Bologna FC
Bologna, questa stagione deve essere il punto di svolta
Con il gol all’ultimo minuto di Ferguson, il Bologna ieri sera ha concluso il campionato a quota 54 punti al nono posto in classifica. Un risultato che sotto le due torri non si vedeva da diversi anni: record di punti della gestione Saputo, superati i 51 punti di Pioli nel 2012 e i 52 di Guidolin nel 2002. Un risultato impensabile a inizio stagione: quando Thiago Motta si è seduto per la prima volta sulla panchina rossoblù il Bologna aveva raccolto appena sei punti nelle prime sei gare.
48 punti in 32 gare sotto la gestione dell’italo-brasiliano, il quale ha saputo riportare entusiasmo sotto le due torri. Non è un caso, infatti, che quest’anno nelle gare al Dall’Ara si sia in alcune occasioni toccata quota trentamila spettatori: numeri che non si vedevano da un po’. Per non parlare poi delle trasferte a Reggio Emilia, Verona e Cremona, dove i tifosi rossoblù sono andati in massa.
Insomma, è stata una stagione da record, sotto tutti i punti di vista. Il primo campionato dell’era Saputo dove si è vista una crescita reale. Una crescita arrivata al primo anno di gestione di Giovanni Sartori.
E questo non può essere un caso.
UNA ROSA COMPLETA. Nonostante la miriade di infortuni di cui è stato costellato il Bologna in questa stagione (Arnautovic, Sansone, Soriano, Soumaoro, Zirkzee solo per citarne alcuni), Thiago Motta ha potuto contare su una rosa completa dal punto di vista numerico. Sartori è stato in grado di portare ricambi per ogni giocatore titolare, e in alcuni casi poi le riserve si sono rivelate fondamentali.
Giusto per citare un esempio: lo scorso anno Sinisa Mihajlovic ha dovuto affrontare per un periodo una grossa emergenza a centrocampo, salvo poi trovarsi come ricambi Kingsley e Viola (quest’ultimo arrivato senza la giusta condizione fisica). Quest’anno il centrocampo è stato forse il reparto più completo potendo contare sui già conosciuti Schouten, Dominguez e Medel e arrivando poi a gratificanti scoperte quali si sono rivelate Ferguson e Moro.
Questo è stato inoltre il primo anno in cui il Bologna ha potuto contare su due punte di grande peso quali Arnautovic e Zirkzee, spesso entrambi infortunati, ma che comunque hanno portato alla causa dodici gol.
Ancora, a gennaio Sartori è riuscito a portare sotto le due torri un giocatore rivelatosi estremamente utile come Kyriakopoulos, che finché ha potuto ha ricoperto il doppio ruolo di terzino ed esterno d’attacco in maniera assolutamente egregia.
Questa rosa è definibile un capolavoro di Giovanni Sartori se si pensa a con quanti paletti ha dovuto operare in estate, ma anche nel mercato invernale.
La vera arma in più del Bologna è stata ed è lui.
UNA SQUADRA CONSAPEVOLE. Il lavoro svolto da Thiago Motta non può che risultare positivo. L’italo-brasiliano, pur con tante difficoltà iniziali, è riuscito a infondere il suo gioco e il suo credo all’interno della squadra. Non sono mancati gli abbagli e probabilmente ci sono state alcune ”ostinazioni” di troppo, per esempio l’utilizzo continuo di due giocatori in evidente difficoltà come Aebischer e Barrow. Tuttavia, Thiago Motta ha saputo tenere alta la tensione fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Ambizione, determinazione e tenacità, Thiago Motta è stato tutte queste cose insieme. A ciò ha unito un bel calcio, divertente e capace di coinvolgere i tifosi. Giornata dopo giornata i rossoblù sono apparsi sempre più consapevoli dei propri mezzi, come forse non lo sono mai stati negli ultimi anni. E questa è stata forse la caratteristica che ha permesso alla squadra di strappare punti pesantissimi con Udinese, Fiorentina e Inter.
Thiago Motta ha raccolto il Bologna dai piani bassi della classifica e lo ha portato a poter lottare per un posto in Conference League nonostante la miriade di infortuni, un obiettivo assolutamente impensabile a settembre. Di certo gli acquisti di Sartori e la crescita di alcuni elementi già presenti in rosa gli hanno facilitato il compito.
CONFERENCE MANCATA PER UN SOFFIO. Alla luce di tutto ciò, il voto alla stagione non può che essere positivo.
Un 7-, dove quel meno sta ad indicare l’unica nota negativa dal punto di vista del campo di questa stagione: i tanti, troppi, punti persi per strada. Se la crescita di tutto il gruppo è indubbia visti i numeri del campionato, il salto di qualità però ancora non c’è stato. Soprattutto nella seconda parte di stagione il Bologna ha perso una marea di occasioni per poter fare uno step in avanti: il pareggio interno con la Cremonese, la sconfitta al Dall’Ara con il Monza, le sconfitte in trasferta con Torino, Verona ed Empoli e il pareggio di Reggio Emilia nella parte finale di stagione, per non parlare dei punti persi con Milan e Roma al Dall’Ara, due squadre che si sono presentate sotto le due torri piene di seconde (e in alcuni casi anche terze) linee. Il salto di qualità passa soprattutto da gare come quelle. L’impressione è che dopo la gara di Bergamo il Bologna abbia perso un po’ di energie, salvo poi ritrovarle per le ultime tre gare di campionato con Cremonese, Napoli (nel secondo tempo) e Lecce.
UN PUNTO DI PARTENZA? La stagione appena conclusa ha denotato una crescita innegabile, da qui il Bologna deve ripartire l’anno prossimo. Per la prima volta nell’era Saputo il Bologna può contare su una base solida, che ha sicuramente bisogno di qualche innesto per poter fare il salto di qualità, ma che intanto ha dimostrato di poter fare bene. Ora la palla passa alla proprietà, come ha fatto capire Motta stesso anche ieri sera in conferenza stampa. Le idee e le ambizioni dell’italo-brasiliano sono chiare, l’uomo giusto per fare il mercato il Bologna lo ha in casa dall’anno scorso e si chiama Giovanni Sartori. Le premesse per un salto di qualità ci sarebbero tutte, ora sta alla proprietà fare in modo che questo possa essere davvero l’anno della svolta.
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