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Dell’Aquila e il Leone S2 #38 – Il Pagellone dell’anno

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E’ stato più volte ripetuto che le somme si sarebbe tirare una volta terminata la stagione. Eccoci allora arrivati al dunque e la redazione le somme le tira. Andando a valutare tutti, ma proprio tutti coloro che sono passati da Bologna negli ultimi 9 mesi (addetti ai lavori dietro le quinte esclusi), chi sono i promossi, i bocciati e i rimandati dell’anno fortitudino

 

PROMOSSI

– Matteo Fantinelli 7: il capitano che fa il capitano. Gestisce la squadra su tutti i lati del campo come dimostrano le voci statistiche principali e secondarie, sfruttando i mismatch che la statura gli concede. Nel calcio si direbbe “tutto-campista”, nel basket: scorer, assistman e rimbalzista. Il buzzer beater sulla sirena di gara 3 contro Cremona è l’immagine più bella del Fante, contemporaneamente aquila e leone. 

– Pietro Aradori 6,5: merce rara per la A2 un italiano che quasi sempre raggiunge la doppia cifra. Il suo limite è l’intermittenza all’interno delle singole gare, proprio come la Fortitudo nella sua completezza. Nonostante nei momenti topici tenda a non volersi prendere la responsabilità di una vittoria o una sconfitta, il suo rimane un contributo determinante che giustifica l’aver creato il resto del roster anche intorno a lui.

– Francesco Candussi 7,5: esiste un prima e un dopo Candussi. Il centro che ha cambiato la stagione e la faccia offensiva della Effe. Terminale cruciale sotto le plance ma anche dall’arco, la squadra grazie a lui si realizza, affidandogli spessissimo alle sue mani e alla sua verticalità. Quando infatti commette troppi falli subito ed esce dal ritmo gara, è dolorosissimo per tutti. Se rimarrà biancoblu, necessariamente bisognerà ricostruire attorno al suo perno.  

– Valerio Cucci 6,5: non sarà talentuoso come gli altri ma, nel bene e nel male, quanta cazzima che ci mette! Cucci e spintoni come mantra, viene adattato per necessità a qualsiasi ruolo e non sarebbe stato strano vederlo anche portare su palla. Quanto i dirimpettai sono più forti, in copertura soffre terribilmente i pick’n’roll in velocità, rispondendo col carattere dall’altra parte del campo. 

– Coach Matteo Angori 6,5: chiamato a gestire una situazione ingarbugliata e, soprattutto, a non remare contro la società, fa non solo il possibile ma lo fa anche bene grazie a scelte tecniche azzeccate ed un inserimento ragionato di Banks. Lui stesso dice di non voler rivoluzionare alcun meccanismo ma di  voler mettere nella migliore condizione di comfort i giocatori affinché possano esprimere con serenità il proprio talento. Non è successo così conto Cento?

– Tommaso Natalini, Lorenzo Bonfiglioli, Alex Mingotti 6: promozione d’ufficio agli under, comprensibilmente timidi ma al tempo stesso non impreparati agli scampoli di gara giocati.  

 

RIMANDATI

– Saliou Niang 6: chiamato a giocare per necessità, anche in quintetto, dimostra che ha delle carte, più difensive e di rimbalzista che offensive. Per conoscersi meglio e centrare il suo ruolo, in estate dovrà lavorare sul prendersi maggiori responsabilità in attacco scrollandosi di dosso quel briciolo di paura giustificata ma da eliminare per diventare un giocatore formato.

– Simone Barbante 5,5: se si giocasse solo dalla media sarebbe il più talentuoso non solo della Fortitudo ma di tutta la categoria.  Invece, i suoi 211 centimetri non sono mai compresi fino in fondo. Pivot titolare? Un backup prezioso? Non ottiene la fiducia piena né di Dalmonte né di Angori, perdendo minuti nel corso della stagione ma chiudendo in lieve crescendo a partite dall’orologio, specialmente in difesa, migliorando anche il dato sui rimbalzi, piangente per mesi. 

– Alessandro Panni 5: all’arrembaggio! Questo il suo motto che mette sul parquet con tanta dimestichezza quanta imprecisione. Se non si fa prendere negativamente dalle situazioni avverse, come però spesso accade, è una risorsa. Lo dimostra rientrato dall’infortunio disputando dei buoni playoff, certamente migliori della regular season.  

– Nazzareno Italiano 5,5: NazzBuzz è croce e delizia. O, meglio, croce con qualche delizia a cospargere l’annata. Chiamato a far rifiatare i titolari, in fase di copertura fa il suo mentre a bisogno dell’ambiente fossaiolo per sgliogliere le briglie in attacco. Quando, però, la grinta si trasforma in nervosismo, il valore aggiunto diventa un problema.

– Adrian Banks 6: anche se il miracolo da lui ce lo si aspettava non può farlo. Ai 30 punti a partita antepone l’esperienza e la leadership per migliorare i compagni fargli ritrovare la fiducia dispersa nelle ultime settimane. Sebbene arrivi nel caos più totale e risolva parecchio sul parquet, nei momenti critici quando il Banks che tutti conosciamo doveva mettersi in proprio e fare la differenza, rimane ingabbiato dagli avversari facendo cadere tutto il piano biancoblu. 

– Coach Luca Dalmonte 5,5: la voce fuori dal coro chiacchierata a lungo fuori dal campo, certamente fa buon viso a cattivo gioco addossandosi le colpe quando vanno cercati colpevoli, navigando a vista tra infortuni e difficoltà per mesi e riuscendo pure qualche colpo di prestigio. In tutto questo il “però” della non sufficienza sta nel non essere riuscito a gestire uno spogliatoio evidentemente diviso che riflette le tante occasioni perse.  

 

BOCCIATI

– Marcus Thornton 4: si ispira ad Iverson ma è timido. Battute a parte, sia il voto alle performances cestistiche sia quello al comportamento fuori dal campo non sono minimamente vicini alla sufficienza. Un paio di buone gara non cambiano il trend più che negativo della sua stagione, fino a quando dura.  

– Steven Davis 4: il grande errore di mercato si potrebbe dire, oppure il grande rimpianto di Dalmonte, come ammesso dallo stesso coach. Davis, forte dei numeri trovati a Biella, arriva con la nomea dell’americano go-to-guy, del nuovo giocatore franchigia. Già dopo la prima partita di Supercoppa ci si accorge che le aspettative sono troppo alte. Bisogna abbassarle di parecchio fino a farlo diventare un caso, un problema che limita la Fortitudo. L’epilogo anzitempo è inevitabile. 

– Paolo Paci 4,5: un’incognita non svelata nel sistema Fortitudo. Non si integra in una pallacanestro non nelle sue corde, perdendo fiducia e minuti quasi subito. Tagliato dal gioco ben prima del suo taglio effettivo, si unisce alla lista degli innesti ciccati.

– Ygor Biordi 4,5: non si è ancora capito che apporto potesse dare al roster; fatto sta che non lo da e rimane oggetto misterioso. Nei pochi spazi concessogli dal coach non lascia nessun segno, non entrando mai di fatto nelle rotazioni della squadra, optando per separare la propria strada da quella di Bologna già in inverno.

– Miha Vasl 4,5: infortunio a parte ma cruciale nel limitarlo fisicamente e tecnicamente, arriva come guardia tiratrice per completare il reparto. Il problema è che non tira mai e non gira nemmeno, risultando uno dei meno prolifici della squadra. Non a caso le sue quotazioni scendono scendono in picchiata fino a diventare l’ultima opzione di riserva.

– Dirigenza 5: certamente c’è chi vorrebbe vedere un 2 o un 3 e in effetti il “teatrino” delle ultime settimane in cui ognuno sparla dietro l’altro non favorisce un clima già decisamente teso. Qualcuno però in estate ha allestito una squadra che, con tutti gli alti e i bassi del caso, da 0 centra l’obiettivo stagionale dichiarato, correggendo in corsa i problemi sul parquet. Candussi in primis ma anche Banks sono colpi ottimi, mentre, rimanendo al basket giocato, la gestione di Dalmonte e del suo esonero, incomprensibile. Ora ci si chiede: che si vuole fare?

 

VOTO COMPLESSIVO FORTITUDO 5,5: questa è la Effe. Forse non vincerà mai niente ( cit. edulcorata) ma delle emozioni, statene certi, ve le strapperà sempre.

 

 

 

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