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Diario dal Tour: i favoriti ai blocchi di partenza

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A poco più di 24 ore dalla Grand Depart di Bilbao, l’edizione 110 del Tour de France pare riproporre la sfida di un anno fa. E se un anno fa il duopolio per la maglia gialla si è costruito lungo la strada, questa volta è netto fin dall’inizio. Qualcuno può davvero impensierire Pogacar e Vingeegard? La risposta più ovvia è, sfighe scongiurate, no. E’ tra il danese e lo sloveno però che il confronto si fa incertissimo chiamando in causa compagni di squadra e tattica ben definita.

Se il percorso però prevede tante montagne e pochi km a cronometro (solo 22,4 e comunque in salita) per fare la differenza, ecco che qualche margine di sorpresa, seppur minimo, emerge. Dai Paesi Baschi nella prima settimana culminanti tra le asperità dei Pirenei per proseguire al centro del paese in direzione Grand Colombier il 14 luglio, fino alla volata finale sui Campi Elisi. Come detto, montagne sì e pure tante come tante le tappe per esaltare gli specialisti delle classiche già a partire dalla prima. Sintomo di un ciclismo che sempre di più trova lo spettacolo negli sforzi di un giorno lasciando a pochi l’onere di lottare per i grandi giri. Infatti al via non mancherà di rinnovarsi anche la sfida eterna, questa volta anche per la maglia verde, tra Van Der Poel e Van Aert. Mancano invece le occasioni per gli sprinter puri. Si contano infatti sulle dita di una mano le occasioni di probabili volate: Philipsen e Jakobsen i due indiziati principali. 

In questo gioco di coppie a contendersi le diverse tipologie di tappe si inseriranno terzi, quarti e quinti incomodi, in cerca di gloria giornaliera o, chissà, forse qualcosa di più.

Abbiamo pensato di stilare un borsino favoriti (a stellette) per tre diverse tipologie di obiettivi, escludendo per chilometraggio risicato la prova contro il tempo:

 

CLASSIFICA GENERALE:

***** Tadej Pogacar, Jonas Vingeegard: tra il fenomeno già scatenato nella campagna di primavera ed il campione in carica dalla squadra fenomenale. La sfida principale è tra loro due, testa a testa garantito anche se un Tadej con meno pressioni addosso e completamento ristabilito dall’infortunio fa paura a chiunque. Il danese dal canto suo ha seguito tutta la preparazione classica del campione da Grand Boucle stile Froome, Giro del Delfinato da padrone compreso.

***    Richard Carapaz, Mikel Landa, Jai Hindley, David Gaudu: due stelle di differenza tra loro e i primi della classe. La lotta per il podio sarà avvincente ma con poche possibilità di andare, ad oggi, oltre il terzo gradino. Se Landa e Carapaz agiranno d’esperienza, Gaudu proverà ad esaltarsi sulle strade di casa mentre Hindley si testerà da esordiente ma forte di un Giro d’Italia in bacheca. 

**     Enric Mas, Egan Bernal, Ben O’Connor: Mas riproverà una Top 5 comunque complicata, O’Connor vorrà riscattare la deludente performace dello scorso anno, Bernal è già contento di partecipare dopo aver rischiato di terminare la propria carriera nel 2022. Contento ma anche capitano della Ineos e unico insieme ai due superfavoriti ad aver già vinto il Tour. Una quotazione la merita anche lui. 

*       Rigoberto Uran, Adam Yates, Simon Yates, Julian Alaphilippe, Romain Bardet, Juan Pedro Lopez, Pello Bilbao, Guillaume Martin: tutti corridori che potrebbero centrare una Top 10. Chi correrà da gregario di lusso e chi tenterà la giocata in proprio rimanendo aggrappato al treno dei migliori. Tra loro anche Alaphilippe, sogno di podio sfiorato nel 2019 ma in grado, considerando gli avversari, di ripetere almeno un piazzamento nei primi 10.

 

CLASSIFICA A PUNTI: 

***** Wout Van Aert, Van der Poel: il detentore ed il suo più diretto sfidante. Nulla di nuovo se non le dinamiche che i due fuoriclasse scateneranno in corsa a partire dalla prima tappa, volutamente adattissima alle loro caratteristiche. Dalle tappe di media montagna, ai percorsi da classica e alle volate potranno e diranno sempre la loro. Mettiamoci comodi.

****  Jasper Philipsen, Fabio Jakobsen: allo sprint sono i più forti e certamente sarà testa a testa ma le occasioni saranno poche e cederanno punti in tutte le altre tappe dove non appena la strada accenna a salire, si staccheranno.

***   Caleb Ewan, Julian Alaphilippe, Mads Pedersen, Christophe Laporte: caratteristiche diverse ma capaci di inserirsi in questa lotta, un gradino sotto gli altri. 

**    Alberto Bettiol, Magnus Cort, Matteo Trentin, Jasper Stuyven, Mathej Mohoric, Thomas Pidcock, Biniam Girmay: più possibilità di vittoria parziale che velleità di Verde. Considerando, però, il percorso movimentato, anche un paio di vittorie e qualche piazzamento potrebbero bastare. 

*      Peter Sagan, Skjelmose Mattias, Mark Cavendish, Alexander Kristoff, John Degenkolb: vecchie glorie pronte ad un ultimo giro di gloria ed un giovane lanciato verso obiettivi ancora da definire. Se anche solo uno di loro trovasse una vittoria di tappa sarebbe incredibile. La capacità c’era, la zampata forse.

 

CERCATORI DI TAPPE:

***** Wout Van Aert, Van der Poel: vedi sopra.

**** Thomas Pidcock, Soren Kragh Andersen, Magnus Cort, Mathej Mohoric, Julian Alaphilippe, Powless Neilson: amanti dell’evasione dal gruppo ed in grado di pedalare da soli per ore ravvivando la noia della tappa. Non solo su terreni piatti ma anche quando l’altimetria si muove. Pidcock è l’atro nascente del genere, gli altri ottime realtà in grado di ripetersi e puntare a più di una tappa. 

***   Mads Pedersen, Biniam Girmay, Simon Yates: discorso simile con qualche quotazione in meno sottratta dagli avversari più forti. Nomi che comunque piacciono ma da leggere in base a come si evolve una tappa. La loro presenza in fuga non è poco probabile.

**    Alberto Bettiol, Matteo Trentin, Dylan Van Baarle, Thibaut Pinot, Cosnefroy Benoit, Kasper Asgreen, Simon Geschke, Skjelmose Mattias: ciclisti che hanno il colpo nelle gambe ma non è detto siano liberi di agire, l’evoluzione della classifica generale e le tattiche di squadra scandiranno anche i loro obiettivi. 

*     Peter Sagan, Edvald Boasson Hagen, Alexey Lutsenko, Wout Poels, Daniel Martinez, Patrick Konrad: anche per loro, alcuni, il discorso di gregariato si fa importante mentre per altri si tratta di ultima possibilità di lasciare il segno sulla Grand Boucle.

 

Dal 1 al 21 luglio la redazione seguirà quotidianamente il Tour de France. In sella!

 

 

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