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Oggi è Successo (12 febbraio)

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Oggi è Successo

12 Febbraio 1934 nasce William Felton Russel. Giocatore di pallacanestro

William Felton “Bill” Russell (Monroe, 12 febbraio 1934) è un ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense, professionista nella NBA.

È ricordato per il suo ruolo centrale nei Boston Celtics che vinsero 11 campionati NBA in 13 stagioni, compresa una striscia di 8 titoli consecutivi. Attualmente, tale record è imbattuto; non solo, Russell è il capitano NBA che ha vinto più titoli con una singola squadra e in assoluto. Il suo maggior contributo a questo sport fu l’innalzamento del gioco difensivo ad un nuovo livello; viene considerato il miglior centro difensivo che abbia mai giocato a pallacanestro. È stato protagonista della cosiddetta “Era della dinastia” dei Celtics, che ripeterono un’epoca di dominio simile solo negli anni ottanta.

Nel 1975 fu inserito nella Basketball Hall of Fame, la hall of fame della pallacanestro. Nel 1996 fu scelto come uno dei 50 migliori giocatori del cinquantenario della NBA.

Russell detiene tuttora il record per il maggior numero di campionati vinti in una lega nordamericana, con 11; il solo atleta ad aver pareggiato questo record è Henri Richard, stella dell’hockey su ghiaccio NHL con i Montreal Canadiens. Cresciuto ad Oakland (California), Bill Russell giocò alla McClymonds High School e partecipò al campionato NCAA con l’università di San Francisco, condotta alla vittoria nel 1955 e nel 1956 dopo una striscia di 55 vittorie consecutive. Nella sua carriera universitaria Russell collezionò in media 20,7 punti e 20,3 rimbalzi a partita. Fu capitano della Nazionale statunitense che nel 1956 conquistò l’oro alle Olimpiadi di Melbourne con un margine medio di vittoria di 53,5 punti.

Desideroso di partecipare al torneo olimpico del 1956 con la maglia statunitense, Russell rinviò di un anno il suo passaggio alla NBA, dato che le vigenti norme dei Giochi non ammettevano la partecipazione di atleti professionisti. Ne approfittò per guidare la squadra del college di San Francisco Dons alla vittoria del titolo NCAA (con oltre 20 punti e 20 rimbalzi di media a partita), formando col compagno K. C. Jones la fortissima coppia che sarebbe poi stata riproposta nella formazione olimpica statunitense.

L’allenatore Gerald Tucker guidò gli statunitensi ad una facile vittoria, passando i due gironi con una media di quasi 100 punti a partita; in semifinale umiliarono l’Uruguay (classificatosi poi terzo) con un devastante 101-38. Solo qualche leggera difficoltà in più obbligò l’imbattibile formazione statunitense a mettere da parte in finale i sovietici (89-55), concludendo il torneo con 8 vittorie su 8 partite giocate (792 punti segnati contro 365 subiti). Bill Russell si dimostrò essere il miglior elemento della squadra, segnando 113 punti (14,1 a partita) con una percentuale del 47,9% dal campo.

Russell venne scelto al draft dagli Atlanta Hawks (allora a St. Louis) ma giocò con i Celtics dal 1956 al 1969, vincendo il campionato NBA ogni anno tranne il 1958 (perso in finale) ed il 1967. Nella sua prima stagione NBA, Russell divenne il primo giocatore della storia a tenere una media di oltre 20 rimbalzi a partita (exploit ripetuto 10 volte in 13 anni). Al termine della carriera, si ritrovò secondo solo a Wilt Chamberlain in termini di rimbalzi: 22,5 di media per 21.620 totali. I 51 rimbalzi catturati in una singola partita sono la seconda prestazione di sempre (battuta dai 55 di Chamberlain), mentre ha il record per quelli catturati in metà partita (32). È il leader di ogni tempo nei playoff (24,9 e 4.104), prese 40 rimbalzi per 3 volte ai play-off e mantenne ogni anno la media di almeno 20 a partita. Ha vinto 4 titoli di miglior rimbalzista e ricevuto 5 volte il NBA Most Valuable Player Award.

Nel 1966, l’allenatore dei Celtics Red Auerbach lo nominò suo successore; divenne così il primo afro-americano a guidare una squadra in uno dei campionati degli Stati Uniti. Fu allenatore-giocatore dal 1966 al 1969, vincendo altri 2 campionati; in seguito allenò anche i Seattle SuperSonics (dal 1973 al 1977) ed i Sacramento Kings (dal 1987 al 1988), ma non riuscì più a portare a casa altri titoli.

Oltre alle onorificenze NBA, nel 1968 Russell venne eletto Sportivo dell’anno dalla rivista Sports Illustrated. Nel 1980 venne nominato miglior giocatore di sempre dalla Professional Basketball Writers Association of America. Si mobilitò anche per il Movimento Americano per i Diritti Civili. Una volta, rifiutò di giocare una partita quando lui ed un suo compagno di colore vennero rifiutati da un ristorante locale. Nel 1968 si trovò la casa vandalizzata, un fatto dopo il quale definì la città di Boston un mercatino delle pulci del razzismo. Fu anche attivista del movimento Black Power (“potere nero”). Venne spesso chiamato Felton X e comprò anche dei terreni in Liberia.

Fu un grande amico di un’altra leggenda dello sport, Wilt Chamberlain, che molti considerano il miglior attaccante di sempre; le loro battaglie sul campo furono probabilmente la più affascinante rivalità del basket NBA. Bisogna però notare che Russell non venne mai indicato come il rivale di Chamberlain. Nel suo libro Russell’s Rules, descrive l’amico come un avversario, non un rivale, proprio a causa della loro amicizia.

Russell è stato anche commentatore per la televisione dal momento del ritiro nonché autore di molti libri, scritti solitamente in collaborazione con uno scrittore professionista. Uno di questi, Second Wind, è differente dal solito libro di ricordi di un atleta; fonde l’autobiografia con la storia raccontando uno spaccato della storia americana.

Il 14 febbraio 2009 il commissario della NBA David Stern, in occasione del NBA All-Star Weekend 2009, ha annunciato che il trofeo destinato al miglior giocatore delle finali NBA (NBA Finals MVP Award) avrebbe assunto la denominazione di Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award. La motivazione sta nel fatto che Russel, pur avendo vinto 11 titoli NBA, non ha mai ricevuto tale onorificenza. Infatti il premio fu istituito solamente nel 1969, anno dell’ultimo titolo di Russell, in cui però (caso unico finora) fu Jerry West, dei perdenti Los Angeles Lakers, a riceverlo.

Il 15 febbraio 2011 ha ricevuto la più alta onorificenza civile statunitense dal Presidente Barack Obama: la Medaglia presidenziale della libertà.

Avrebbe potuto vincere più di una gara da solo. Nonostante le stoppate non fossero contate in quel periodo, fu senza dubbio uno dei più prolifici, se non il migliore, stoppatori della storia. Le stime di qualche arbitro NBA parlano di circa 10 stoppate a partita in carriera. Era in grado non solo di mettere il corpo contro quello del centro avversario, ma anche di difendere in aiuto, intimidendo e abbassando la percentuale di tiro degli avversari, oltre ad aprire i contropiedi. Poteva lasciare il suo uomo, aiutare un compagno in difficoltà, e recuperare il suo, il tutto catturando anche il rimbalzo. Sapendo che Russell stava difendendo l’area, i compagni guidavano gli avversari verso di lui. La sua presenza sotto canestro permetteva ai compagni di essere più aggressivi sul perimetro tentando di rubare i palloni. Velocità nel salto, senso dell’anticipo, braccia lunghe ed eccellente movimento laterale spiegano la sua capacità di stoppatore. Grazie al tempismo difensivo riusciva ad accoppiare ad un’elevata qualità un numero basso di falli.

Nonostante non venga ricordato come un grande marcatore, fu un catalizzatore per l’attacco dei Boston Celtics. Inventò l’arte di stoppare i tiri dirigendoli verso i compagni per aprire il contropiede. Fu anche un maestro nel catturare rimbalzi e passare il pallone al playmaker Bob Cousy mentre era ancora in aria. I suoi numerosi rimbalzi offensivi diedero ai Celtics preziosi secondi tiri. È stato uno dei migliori centri come passatore. Estremamente intelligente, carismatico, atletico e giocatore di squadra, eccelleva nelle situazioni chiave e migliorava il proprio gioco durante i play-off. Nel suo ultimo anno, i Celtics vinsero l’undicesimo titolo in 13 stagioni; l’anno successivo vinsero solo 34 partite e mancarono i play-off, il che dimostra quanto fosse importante.

Non era comunque perfetto. Alto 2,06 m e pesante 100 chili non aveva la stazza e la statura del rivale Chamberlain. Non segnò molti punti, debole ai tiri liberi e con un raggio di tiro limitato (tirò con il 44% dal campo in carriera). Il suo gioco in post era efficace, ma rozzo e rudimentale. Aveva un gancio sinistro decente, ed altrettanto con il destro. La sua velocità in campo aperto lo resero un buon finalizzatore di contropiedi. Segnò buona parte dei punti su rimbalzo offensivo. Per riassumere, non viene considerato una macchina da punti per due ragioni: viene continuamente paragonato al rivale (inarrivabile) e non aveva bisogno di segnare, i compagni lo facevano per lui. Se fosse stato forzato ad essere la prima o la seconda scelta offensiva, avrebbe sicuramente segnato di più.

Curiosità: Gli fu offerto un posto negli Harlem Globetrotters dopo il college. Comunque, quando il proprietario Abe Saperstein volle parlare solo con il suo allenatore, declinò l’offerta, dicendo che se Saperstein era troppo intelligente per parlargli, lui era troppo intelligente per giocarci.

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Onomastico. Oggi si festeggia  S. Eulalia

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Fonti: Enciclopedia Treccani. – Enciclopedia Garzanti.-  La gazzetta dello sport.-  Wikipedia. – Guinnes dei primati.

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