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Carlos Sainz Jr con costanza fino ai vertici della F1

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Carlos Sainz Jr oggi è un pilota di élite in Formula 1. Per l’iberico però non è stato sempre rose e fiori. Un nome importante e tanti sacrifici che lo hanno portato a coronare il suo sogno con la Ferrari.

Ricordi che sanno di presente

Quella tuta rossa e gialla con cui è salito sul podio, Carlos l’aveva già indossata nel 2006 dopo una gara di Kart. Mancava solo la scritta “Ferrari”, che però è apparsa ben 17 anni dopo. È stato Sainz stesso a pubblicare il video sui suoi social con il testo «Questi Colori». Lo spagnolo se li è cuciti addosso per bene il giallo e il rosso della Scuderia di Maranello. Forse perché riprendono gli stessi toni che ci sono sulla bandiera della sua patria, ma Carlos si è sentito a casa fin da subito a Maranello. Inondato dall’amore dei tifosi, come sotto al podio domenica scorsa a Monza, quando è salito su quei gradini per la prima volta con la tuta della squadra di casa.

Un amore per la Motor Valley che però ha radici profonde anche nel suo passato, quando nel 2015 esordì in Formula 1 con la Toro Rosso. Un cerchio che si chiude da Faenza a Maranello, che al momento rappresenta l’apice della sua carriera. Quando fu scelto da Binotto per correre con la Rossa affermò con chiarezza che alla Ferrari non avrebbe potuto dire di no, nemmeno se il progetto tergiversava in un momento di difficoltà.

La prima gioia in Rosso

In Ferrari Carlos è riuscito a massimizzare il suo potenziale ottenendo già alcuni podi nella sua prima stagione, nonostante la macchina non avesse grandi garanzie tecniche. Poi nel 2022 è arrivato il coronamento di un sogno con la tuta rossa. A Silverstone, prima la pole e poi la vittoria azzeccando la strategia in una condizione difficile, che solo un pilota attento ad ogni dettaglio come Sainz poteva saper comprendere. Una prima volta difficile da scordare soprattutto se lo fai con il Cavallino sul petto. Da quel momento il madrileno ha conquistato il cuore di tanti tifosi, dimostrando di essere un pilota che sa stare a quei livelli e può lottare anche per risultati importanti. L’ultimo weekend a Monza ne è la dimostrazione. Pole position conquistata di forza e poi 15 giri da leone a difendersi dai rivali, che ne avevano nettamente di più, per poi finire sul gradino più basso del podio, davanti alla marea rossa, che inneggiava il suo nome. Su quel podio c’era già salito nel 2020, quando la vittoria con la McLaren gli sfuggì per pochissimo, ma farlo da pilota Ferrari ha tutto un altro sapore.

A piccoli passi

Se riavvolgiamo il nastro dei ricordi, la prima immagine di Sainz in Formula 1 è quella di un ragazzo che forse era conosciuto più per il nome, che per quanto conquistato nelle Formule minori. Nel mondo dei motori suo padre Carlo Sainz Sr è una leggenda dei Rally e forse molti vedendolo in Toro Rosso pensarono che fosse lì solo per quello, come se non fosse mai successo. Anche perché bastava guardare nel box di fianco e la storia era la stessa. All’epoca il suo compagno di squadra era Max Verstappen. Eppure Carlos con pazienza e i giusti passi ha saputo dimostrare il suo valore.

Carlos Sainz Jr e Mac Verstappen, compagni di squadra in Toro Rosso nel 2015 – credits to formula1.com

Prima estraendo tutto il potenziale dalla sua Toro Rosso e poi quando arrivarono a cercarlo due Team di assoluto rilievo storico e assoluta importanza: Renault e McLaren. Se con la Casa francese riscosse però poco successo, la sua vera maturazione arrivò con la Scuderia inglese al fianco di Lando Norris. Non è un caso se per due stagioni il talentino britannico faticò ad arrivare davanti al collega spagnolo. Carlos mise in mostra una costanza e una solidità impressionante, che non solo portò il progetto a crescere esponenzialmente, mettendolo ai vertici della lotta di metà classifica, ma gli consentì di lottare spesso per la top five e stare a ridosso del podio, che conquistò al culmine della stagione 2019 in Brasile. La prima volta di Sainz sul podio e il ritorno tra i primi tre, dopo troppo tempo, per la McLaren. La gioia si ripeté l’anno successivo proprio a Monza. Ma forse in quell’occasione quel podio sapeva più di sconfitta che di successo, in quanto arrivato dopo una lotta serrata con Gasly per la prima posizione, fino all’ultimo giro.

Carlos ha dimostrato di essere un buonissimo pilota, anche sopra la media. Non è da tutti riuscire a vincere in F1, ma con la sua costanza disarmante ha raggiunto il risultato. Per molti in Spagna era l’erede, ed è tutt’oggi, disegnato di Alonso, anche se l’asturiano sembra essere eterno. Magari Sainz Jr non arriverà mai a quei livelli, però per come guida non si può affermare che «Buon sangue non mente».

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