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Fortitudo – Adesso testa al campionato: l’eliminazione in Supercoppa deve essere un punto di partenza

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La Fortitudo è stata eliminata ieri sera dalla Benedetto XIV Sella Cento dalla Supercoppa LNP. Per quanto si possa sindacare sui troppi errori tecnici e di distrazione al rientro in campo dopo l’intervallo, risulta difficile trovare delle vere criticità all’approccio alla gara. Per un tempo il risultato è stato in totale equilibrio, con la Effe che viaggiava sempre sulla scia di un leggero vantaggio. Poi la squadra di Coach Mecacci ha mostrato i muscoli e iniziato a segnare a raffica dall’arco (punto dolente biancoblú, ma poi ci arriviamo): il neo acquisto Ty Sabin, migliore in campo in generale, farà sicuramente le fortune dei biancorossi in questa stagione. Ma come ha sottolineato anche Coach Caja nella conferenza stampa Post Partita, “Sarà una stagione difficile, ma l’atteggiamento è stato corretto“, a dimostrazione che, forse, abbiamo visto tutti la stessa partita: la grinta non è mancata.

Un po’ presto per parlare

La critica adesso fuori dal campo e sugli spalti può avere vita facile, anche visti i numerosi acquisti arrivati in estate e la squadra completamente rivoluzionata. Ma ad analizzare un po’ più approfonditamente il percorso stagionale, cominciato nell’esatto istante in cui Caja si è seduto in panchina, si vedono sconfitte sì ma anche importanti vittorie. Già dalla finale raggiunta e poi persa del torneo amichevole del Memorial Pajetta di Udine si potevano intravedere alcuni lati positivi sul fronte del gioco, miglioramenti netti rispetto alla scorsa stagione che d’altronde sono stati la chiave del vantaggio ottenuto e mantenuto dai biancoblú anche della sfida di ieri, almeno per venti minuti. La Effe ha migliorato notevolmente la presenza a rimbalzo offensivo rispetto all’anno scorso, adattandosi alle difese avversarie e involandosi a per ottenere una seconda chance al tiro. Sul finale della scorsa stagione, questo compito era relegato interamente a Candussi. Ora quel Cinque manca, ma in compenso la Fortitudo ha introdotto i due americani, Ogden e Freeman, che continuano a dimostrarsi all’altezza delle aspettative. Il primo è stato il migliore in campo biancoblú ieri ed è uscito per falli ma sotto gli applausi della Fossa. Buone percentuali ma soprattutto tanta grinta sono piaciute ai tifosi. Freeman in più occasioni ha finalizzato in Pick And Roll, ma offensivamente oggi gli si chiede forse uno sforzo in più. E arriviamo quindi alle note dolenti.

Qualcosa da migliorare

Sono cambiati i nomi ma non è cambiata la storia: la Effe fatica dai 6.75 metri. Avere delle percentuali discrete deve diventare uno se non il principale punto di partenza su cui lavorare da qui all’inizio del campionato. Lo stesso vale per i viaggi dalla lunetta: diversi errori ai liberi, soprattutto nei momenti Clutch, hanno condannato infine la Fortitudo che avrebbe potuto rientrare in partita in più occasioni. Insomma, bisogna limare alcuni dettagli e continuare a lavorare in allenamento. L’alchimia tra i giocatori in campo però è evidente: i giocatori si cercano, si trovano. Manca quel giocatore a cui affidare la palla che inventa una conclusione dal nulla o segna da tre contestato a pochi secondi dalla sirena, ma questo può non essere uno svantaggio: tutti in questa stagione avranno l’opportunità di essere protagonisti. Ora l’obiettivo è tornare fisicamente in condizione prima dell’inizio del campionato: nel secondo tempo contro Cento la Effe è apparsa fisicamente stanca. Ma mai demoralizzata. In conclusione, l’atteggiamento è corretto. Bisogna solo trovare la migliore condizione possibile. Poi si comincerà ad ingranare.

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