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Max e Pecco, due campioni a confronto

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Bagnaia sta avendo una stagione post titolo da dominatore, come Verstappen dopo aver vinto il suo primo mondiale nel 2021. È possibile un paragone tra i due? Sì, perché entrambi si stanno affermando con estrema forza nei loro campionati e al momento sembrano non avere rivali.

 Due domini incontrastati

«Pecco è un po’ come Verstappen ora»

 

Queste sono state le parole di Fabio Quartararo al termine della gara in Austria. Ed è da qui che voglio partire per la mia analisi di oggi. In quanto affermato dal pilota francese c’è molta verità per quello che accade in pista, le performance e l’alchimia che li lega al mezzo che guidano. I due campioni del mondo stanno lasciando le briciole agli avversari e vanno a caccia di record su record, in sella o nell’abitacolo dei due veicoli più veloci dei loro lotti. Ma sotto il casco si nascondono due personalità che seppur appartengano allo stesso anno di nascita sono molto diverse.

Max sulla Red Bull e Pecco sulla Ducati. Due coppie che sull’asfalto sembrano volare rispetto ai loro colleghi e soprattutto rispetto ai compagni di squadra o di marca. Verstappen ha un percorso più lungo in Formula 1 di Bagnaia in MotoGP, ma entrambi sono nel loro apice di maturità e prestazioni. L’olandese ha iniziato prestissimo a vincere, battendo anche il record di precocità detenuto fino a quel momento da Sebastian Vettel. A Barcellona nel 2016, Max aveva solo 18 anni quando è salito sul gradino più alto del podio per la prima volta e per laurearsi campione del mondo ne ha impiegati altri cinque. Aveva già compiuto i 19 Bagnaia quando ha trionfato ad Assen in Moto3 nello stesso anno e per vincere il suo primo titolo iridato ha dovuto aspettare il 2018 in Moto2. Oggi il campione di F1 ha due mondiali e va per il terzo, mentre Pecco ne vanta uno in meno. Molto probabilmente a fine anno staremo qui a celebrare il doppio titolo, anche se nel motorsport non è detta l’ultima finché la matematica lo consente. Ne sa qualcosa il pilota della Rossa di Borgo Panigale, che l’anno scorso si è aggiudicato il campionato con una rimonta da record; recuperando ben 91 punti al suo rivale sulla Yamaha e costruendo un percorso mai fatto da nessuno e forse ad oggi difficilmente irripetibile. Così anche Verstappen nel 2021 quando fece un’impresa battendo Hamilton all’ultima gara e regalandosi un primo titolo da leggenda.

Coppia d’assi

I due però non sono accumunati solo nelle coincidenze della loro storia motoristica, ma anche dal fatto che la RB19 e la GP23 in questo momento sono i mezzi da battere e con loro formano coppie formidabili. In Formula 1 nessuno riesce a stare al passo del bicampione del mondo. Gli altri per limiti delle monoposto e il suo compagno di squadra forse per limiti di talento non replica le stesse prestazioni. In MotoGP ci sono altri sette piloti che cavalcano la stessa moto di Bagnaia e non importa se sia la versione più aggiornata o quella della passata stagione; alla fine parliamo di un veicolo che ha vinto un mondiale e uno che con molta probabilità lo vincerà. Nessuno sembra riuscire ad avere la costanza e la maturità che ha il #63. Quelli che si avvicinano di più sono Martin, equipaggiato con lo stesso trattamento, e Bezzecchi che ha la GP22 nel Team VR46, ma entrambi si dimostrano spesso incostanti nella velocità e non riescono a contrastare il passo mostrato fino ad oggi da Pecco, se non in alcune occasioni. Una condizione simile per Max e Francesco che stanno vivendo i loro momenti di onnipotenza in pista. Chissà per quanto ancora dureranno.

Se la Scuderia austriaca sembra aver iniziato un ciclo solido e vincente per ancora qualche anno, Bagnaia potrebbe scontrarsi con tanti fattori che nelle moto sono presenti oppure entrare nello stesso loop di Marquez e vincere per i prossimi tre anni dominando, ma secondo me potrebbe risultare più difficile per il pilota di Chivasso.

Diversi nella stessa calma

Due ragazzi miti che vivono la loro passione e se ne nutrono, ma in maniera profondamente diversa. Max è un cannibale in pista, la sua personalità viene fuori tutta. L’olandese è istinto puro, forte nella leadership e nei corpo a corpo. Sa imporsi e farsi rispettare. Ha un’autorità che forse deriva dal suo atteggiamento quasi di ghiaccio, che forse negli ultimi tempi si sta sciogliendo in quanto non ha più niente da dimostrare. La sua fame deriva dalla sete di vittoria e dal fatto che quando chiude la visiera si trasforma in un leone a caccia delle sue prede. Spoiler: quasi sempre torna vittorioso. Muove un’armata intera, gli Orange e divide le folle come fanno tutti i campioni del suo livello.

Pecco è più calcolatore. In moto si sa muovere perfettamente, è lucido e ragiona su ogni dettaglio. Si lascia poco andare all’istinto e se vogliamo trovargli un difetto, i duelli non sono il suo forte. Bagnaia risulta molto più impostato, forse dovuto anche alla sua estrema calma in ogni situazione, che risulta essere proprio una sua caratteristica piuttosto che il raggiungimento di una maturità sportiva. Lui non sarà mai quel personaggio che per venti anni ha rappresentato il suo idolo, ma lo sbaglio è ricercarlo in lui. Non ha quel carisma, non muoverà mai folle intere di persone, ma a modo suo ha conquistato il cuore di molti. 

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