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IL GRILLO PENSANTE – Il nuovo Bologna di Sartori

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Questa torrida estate che si appresta a chiudere i battenti verrà ricordata come la fase in cui Giovanni Sartori ha concretamente affondato le sue radici all’ombra delle Due Torri, le settimane in cui le porte girevoli di Casteldebole hanno accolto tanti volti nuovi da lui prescelti e ne hanno congedati tanti altri legati a precedenti dirigenti. Ha plasmato la sua rosa attuando una vera e propria rivoluzione, iniziata con il commiato ad alcuni senatori che appesantivano il monte ingaggi (Medel, Sansone e Soriano) per poi trascorrere un Luglio sornione e concludere con il crescendo pirotecnico di Agosto. E’ mancato il botto finale ma nessuno si è certamente annoiato.

 

Una rivoluzione annunciata: i primi bilanci

 

Alla fine della fiera la sensazione è di una rosa più competitiva, aspetto curioso se si considera la dipartita della stella Marko Arnautovic e la disgregazione del cuore pulsante mediano costituito dagli imprescindibili Schouten e Dominguez; la positività sull’operato del Direttore Sportivo rossoblu e del suo staff deriva da una qualità media degli acquisti più alta di quanto abituati nel capoluogo felsineo, all’arrivo di giocatori nel giro delle rispettive nazionali e abituati a palcoscenici continentali. Sulla carta sembrerebbe un salto di qualità, nonostante l’unico giudice attendibile in tal senso sarà come sempre il rettangolo di gioco.

 

Cosa cambia reparto per reparto

 

Analizzando nel dettaglio i reparti, in realtà, nella parte nevralgica del centrocampo il lieto arrivo dell’ex-atalantino Freuler non potrà evidentemente sopperire alle pesanti partenze sopracitate, sarà indispensabile che Moro ed Aebischer elevino il loro rendimento, che l’oggetto misterioso El Azzouzi si riveli una felice intuizione  e che il giovane Fabbian si dimostri meno acerbo di quanto raccontato dalla sua carta d’identità (la rete vincente nel match casalingo col Cagliari rappresenta un confortante biglietto da visita). La conferma dell’ambitissimo Ferguson è invece il meraviglioso punto fermo da cui ripartire.

In difesa gli inserimenti di Beukema e Calafiori (entrambi semifinalisti titolari di Conference League a Maggio) oltre al promettente danese Kristiansen sembrano rinforzare lo scheletro della retroguardia in modo convincente, mentre in attacco la partenza di Arnautovic ed il mancato arrivo di un sostituto all’altezza consegnano automaticamente i galloni di centravanti titolare a Zirkzee e la conferma della residenza bolognese a Van Hooijdonk in qualità di bomber di scorta; negli ultimi giorni di calciomercato sono emersi vari nomi di attaccanti trattati, alcuni altisonanti (Batshuayi, Muriel) ma, non trovando la combinazione ideale tra costi e benefici, la necessità è diventata virtù per Sartori che ha ben pensato di fare all in sul giovane olandese schiacciato nella scorsa stagione dall’ingombrante presenza di un centravanti tanto affermato. Una scommessa che si spera possa pagare dividendi.

Il vero aspetto che impreziosisce l’intero lavoro del Direttore Sportivo rossoblu risiede nel notevole potenziamento della batteria di esterni, gli arrivi dello svizzero Ndoye e dello svedese Karlsson (entrambi dal profilo spiccatamente offensivo e anch’essi semifinalisti dell’ultima Conference League) oltre al colpaccio Saelemaekers (che porta in dote oltre 100 presenze in serie A col Milan e una rara duttilità tattica) intarsiano di pietre preziose i binari laterali lasciati sguarniti da Barrow, Sansone e Kyriakopoulos.

 

Le prime partite, le prime conferme

 

Il primo turno di Coppa Italia, condito dalla bella scoperta del primavera Corazza, e le prime 3 giornate di campionato hanno lanciato limpidissimi segnali di organizzazione, intraprendenza e personalità, il Bologna di Thiago Motta potrebbe realmente tramutarsi in un’animale feroce difficile da domare per chiunque; la sconfitta con un Milan protagonista del mercato estivo, il pareggio esterno con una Juventus ben supportata dai giudizi arbitrali e la meritata vittoria contro un ostico Cagliari rappresentano un avvio in progressivo crescendo rossiniano, accompagnato dalla trepidante sensazione di assistere ai vagiti di una compagine che profuma di futuro protagonismo. Il Monday Night del Bentegodi, al cospetto del Verona partito in pompa magna nel nuovo corso targato Marco Baroni, sarà il primo banco di prova per capire se il vento del cambiamento porta soltanto fredde illusioni o una calda carezza di ambizioni ritrovate.

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