Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Giù la maschera
Il Bologna non può più nascondersi. Giù la maschera. Al minuto numero 13 dell’anticipo pomeridiano del sabato l’Inter piazza il 2-0 con un bolide imparabile di Lautaro Martinez, una mazzata che avrebbe tramortito chiunque e dalla quale pochissime compagini sarebbero state in grado di risollevarsi; tra queste figura la truppa di Thiago Motta che, davanti ai 74.000 spettatori di una San Siro strapiena, non piega le ginocchia ma con enorme personalità trasforma la passerella nerazzurra in un match combattuto all’arma bianca. Penalty di Orsolini, capolavoro di Zirkzee e neppure la corazzata Inter può venire a capo dell’intricato enigma rossoblu.
Rosa di qualità
L’inviolabilità della porta di Skorupski si ferma alla lusinghiera striscia di 4 partite, peraltro in presenza di una difesa orfana di ben 3 titolari (Posch, Lucumi e Kristiansen) dove però, chi è stato chiamato in causa, si è dimostrato inopinatamente all’altezza della situazione (Calafiori in primis). La rosa dispone evidentemente di risorse preziose anche nell’emergenza, segnale confortante considerando gli inevitabili momenti stagionali in cui l’infermeria è più affollata, basti pensare che nel pomeriggio milanese giocatori protagonisti nelle precedenti gare come Karlsson, Moro e Fabbian non hanno calcato il terreno di gioco nemmeno per un minuto.
Bene con le big
Sotto la luce del sole sono limpidi i meriti di Thiago Motta, una sola sconfitta nelle ultime 14 partite di campionato e la sempre più tangibile percezione che per la sua creatura sia possibile svestire il ruolo da comprimaria e recitare finalmente da protagonista. In 8 giornate sono già state incontrate ben 4 pretendenti al titolo; tralasciando la sconfitta inaugurale col Milan, la Juventus ha strappato un punto nel finale grazie ad un arbitraggio compiacente ed il Napoli è stato inchiodato sullo 0-0 sebbene con un po’ di fortuna. Il pari di San Siro non può più essere una casualità, tre indizi fanno una prova ed anche l’investigatore più inesperto annoterebbe con tanto di evidenziatore il Bologna tra le squadre da tenere sott’occhio. Chissà dove potrà arrivare.
Piedi per terra
La mirabile evoluzione rossoblu corre un unico grande rischio: la mancanza di umiltà. Il tecnico italo-brasiliano è però uomo di mondo, navigato e capace di ancorare al terreno i giocatori che avvicinano troppo la testa alle nuvole. Tutti avvisati.
In realtà anche la pausa per le nazionali nasconde qualche insidia, bloccare il trend positivo in questo momento è provvidenziale come i cavoli a merenda. Alla ripresa del torneo sarà la sorpresa Frosinone a misurare la febbre del Bologna, la classica buccia di banana che metterà ancora più a fuoco le potenzialità di una squadra nella quale tutti, all’ombra delle Due Torri, ripongono il peso delle speranze puntualmente rimandate nel corso di tanti anni.
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