
” Vivere la Juventus da dentro ti permette di capire che hanno qualcosa in più a livello organizzativo, mediatico, di mentalità. Ricordo il mio primo allenamento in ritiro: sembrava di essere a giocare quella semifinale di Coppa Uefa che ho giocato con il Bologna. Mi dissi che con quella competitività interna e quei ritmi negli allenamenti, sarebbe stata dura ritagliarsi minuti.”
Ci riuscì: due stagioni e uno scudetto vinto.
” Già al primo anno, con Ancelotti in panchina, finimmo secondi e buttammo via il tricolore contro la Roma. L’anno dopo ci abbiamo creduto fino in fondo ed avemmo anche un po’ di fortuna con la caduta dell’Inter: un premio alla caparbietà.”
Quanto fa bene l’entusiasmo che si respira?
“Lo crea sempre la squadra: i risultati positivi e l’entusiasmo della gente sono due cose che vanno di pari passo. Avere un Bologna in lotta per un posto nelle coppe fa sognare i tifosi e rispetto agli anni scorsi c’è qualcosa per cui giocare fino all’ultimo. In più la squadra gioca bene ed è un plus, ma alla fine sono i risultati che coinvolgono.”
E come nel 1998 c’è un difensore con la maglia numero 3 che segna spesso.
“Vedere la 3 rossoblù che esulta dopo un gol è una bella sensazione per me: magari segna proprio Posch domenica, chissà. La Juventus arriva a Bologna con qualche difficoltà e il salto di qualità si fa proprio battendo le big: dopo il k.o. di Verona è l’occasione migliore per ripartire e dimostrare la propria maturità.”
Fonte – Alessandro Mossini, Il Corriere di Bologna
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