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Un jolly che vuole diventare un vero e proprio asso: Riccardo Calafiori

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“Non c’è due senza tre” si dice di solito, ma qui abbiamo avuto anche la quarta, e il livello non fa che essere sempre più alto e con avversari sempre più ostici. Parliamo di prestazioni, quattro e molto importanti, e il protagonista è solo uno: Riccardo Calafiori. Il classe 2002 era stato al centro dei pensieri di Giovanni Sartori e Marco Di Vaio più che concretamente sin dall’ultima sessione invernale del calciomercato, quando però non riuscirono a trovare un accordo con il Basilea. Poco male: Riccardo a Bologna ci è arrivato con otto mesi di ritardo e dopo una trattativa lunga tra i due club coinvolti, ma che alla fine ha soddisfatto tutte le parti in causa. L’entusiasmo dei Felsinei riguardo alla buona riuscita dell’operazione era palpabile sin dai primi momenti e oggi possiamo dare tutti una risposta al perché: Riccardo Calafiori è un giocatore davvero forte e può essere la svolta per la difesa del Bologna.

Duttilità e lavoro continuo: così Riccardo si è fatto trovare pronto

«Sto benissimo, posso fare anche il centrale oltre che al terzino e non vedo l’ora di iniziare», queste le parole di Calafiori alla conferenza stampa di presentazione in data 7 settembre. Parole che potevano sembrare di circostanza, un po’ come tutti quando si presentano in un nuovo club, ma che in realtà rappresentavano la verità di un ragazzo che ha voluto Bologna fortemente per riscattarsi a soli 20 anni, e i fatti parlano per lui. Thiago Motta, che fa del lavoro il suo mantra, non ha mai nascosto come Riccardo migliorasse giorno per giorno e che l’opportunità sarebbe arrivata anche per lui. Domenica 24 settembre, minuto 65’ di Bologna – Napoli: Jhon Lucumì accusa un problema muscolare, al suo posto entra proprio Calafiori come difensore centrale, e si trova davanti il miglior centravanti della Serie A, Victor Osimhen. Possiamo definire quel momento come la prima sliding door dell’avventura (appena all’inizio, sia chiaro) di Riccardo a Bologna: causa un rigore per un tocco di mano che ancora oggi desta dubbi, ma per il resto non sbaglia nulla contro i Campioni d’Italia.

Monza, Empoli e Inter le conferme: Calafiori può fare la differenza da centrale

Thiago riconferma Calafiori nel ruolo dopo tre giorni, in quel dall’U-Power Stadium contro il Monza, e Riccardo compie una partita ordinata e pulita non andando mai in sofferenza, così come contro l’Empoli la domenica successiva, dove ha compiuto un paio di chiusure da manuale per consolidare il risultato. Il test più difficile però lo aspettava a San Siro, aveva i colori nerazzurri e rappresentava il miglior attacco della Serie A nelle vesti di Lautaro Martinez e Marcus Thuram, due top nel loro ruolo. Ricordate la conferenza stampa? Un’altra risposta fu: «È arrivato il momento di rimanere e di fare bene». Riccardo contro l’Inter non solo ha fatto bene, è stato il migliore di tutti.

Lucumì può non affrettare i tempi, ma sarà difficile spostare Calafiori…

Prima fu Stefan Posch, ora sembra essere Riccardo Calafiori: quando Thiago cuce un ruolo ad un suo difensore, difficilmente sbaglia. Jhon Lucumì era una delle sicurezze del mister Rossoblù: non aveva iniziato la stagione nel migliore dei modi, ma pian piano stava tornando sui livelli dello scorso anno, conoscendosi sempre di più con il nuovo compagno difensivo, e cioè Sam Beukema. Il colombiano è rimasto a Casteldebole in questa pausa per recuperare dalla lesione di primo grado della giunzione miotendinea del retto femorale destro, con il ritorno in campo previsto per la prima settimana di novembre. Una rondine non fa primavera, e soprattutto le situazioni degli ultimi tempi dimostrano come l’emergenza è sempre dietro l’angolo, ma la domanda sorge spontanea: cosa farà Thiago Motta quando li avrà entrambi a disposizione? È difficile dirlo, quindi per ora ci godiamo le prestazioni di questo giovane difensore italiano che punta a riprendersi quanto perso in passato per colpa degli infortuni.

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