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Film: A Simple Life – di Giulio Bovi

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A SIMPLE LIFE

nazione: Cina
anno: 2011
genere: drammatico
durata: 117 minuti
regia: Ann Hui
cast: Andy Lau, Antony Wong, Chapman To, Paul Chun, Deanie Ip
produzione: Bona international Film Group

Recensione:
Ispirato a fatti e persone reali, il fim narra la storia di Chung Chun-Tao, detta “Ah Tao”, nata a Taishan in Cina. Appena adolescente Ah Tao diventa una “amah” una serva, per la famiglia Leung. Col tempo alcuni membri della famiglia muoiono, altri emigrano. Trascorsi 60 anni, Ah Tao è ora al servizio di Roger, l’unico della famiglia rimasta a Hong Kong, dove lavora nel cinema. Un giorno, tornando a casa, Roger trova la donna in preda a un ictus e la porta di corsa in ospedale. Fuori pericolo Ah Tao gli comunica che vuole ritirarsi in un ospizio. Qui conosce la sua nuova famiglia e l’energica e premurosa direttrice Ms. Choi. Nel frattempo Roger si rende conto di essere molto legato alla vecchia governante e si prende cura di lei.
Ann Hui è forse la maggiore cineasta orientale, ha al suo attivo diversi documentari di cui uno “Gei Diy Chung Fung” è stato premiato al Festival di Venezia nel 1997. L’aver iniziato come regista di documentari ha sviluppato in lei un forte interesse per l’indagine e l’osservazione della vita e della gente comune, sopratutto dei piu sfortunati. Il suo stile è lineare, delicato e realistico, ma al tempo stesso toccante e commovente.
Quest’ aspetto emerge nel suo ultimo lavoro presentato alla 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
A Simple Life, una storia semplice, trattata in maniera lineare e con occhio attento ai dettagli, che rende questa pellicola un po’ neo-realista, regalando ai spettatori un po’ di liricità che non scade mai nel dramma. C’è solo dignità e bontà e accettazione dell’inevitabile (la vecchiaia) senza angoscia ma tutto velato di una profonda e velata tristezza. E’ un gioco di sguardi, di silenzi e di parole che mostrano il profondo affetto che lega Ah Tao con Roger. Bravissimi gli interpreti Deanie Ip e Andy Lau che duettano con carica emotiva, che colpisce lo spettatore e lo coinvolge nel dialogo silenzioso tra anime che hanno vissuto tanti anni insieme.
A Simple Life conferma ancora una volta la finezza espressiva di Ann Hui, la capacità di catturare l’emozione dello spettatore attraverso spaccati di vita quotidiana di gente comune e sfortunata, in questo caso quella dell’abbandono degli anziani negli ospizi e nelle case di cura.
Alla Mostra di Venezia 2011, questo film ha fatto incetta di premi. Meritati (bisogna riconoscerlo) per la capacità della regista ad affrontare una materia difficile: tra l’anziana Ah Tao e il giovane Roger si crea un dialogo fatto di pudori, di sentimenti non dichiarati, di timidi appelli. Roger, cresciuto da questa anziana donna, riassume l’ansia di riconoscenza, di ringraziamento, di debito. Gli ultimi attimi di lei sono accompagnati da una voglia di solidarietà, di leggerezza, di voglia di essere teneri e generosi, anche dalla madre di Roger accorsa da Los Angeles in tempo per l’ultimo saluto.
Cattolica praticante, la famiglia supporta l’anziana donna, una volta serva, con la presenza di un sacerdote e le opportune preghiere.
Il fim gioca sul rovesciamento del titolo: la vita non è semplice ma può diventarlo se entrano in gioco rispetto, dignità e carità repiproci.
La frase cult: il fim è come un bambino, devi badarci continuamente.

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