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Il Resto del Carlino – Intervista a Stefano Dall’Ara: «Saputo è una delle migliori proprietà della storia del Bologna. Europa? Si può fare»

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Ci sono tifosi le cui passioni nascono presto, prestissimo, altri che iniziano a seguire più tardi, avvicinandosi al calcio grazie ad altri. È il caso di Stefano Dall’Ara, uno degli ultimi eredi del presidentissimo rossoblù, e affezionatissimo tifoso del Bologna dal 2014: «Un amico, il notaio Carlo Vico, mi ha convinto a seguire il Bologna nel 2014 col Bologna in B, e da allora non più smesso». Stefano, infatti, per anni ha fatto del basket la sua principale passione sportiva: bandiera del Gira, è stato anche vice presidente della Lega Nazionale Pallacanestro. Ora è un manager.

Il cognome Dall’Ara e il ricordo del presidentissimo

Stefano è un pronipote di Renato Dall’Ara, ne porta il cognome ed è uno degli ultimi eredi insieme ai fratelli: Patrizia, Roberto e alla cugina Riccarda: «Renato era il fratello di mio nonno. Ha tirato su mio padre Augusto, per questo l’ho sempre sentito come un nonno». Il cognome spesso fa cadere in un piccolo equivoco e molti non conoscono esattamente la storia: «A volte mi chiedono se lo stadio sia mio. Altre mi chiedono se Renato sia stato un grande calciatore del passato. per fortuna resiste la memoria storica».

Il Bologna società

Da manager, Stefano Dall’Ara non può che dare la sua opinione sulla società attuale che sta portando il Bologna a risultati incredibili: «Conosco Fenucci, è un ottimo dirigente. Con Saputo hanno costruito un bel clima attorno alla squadra. Tutti ricordano l’epoca degli scudetti, ma credo che anche questa sia una delle migliori proprietà di sempre nella storia del Bologna». Non lesina complimenti per una società che al momento ha costruito una squadra capace di stare al pari della Roma al quarto posto in graduatoria: «Il giudizio sulla società è positivo. C’è una proprietà stabile, che garantisce continuità, non posso dimenticare il lavoro di Bigon e ora di Sartori e Di Vaio».

Il quarto posto

I rossoblù ora occupano un incredibile quarto posto. I tifosi sono entusiasti, Stefano Dall’Ara da tifoso rossoblù cosa ne pensa: «Ben venga questa sensazione di “vertigine”. È bello per la città». Questo avvio di stagione, dopo la crescita dell’anno passato portano la firma di Thiago Motta: «È un allenatore che mi piace, ha grandi meriti da dividere con giocatori e società, piuttosto penso all’estate – dice Dall’Ara – Quando abbiamo perso Arnautovic, Dominguez e Schoute e l’anno prima Svanberg: chi li ricorda più!». Stefano Dall’Ara, da semplice tifoso appassionato rossoblù, non dà giudizi tecnici su ciò che il Bologna dovrà fare d’ora in poi, magari col calciomercato di gennaio, per continuare ad inseguire il sogno Europa: «Non sono un tecnico e non ho la risposta, nemmeno da tifoso. Da uomo di sport dico che mettere mano a qualcosa che funziona è un rischio. La società fin qui ha scelto bene, lasciamola lavorare».

Il ricordo

A giugno saranno 60 dalla scomparsa di Renato Dall’Ara e dalla vittoria dell’ultimo scudetto. Stefano spera che il Bologna si faccia un regalo e raggiunga il “suo” scudetto, la qualificazione alla Champions League?: «Magari. Confermarsi tra le prime quattro a fine stagione non sarà facile. Ma ottenere un pass per una competizione europea si può. Proviamoci».

 

Fonte: Alessandro Gallo, Il Resto del Carlino

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