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MotoGP | Qatar 2007, la prima vittoria di Stoner

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Il 14 marzo 2007 fu il giorno del debutto in gara di Casey Stoner sulla Ducati. Un ingaggio non scontato da parte della Casa di Borgo Panigale, avvenuto dopo il mancato rinnovo di Sete Gibernau per una mera questione di valuta. L’australiano non era la prima scelta per la seconda guida della rossa e, come racconta Carlo Pernat nella sua autobiografia, il suo numero fu dato a Livio Suppo proprio dallo stesso manager di Loris Capirossi. L’ingaggio fu di 350.000 euro, tutt’altro che una cifra folle.

Cinque millesimi dalla pole

Il nativo di Southport però voleva solo dimostrare di saper andar veloce, nell’era dei nuovi motori da 800cc. Nel 2007 ci fu la prima rivoluzione tecnica dell’ancora giovane top class, introdotta solo nel 2002, che ridusse la cubatura dei motori di quasi un quinto, dai 990 cc di partenza. Casey si mostrò subito a suo agio con la nuova moto, sin dalle qualifiche del venerdì. All’epoca infatti si correva al sabato in Qatar e ancora sotto la luce del giorno, quindi tutto il fine settimana era slittato indietro di 24 ore rispetto ai canoni standard. Stoner, al suo primo weekend sulla Desmosedici GP7, si qualificò secondo a soli cinque millesimi da Valentino Rossi, leader del venerdì 1’55″002. Dietro di loro Colin Edwards con la seconda Yamaha ufficiale.

Il missile rosso

Al via Rossi mantenne la leadership, ma Stoner riuscì a concludere il primo giro in testa grazie ad un’arma micidiale. La sua Desmosedici aveva una velocità di punta stratosferica, di circa 20 kmh più alta rispetto a quella della Yamaha. Nel tratto guidato Valentino fu capace di tenere testa e a superare il rivale, ma sul lungo rettilineo di Losail, di oltre un chilometro, la Ducati sembrava lanciata a fionda. Capirossi cadde durante il settimo passaggio, nel tentativo di mantenere il passo con i primi, tutti sull’1’57”. Davanti sono in quattro: oltre a Rossi e Stoner, ci sono John Hopkins su Suzuki e Dani Pedrosa su Honda. Questi due, intorno al decimo giro, non riuscirono a mantenere il ritmo del duo di testa, con Stoner che fece siglare il passaggio record in 1’56″758, tirandosi dietro solo Rossi.

Nei tratti guidati la M1 recupera tutto il vantaggio della GP7, ma a Stoner basta aprire all’uscita dell’ultima curva per scappare. A quattro giri dal termine Rossi si riprese la testa della gara, ma l’australiano attese il rettilineo prima di spalancare il gas e tornare in testa. Fu la frustata decisiva, con il ducatista che precedette sotto la bandiera a scacchi il vice campione del mondo in carica di oltre due secondi. Terzo giunse Hopkins, a oltre otto secondi da quel missile rosso che fece impazzire il motomondiale, guidato da quel ventunenne australiano che riportò i titoli iridati piloti e costruttori nelle mani di una casa europea dopo oltre 30 anni.

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