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Dell’Aquila e il Leone S3 #9 – Pietro Superstar

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Da più chiacchierato e bersagliato a perno fondamentale della squadra il passo è stato tutt’altro che breve. Aradori ne ha dovute sommare parecchie di prestazioni offensivamente perfette prima di godere della stima urbi et orbi

Dopo i 30 punti di sabato sera, il caso è chiuso: Pietro è imprescindibile per questa Fortitudo. Se contro Cento i biancoblu sono riusciti a chiudere la pratica anche senza di lui, ecco che, non appena il livello della competizione si alza, l’assenza del numero 4 è prima complice della debacle di Udine, che segna l’unica tacca perdente stagionale. 

Con Aradori in campo la Fortitudo quindi vince sempre. Assunzione corretta anche se i meriti vanno divisi per 5 (+ Caja e staff tecnico). Messa in chiaro la sua figura fondamentale per la squadra, anche le statistiche individuali raccontano di un avvio di stagione da stella non solo della franchigia ma dell’intera categoria. Con 21,5 punti di media è secondo solo a Russ Smith di Nardò e primo assoluto tra gli italiani. A 34 anni, 35 tra poche settimane, l’ex capitano della Nazionale è protagonista di una seconda giovinezza cestistica che sta facendo le fortune della Fortitudo. Anche le scelte difensive dell’allenatore paiono metterlo a proprio agio, permettendogli di dare un contributo importante non solo in fase realizzativa. Poi, certamente, non sarà premiato come difensore dell’anno o come miglior giocatore per palle recuperate, ma se la forza dei biancoblu parte dalla fase di copertura un plauso va fatto anche a lui. 

Un dato che non si evince dai numeri ma emerge sul campo riguarda il tipo di canestri segnati da Aradori. Se nelle ultime stagioni lo score, comunque alto, si concentrava in momenti della gara che alla fine non risultavano fondamentali e, al contrario, poteva capitare che uscisse dai radar della sfida al dunque, adesso gioca in fiducia proprio quando è maggiormente necessario per la Effe. Sebbene i confronti punto a punto per ora si siano ridotti all’osso, questa sua presa di responsabilità è d’importanza capitale in chiave futura; sapere di poter passare la palla scottante al “cagnaccio” e contare su di lui per il tiro decisivo è con ogni probabilità il più grande upgrade che potesse fare a questo punto della carriera, scacciando il ricordo del suo passaggio al 20enne Procida per il tiro salvezza, quel primo maggio 2022 contro Napoli. 

Memorie lontane nel tempo, rimpiazzate dall’entusiasmo della Piazza che continua legittimamente a sognare in grande ma con i piedi per terra, consapevole di un stagione ancora lunghissima e capace di mutare a più riprese. Chi dovrà mutare un po’ la sua pelle, fatti salvi gli inamovibili del quintetto, è la stessa Fortitudo. 

Per un Aradori superstar, infatti, è sempreverde il discorso legata ad una panchina ormai bocciata, se non in toto, quasi. Conti è già stato rimosso dalle rotazioni (non convocato contro Cividale), Sergio vede diminuire sempre di più i propri spazi, Giordano è un oggetto misterioso, Taflaj idem, Morgillo gioca per disperazione e per mancanza di alternative. L’unico a salvarsi è Panni che, un po’ per esperienza, un po’ per sfrontatezza e un po’ anche per duttilità, riesce ad aiutare concretamente chi tira la carretta. 

Più di un correttivo servirà; lo ha detto tra le righe Caja, delegittimando totalmente i giocatori appena citati, e lo dice il campionato di Bologna, tanto sorridente dal punto di vista dei risultati contingenti ma in allarme concreto quando le stelle si fermano ai box. 

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