Basket
Dell’Aquila e il Leone S3 #7 – Sette dati per sette successi
Sette è considerato il numero perfetto, simbolo di eleganza e completezza in tantissime culture. Questa settimana entra anche a far parte di quella biancoblu sebbene potrebbe uscirne molto presto. La vittoria contro Piacenza, la più complicata finora, fa salire proprio a sette la striscia d’imbattibilità della Fortitudo e per questo va celebrato, ironia della sorte nella settima puntata stagionale, ripercorrendo come si è arrivati a questo punto (comunque non di arrivo) e attraverso quali dati statistici, preziosi per superare ogni rivale incontrata.
1. L’impronta difensiva
La caratteristica più chiacchierata e sorprendente della Effe targata Attilio Caja viene fuori subito e lascia intuire un nuovo corso che fa sperare più che bene. Pronti via, al Paladozza Bologna concede solo 51 punti a Chiusi segnandone 72, un dato, soprattutto il primo che sottolinea una compattezza a difesa della propria area straordinario in grado poi di riproporsi anche nelle settimane successive.
2. Le valutazioni
La Fortitudo torna da Rimini forte di una prestazione da vera e propria squadra, in grado di soffrire, di colpire al momento giusto e di gestire una gara non esattamente facile. Le valutazione decisamente alte del quintetto base ma non solo, mettono in luce che sotto ogni aspetto la squadra si è fatta trovare pronta limitando al minimo gli errori.
3. Il terzo quarto
Anche la statistica sui rimbalzi è indicativa ma non balza all’occhio come la partita nella partita giocatasi nel terzo periodo. I biancoblu tornano sul parquet dopo l’intervallo sfoderando una determinazione impressionante che spegne pian piano ogni velleità forlivese, infatti il parziale dice 19-7.
4. Gli assist
22 assist che ad oggi coincidono anche con la miglior prestazione offensiva stagionale. 97 punti contro Nardò, in terra pugliese, propiziati da un gioco dinamico e fluido che imbriglia molto presto gli avversari. La Fortitudo si dimostra capace di fare squadra anche durante il lungo garbage time che caratterizza buona parte dei secondi venti minuti.
5. Il quintetto
Andrebbe premiato il primo tempo, in cui i biancoblu annichiliscono letteralmente la corazzata triestina. Ovviamente nel discorso rientra in pieno anche la straripante prima frazione di gioco ma la questione va ampliata andando ad accendere la luce sul quintetto base scelto e confermato da Coach Caja. Detto che già all’esordio la differenza tra lo starting five fortitudino e il resto del roster, e, ancora, tra lo starting five fortitudino e quello delle rivali non reggeva il paragone, ecco che in terra friulana tutto queste viene evidenziato a ripetutamente. E’ significativo che accada contro la squadra indicata da chiunque come la più completa e dalle qualità migliori nei singoli interpreti. Questi singoli interpreti, pero, contro il quintetto della Fortitudo, non ci capiscono niente.
6. I rimbalzi
Vittoria di ordinaria amministrazione quella colta tra le mura amiche contro Orzinuovi. Tutto secondo pronostico verrebbe da dire e in un certo senso è così. Squadra più forte, vince, non ci sono dubbi per tutta la durata della gara. Dove vince? In particolare a rimbalzo, dove ne cattura 43, di cui 18 in attacco, contro 29; una differenza di 14 che nel secondo tempo indirizza irrimediabilmente la sfida.
7. La difesa a zona del secondo tempo
Il discorso si fa diverso parlando della gara da brividi con Piacenza. Tutto in bilico fino all’ultimo tiro, potenziale buzzer beater di Sabatini, una vera e propria differenza tra le due squadra non è emersa. Cosa però ha permesso davvero alla Effe di di non mollare la presa ed operare quel sorpasso alla fine decisivo è stato il cambio di difesa nel terzo quarto, come sottolineato dallo stesso allenatore biancoblu. Il passaggio alla zona manda in confusione la squadra di Salieri che subisce il parziale utile prima alla rimonta e poi al break Flats Service fino alla vittoria. La prova degli americani in attacco ha fatto il resto, ma tutto, ancora una volta, è partito dalla solidità difensiva capace di plasmarsi all’occorrenza.
Domenica prossima contro Cento l’occasione del “cappotto”, poi i giochi di parole sono finiti e, anche se Caja non vuole sentirne parlare, si deve cominciare a ragionare da candidata numero uno alla promozione.
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